«Preghiamo per le donne, ma quali?»
la gaffe del prete fa infuriare i fedeli

«Preghiamo per le donne, ma quali?» la gaffe del prete fa infuriare i fedeli
di Mary Liguori
Lunedì 26 Novembre 2018, 06:30 - Ultimo agg. 07:58
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Galeotto fu il ritiro spirituale che, ieri, «Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne», ha tenuto lontano da Casapesenna, in provincia di Caserta, il sacerdote titolare dell’altare di Santa Croce. Con don Vittorio Cumerlato lontano dal pulpito, è toccato all’anziano prelato Luigi Menditto intervenire su un tema tanto sentito quanto scivoloso. Insidioso al punto da far cadere anche un parroco di lunga esperienza come Menditto in una equivocabile, quanto evitabile, interpretazione delle ragioni della preoccupante escalation di casi di violenza di genere. «Preghiamo per le donne, ma quali donne?», si sarebbe chiesto retoricamente l’anziano don Luigi incentrando l’omelia sul tema del giorno. «Troppi diritti e troppa immodestia generano troppa violenza», le parole che hanno suscitato più d’una perplessità nei parrocchiani, peraltro già duramente provati dall’arresto di don Michele Barone, accusato di maltrattamenti e abusi su ragazzine che sottoponeva a rituali esorcisti. A fine messa, molti hanno quindi avuto da ridire sulla predica. «In chiesa si rifugiano donne che subiscono abusi tra le mura di casa, che cercano anche nella fede il coraggio di denunciare i propri aguzzini, frasi del genere non fanno bene a nessuno. Tra le righe abbiamo letto quasi una sorta di giustificazione alla violenza sulle donne, come dire “se la vanno a cercare”. Ci aspettiamo da un prete, su un tema del genere, solo ferma condanna». Eppure don Menditto non ha certo usato toni così forti. Almeno è questo che assicura don Cumerlato che, tornato a Casapesenna, è andato a informarsi su quanto effettivamente detto dal suo collega durante la messa del mattino.

«È un sacerdote dolce, don Menditto, certo è figlio di un’altra epoca, d’altronde ha 82 anni», hanno detto sia Cumerlato che il sindaco Marcello De Rosa che, ieri, erano in ritiro insieme e quindi non erano presenti alla messa «incriminata». «Interrogandosi sul fenomeno della violenza di genere don Menditto lo ha associato alla difficoltà di gestione delle relazioni e al mutamento sociale dei ruoli dell’uomo e della donna», ha poi spiegato il parroco. «Potrebbe avere usato espressioni poco felici, ma escludo che possa avere usato toni sessisti». «Comprendo però che chi vive situazioni di violenza o dolore in maniera diretta possa essersi sentito offeso da un’eventuale scarsa meticolosità nel pesare le parole, atteggiamento necessario perché si può sempre essere in presenza di un uditore che vive direttamente certe circostanze», ha aggiunto Cumerlato, esibendo una proprietà di linguaggio notevole, vocata alla misura, alla chiarezza e alla diplomazia. Capacità oratoria non comune, dote che forse non spicca tra le tante che la comunità pur riconosce all’anziano don Menditto e che gli avrebbe di certo evitato strumentali accuse. Ma dopotutto il sacerdote è solo un «uomo», benché un «uomo di Dio che ascolta il tempo con benevolenza e sguardo critico», scrisse Wojtyła in «Dono e mistero», in occasione del 50º anniversario della sua ordinazione presbiterale.  
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