«L'avimm smitraglià». Era stata questa frase, nell'ottobre del 2022, che aveva costretto i carabinieri a intervenire per evitare un'esecuzione di stampo camorristico. I militari della compagnia di Aversa, coordinati dal tenente colonnello Ivano Bigica, stavano monitorando la coppia di malviventi nell'ambito di un'indagine per una rapina finita con il ferimento di una delle vittime raggiunta da un proiettile esploso da una pistola.
Pistola che risulterà essere la stessa di quella che i militari hanno, poi, trovato nella stanza d'albergo dove i due mancati killer, affini al clan napoletano Iadonisi Mazzarella, stavano predisponendo l'agguato contro un esponente di un clan rivale.
Le indagini hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei sei uomini sottoposti a indagini in ordine alla commissione dei reati di rapina aggravata e lesioni personali aggravate dall'uso delle armi, porto e detenzione abusiva di arma da fuoco e spaccio di sostanze stupefacenti. Tutto inizia con la sanguinosa rapina avvenuta il 5 giugno 2022, messa a segno a Lusciano ad opera di due persone a bordo di uno scooter nei confronti di una coppia di giovani. I due malviventi, dopo aver seguito la coppia che avevano probabilmente adocchiato in precedenza per un Rolex che l'uomo portava al polso, si erano affiancati alla loro autovettura e avevano minacciato i passeggeri con una pistola calibro 38 special, intimando di consegnare il Rolex oltre a vari oggetti d'oro. Ad un accenno di reazione da parte delle vittime, i malviventi hanno aperto il fuoco con la pistola, ferendoli entrambi e fuggendo con la refurtiva.
In particolare, la ragazza fu colpita vicino al cuore e solo il caso evitò conseguenze peggiori. Le indagini, grazie alle riprese di diverse telecamere sul percorso dei rapinatori, portarono ai due. Le successive indagini eseguite con intercettazioni di conversazioni e pedinamenti, hanno consentito di ricostruire l'allarmante contesto criminale in cui operavano, dedito stabilmente alla commissione di rapine di orologi Rolex e allo spaccio di stupefacenti, nonché il loro coinvolgimento nella criminalità organizzata napoletana. Le persone in questione sono, infatti, ritenute vicine al clan Iadonisi - Mazzarella.
Le indagini hanno ricevuto, poi, un ulteriore impulso quando dalle conversazioni intercettate in una stanza di un albergo sul litorale domizio era emersa la pianificazione di un omicidio ai danni di un appartenente a un clan rivale. Il tempestivo intervento dei militari aveva poi impedito l'agguato.
Il sequestro di una pistola calibro 38 trovata nella camera d'albergo in cui i due arrestati soggiornavano stabilmente (risultata, dopo accertamenti balistici, la stessa utilizzata per colpire le vittime della rapina) e altri indizi hanno permesso di chiudere il cerchio sulla esatta identificazione degli autori della rapina.