Rifugiati, ombrelli aperti a Caserta «per cercare un riparo da questa disumanità»

Corteo organizzato dal centro sociale ex Canapificio

La manifestazione
La manifestazione
di Emanuele Tirelli
Domenica 25 Giugno 2023, 10:08 - Ultimo agg. 11:09
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«Apriti mare e lasciali passare». Un testo scritto su uno striscione azzurro, nella prima fila del presidio antirazzista organizzato dal centro sociale Ex canapificio che si è tenuto ieri mattina in piazza della Prefettura a Caserta per la Giornata mondiale del rifugiato. Temi di ampio respiro con riferimento a quanto sta accadendo lungo le rotte migratorie, ma anche riferimenti di portata territoriale locale. L'argomento che ha coinvolto direttamente l'amministrazione comunale casertana è stato quello del Sistema di accoglienza e inclusione, servizio sospeso dal ministero dell'Interno a causa di alcune problematiche riscontrate nella gestione e dinanzi al quale Palazzo Castropignano è stato chiamato in causa per la pubblicazione di un nuovo bando: la risposta è stata immediata, assicurando un impegno concreto.

I partecipanti al presidio avevano quasi tutti un ombrello aperto, non per ripararsi dal sole cocente, ma come «simbolo della necessità di proteggerci di fronte a un'ondata di disumanità portata da questo governo», ha detto Virginia Crovella dell'Ex canapificio. «Ma la necessità non è quella di resistere, bensì di costruire delle alternative. I Comuni hanno uno strumento eccezionale che si chiama Sai, Sistema accoglienza integrazione (ex Sprar, ndr). Dal 2007 Caserta fa parte della rete nazionale dei comuni dell'accoglienza: ha fatto storia e scuola su questa dinamica, sia in Italia che in Europa. Ma negli ultimi due anni questa storia si è bruscamente interrotta e il progetto è stato sospeso dal ministero degli Interni per gravi irregolarità. Il Comune ha quindi tempo fino alla metà di agosto per riattivare questa pratica, avere un nuovo bando di gara e assegnare il servizio. Se non lo farà, uscirà da questa rete nazionale e sarebbe un vero disastro sociale per il territorio». Subito dopo è intervenuta Sara Femiano, coordinatrice di Caserta decide, a ricordare che il consigliere Raffaele Giovine «ha scoperchiato il sistema di accoglienza peggiore che potesse esserci, verificando condizioni di lavoro e abitative indegne per un Paese civile e per una città che negli anni precedenti era stata alla ribalta nazionale per la qualità del suo progetto di inclusione».

L'assessore all'Inclusione, Enzo Battarra, ha partecipato al presidio fin all'inizio e, quando è stato invitato a prendere la parola, ha rassicurato immediatamente la piazza dichiarando che «la procedura per il bando è in atto. Speravo che sarebbe stata conclusa entro la giornata di ieri (venerdì, ndr) ma purtroppo non è stato possibile. Da lunedì sarò di nuovo attento negli uffici affinché la pratica possa arrivare al traguardo. Ci teniamo che Caserta continui a essere un modello di accoglienza. Comprendiamo bene le preoccupazioni espresse e vogliamo risolverle al più presto confermando quello che Caserta ha sempre rappresentato. Questa città è per sua natura solidale, un luogo di accoglienza, e non vogliamo tornare indietro. Per questo c'è tutto l'impegno dell'amministrazione affinché il bando venga pubblicato al più presto e sia soddisfacente per tutti». Poi è stata la volta del consigliere del Pd, Matteo Donisi.

Ha spiegato che «il lavoro in atto non deve solo evitare la dispersione dei fondi già stanziati, e che rischiano di tornare indietro nel caso di una mancata pubblicazione del bando, ma portare a un bando con garanzie, reti di sicurezza e tutele per evitare che si ripresenti ciò che è capitato negli ultimi mesi di esperienza di gestione del servizio». 

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Fisicamente assente, ma presente con parole incisive e sentite anche il vescovo Pietro Lagnese, che ha affidato il proprio messaggio di solidarietà alla voce di don Antimo Vigliotti, direttore della Caritas di Caserta. «Sono vicino nella preghiera a tutti coloro che a Caserta il 24 giugno, in piazza della Prefettura, testimoniano la loro prossimità ai nostri fratelli migranti, chiedendo ai Comuni del territorio di attivare presidi di solidarietà e accoglienza. Come Chiesa ha scritto a conclusione di una lettera riferita a morti in mare, respingimenti e rifugiati non possiamo che continuare ad offrire il supporto necessario».

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