Incidente sul lavoro a San Marco Evangelista, l'operaio morto era vicino alla pensione

Il volo di sette metri in cantiere, inutili i tentativi di rianimarlo

Luigi Malatesta
Luigi Malatesta
Marilu Mustodi Marilù Musto e Claudio Lombardi
Martedì 18 Aprile 2023, 08:39 - Ultimo agg. 19:42
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Sette metri è la distanza fra la vita e la morte. Sette lunghi metri hanno strappato Luigi Malatesta, 63 anni, alla sua famiglia, ai suoi amici. Operaio vicino alla pensione con una lunga esperienza nel campo dell'installazione elettrica ed edile, è caduto battendo la testa da una impalcatura in un cantiere all'interno dell'area dove si trova il capannone della "Savas", un'azienda che si occupa della lavorazione del vetro in Campania.

Pianti e grida di allarme hanno segnato il pomeriggio di ieri: alle ore 16, circa, il volo dal capannone e la caduta al suolo. Poco dopo, sul posto è giunta l'ambulanza del 118, il personale medico e infermieristico ha soccorso l'operaio, ma arrivato al Pronto Soccorso dell'ospedale civile di Caserta, Luigi Malatesta ha smesso di respirare.
A nulla sono valsi i tentativi dei medici del Sant'Anna e San Sebastiano di salvargli la vita, di tamponare le ferite.

Le fratture era tante e gli organi interni erano notevolmente compromessi con emorragie. Sul luogo dell'incidente sono arrivati subito i carabinieri di Casagiove e San Nicola La Strada, questi ultimi hanno avviato le indagini che si sono svelate subito difficili.

Con l'aiuto del personale dell'Asl Caserta (reparto prevenzione infortuni sul lavoro) si è cercato di fare luce sulla dinamica, ma questa sarà più chiara quando saranno ascoltati i colleghi dell'operaio. Si dovrà capire, ad esempio, se l'operaio indossasse il casco protettivo al momento dell'impatto oppure no e dove, di preciso, il tetto o l'impalcatura abbia ceduto causando la caduta rovinosa sul selciato.
Resta l'amaro in bocca per la seconda morte in Italia, in un giorno, sul posto di lavoro: è un bollettino che non si ferma più.

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La prima perdita, in mattinata, c'è stata in un camping di San Felice del Benaco, sulla sponda bresciana del Lago di Garda. A morire è stato un imprenditore di Salò di 65 anni, morto precipitato anche lui da una impalcatura. A poche ore di distanza si è consumata la tragedia di San Marco Evangelista, al chilometro 265,22 della strada che collega il paese a Marcianise, nella zona industriale dove in passato - a pochi chilometri dal luogo della tragedia di ieri - morirono due operai in altre aziende vicine. "Morti bianchi" le chiamano, ma sono uccisioni in nome di una sicurezza che resta carente, fin troppo.

E proprio ieri sette persone sono state arrestate nel Pontino per aver ideato una messinscena per nascondere un infortunio mortale costato la vita a un operaio di 67enne il 23 giugno dello scorso anno. Morti innocenti da Nord a Sud, un unico filo le lega: il dolore di chi resta.
In ospedale a Caserta, ieri, per riconoscere la salma, sono accorsi i familiari di Luigi che lo aspettavano per il rientro a casa e la cena, come sempre. Una telefonata, però, ha spezzato la normalità di una vita familiare che non sarà più la stessa. I parenti chiedono ora di far luce sulla vicenda.
Sposato con due figli, il sessantatreenne era conosciuto a Macerata Campania come un gran lavoratore: a breve si sarebbe goduto la pensione con la moglie, ma la morte è sopraggiunta prima.
La procura di Santa Maria Capua Vetere ha ordinato il sequestro della salma e, in concomitanza, i carabinieri di San Nicola la Strada hanno eseguito il sequestro di tutta la struttura per permettere, nei prossimi giorni, nuovi sopralluoghi con gli inquirenti e i tecnici.
(ha collaborato Claudio Lombardi)
 

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