Stop del prefetto non ferma il film
di lady Vallanzasca e Bardellino

Stop del prefetto non ferma il film di lady Vallanzasca e Bardellino
di Mary Liguori
Giovedì 28 Marzo 2019, 08:00 - Ultimo agg. 12:08
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C’erano una volta la moglie del bandito e il nipote del camorrista, i giornalisti anticamorra e un prefetto. C’erano e ci sono ancora, ma viaggiano, a gruppi, su binari paralleli. Ché, se da un lato il capo del palazzo di governo di Latina blocca la presentazione del film «La Casalese», parole e regia di Antonella D’Agostino (ex) in Vallanzasca, con la produzione di Angelo Bardellino, dall’altro la scrittrice ex consorte del bel René dirotta l’evento dal «Caribe» di Spigno Saturnia allo «Yacht Club» di Gaeta. Martedì, ovvero la data per la quale il prefetto di Latina aveva imposto l’altolà e per la quale anche il Viminale aveva promesso uno stop, si è tenuta una cena evento che ha messo fine delle ostilità. Il film, anzi la presentazione, s’ha da fare e la si è fatta. Non più di trenta persone in tutto, all’esterno qualche poliziotto in borghese. La location elegante affaccia sul mare, a pochi metri un grande yacht illumina l’acqua con una miriade di lucine. Il moderatore sorride e se la prende coi giornalisti impiccioni. «Non hanno alzato neanche il sedere dalla scrivania, almeno avrebbero potuto leggere la trama: non parliamo di camorra». Rincara la dose uno degli attori: «Durante le riprese non sparo neanche un colpo».
 

Eppure qui giornalisti, la produzione e la regista, dovrebbero ringraziarli perché se è vero che sono quasi riusciti a bloccare la presentazione, è anche vero che hanno pubblicizzato oltremodo il film «La Casalese» ottenendo ovviamente un effetto contrario a quello desiderato. Ma cosa aveva indotto il prefetto a ordinare lo stop? Come da forza giuridica, la tutela di ordine e sicurezza. Un evento per la presentazione di un film scritto dall’ex moglie di Vallanzasca e prodotto dal nipote del fondatore dei Casalesi, poteva mettere a repentaglio la sicurezza pubblica. Almeno secondo la relazione della questura, alla base dell’ordinanza prefettizia. Ma la signora D’Agostino non si è persa d’animo e ha spostato tutto in un altro locale. L’unica variazione è stato infatti il ristorante. Non più il Caribe, struttura che ospita anche i matrimoni civili del Comune di Spigno Saturnia, ma il Club di Gaeta. Che lady Vallanzasca non si sarebbe arresa lo si era appreso quando si è detta «stupita» per il no della prefettura. E a rincarare la dose è arrivato il comunicato di Bardellino, affidato all’avvocato Enrico Cellini. Che promette battaglia. Il provvedimento della prefettura sarà impugnato al Tar: «è illegittimo e non è stato notificato al legale rappresentante della Roxyl Music» scrive il legale.

Quanto ad Angelo Bardellino, «non ha condanne per camorra né per reati aggravati dal metodo mafioso o fatti di sangue». Un curriculum criminale «insignificante» rispetto a quello professionale. «Ha prodotto spettacoli in mezza Europa, ha collaborato con The Voice» e poi, continua Cellini «il libro è una storia d’amore anche se il titolo, “La Casalese”, - ammette - è ingannevole». «Acquistare diritti di un libro è reato?», si chiede l’avvocato. «La riabilitazione è un principio che vale per tutti? Angelo Bardellino merita rispetto, è un padre». Non un padrino.
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