Ville nuove, case cadenti:
le diverse facce di Tuoro

Ville nuove, case cadenti: le diverse facce di Tuoro
di Nadia Verdile
Domenica 13 Febbraio 2022, 11:17
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Un borgo, tre mondi, molte storie. Molti abbandoni. Tuoro, frazione del capoluogo, oggi a ridosso della variante, un tempo fuoco pedemontano, è un crogiuolo di contraddizioni, di miseria e ricchezza, di fasti e percorsi nefasti. Il centro storico, antico, fatto di viuzze a senso unico che si inerpicano su un fianco dei Tifatini, un fulcro nuovo fatto di ville eleganti e opulente, cantieri per molti nuovi parchi abitativi e il vinto, sconfitto Parco Primavera dove vivere è fatica e assenza. Istituzionale. «La prima cosa di cui abbiamo bisogno ci dice Francesco Bortone che vive qui da decenni , la cosa più urgente, è un lavoro. Un lavoro che sia stabile, che ci permetta di vivere e non di sopravvivere. Guardatevi intorno. Ci chiedete cosa manca. Facciamo prima a dire cosa c'è. Non c'è niente. Vorremmo avere un contratto di fitto regolare, la possibilità di esistere con dignità. Qui sono nati e cresciuti i miei cinque figli, ora ci sono anche i nipoti. Le strade sono come le vedete. Scassate. I servizi assenti. L'umidità ci è entrata nelle ossa e ormai da tempo infinito aspettiamo».

Scale mangiate dall'incuria e dal tempo, marciapiedi impraticabili, ognuno si arrangia come può. C'è chi costruisce ripari, chi estende il balcone verso la strada e ne fa giardino privato. In un androne che congiunge due lati del parco c'è il murale dedicato a Domenico Di Giacomo, il 25enne che morì, nei primi giorni di gennaio dello scorso anno, dopo essere rimasto ferito per una forte esplosione provocata dai botti la sera di Capodanno.

L'attraversamento del borgo lascia col fiato sospeso. Là dove c'era la tensostruttura inaugurata in epoca Falco oggi ci sono i lavori di ristrutturazione che nel maggio 2018 così presentò il sindaco Marino: «Chiudiamo una vicenda che nasce quasi quarant'anni fa ed alla quale è arrivata l'ora di mettere un punto definitivo, per il bene degli stessi abitanti di Parco Primavera. Ringrazio chi si è impegnato in questi anni e le amministrazioni che mi hanno preceduto per il grande lavoro fatto e che ha permesso di giungere ad una soluzione definitiva.

Non è una questione sociale o urbanistica, è una questione di civiltà». E infatti di civiltà assente si parla perché ad oggi i lavori sono ancora in corso e la rigenerazione e ricucitura di un'area urbana degradata e socialmente disagiata è ancora in corso in uno stop and go che va avanti dal 2016 quando fu presentato il progetto. Un finanziamento complessivo di circa 18 milioni, una procedura sospesa dal governo tra il 2018 e il 2019, e la riattivazione della stessa dopo la protesta dell'associazione dei comuni italiani.

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Se in basso il lamento è antico e doloroso, fatto di intoppi e ritardi, nel centro storico monta la rabbia di chi lì è nata. «Abbiamo bisogno di strade che siano degne di questo nomeC dice mortificata la signora Margherita Izzo mentre è al lavoro nella chiesa con le sue amiche, prima che inizi la funzione religiosa ; ma vi pare bello che dobbiamo camminare con la testa bassa, lo sguardo a terra, perché dobbiamo scansare i fossi che ci sono? Durante il periodo preelettorale ci avevano assicurato che avrebbero messo a posto. Noi abbiamo votato ma le strade non stanno come stavano allora, stanno peggio. Andate, andate a vedere via Pigna, via Fanelli, via Santo Stefano, e fate attenzione, vi potete fare male, veramente». Abbiamo attraversato il borgo in lungo e in largo, Ciro Faraldo che fotografava e io che prendevo appunti, abbiamo incontrato decine di persone che non hanno voluto rilasciarci nessuna dichiarazione. Avevano tutti premura di andar via come se un'atavica paura della denuncia li frenasse. Ma non erano le parole a dover raccontare cosa c'era tutto intorno.
 

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