Vittoria dei Salesiani il Pala Don Bosco è salvo «No all'abbattimento»

Il Consiglio di Stato conferma il verdetto del Tar

Il Pala Don Bosco
Il Pala Don Bosco
di Biagio Salvati
Mercoledì 12 Aprile 2023, 08:02
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Dopo 11 anni si chiude anche sotto il profilo amministrativo oltre che quello penale il caso dell'abbattimento del «Pala Don Bosco» dell'Istituto Salesiano in via Roma a Caserta giunto in decisione davanti ai giudici del Consiglio di Stato. I magistrati di Palazzo Spada allineandosi con il Tribunale amministrativo della Campania - hanno rigettato l'appello di alcuni confinanti di un condominio di corso Trieste e di una coppia di professionisti - tra cui un legale.

In particolare, la quarta sezione del Consiglio di Stato (Presidente Vito Poli, giudice estensore Ofelia Fratanico) ha accolto tutte le eccezioni difensive degli avvocati Luigi Adinolfi e Riccardo Giannelli da sempre legali dell'istituto Salesiano, affermando che «l'istanza di accesso dei ricorrenti è stata avanzata dai confinanti con "colpevole ritardo" a mesi di distanza dal completamento dell'opera e dall'inizio e sua ultimazione, dichiarandolo in parte tardivo».

I giudici amministrativi hanno condannato i confinanti al pagamento di seimila euro per spese legali anche a favore del Comune di Caserta, destinatario del ricorso insieme all'istituto Sacro Cuore di Maria e del Ministero dei Beni Culturali per la manifesta infondatezza dell'appello proposto, decretando la legittimità della realizzazione del Pala Don Bosco.

I giudici di Palazzo Spada hanno rigettato anche tutti gli altri motivi in quanto ritenuti infondati, generici ed inammissibili. Piena soddisfazione da parte dell'istituto Salesiano che ha realizzato le opere al servizio dei giovani e della scuola, e non certamente per fini speculativi, accrescendo l'offerta formativa e la possibilità di gioco e svago per i ragazzi dell'oratorio.

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La vicenda aveva avuto anche un aspetto sotto il profilo penale. In precedenza anche la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aveva richiesto ed ottenuto l'archiviazione dal gip delle denunce penali avanzate sempre dai confinanti, che si lamentavano dell'eccessivo rumore indotto dalla struttura. Sospiro di sollievo anche per il nuovo direttore dei Salesiani, don Antonio D'Angelo, che vede nel corso del suo mandato concludersi una vicenda risalente al lontano 2012 in maniera positiva.

È la seconda volta che l'istituto Salesiani di Caserta è costretto a difendersi sotto il profilo amministrativo. Due anni fa uscì vittorioso contro la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento: in particolare, contro un decreto della Direzione generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo che disponeva «la rimessa in ripristino dello stato dei luoghi» scattato dopo la denuncia di alcuni confinanti

. Su esposto dei denuncianti la Soprintendenza aveva imposto al Comune di procedere all'abbattimento di alcune opere realizzate nel complesso scolastico. In particolare, gli impianti fotovoltaici ed una copertura dell'oratorio. Una vicenda nata nel 2016 che si è conclusa dopo un difficile giudizio con la sentenza della settima sezione del Tribunale amministrativo della Campania. Nella vicenda molto articolata e complessa il Tar aveva anche disposto una perizia di parte con un verificatore nominato dai giudici amministrativi che, alla fine, hanno accolto il ricorso dell'avvocato Luigi Adinolfi. Sulla base del ricorso, infatti i magistrati hanno annullando tutto per difetto di istruttoria e motivazione. La difesa dell'istituto Salesiano Sacro Cuore di Maria, aveva sempre sostenuto che l'edificio non era vincolato interamente e che a causa dei bombardamenti dell'ultima guerra era venuto meno il vincolo sull'ala del complesso che prospetta su via Roma. L'immobile, che costituisce una delle prime e più importanti realizzazioni collegate alla figura di San Giovanni Bosco, secondo la Soprintendenza, per le opere realizzate, non aveva acquisito «l'autorizzazione, prevista invece dall'articolo 21 del codice dei beni culturali».
 

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