Giacomo Leopardi, gli autografi online alla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III

Ci sono 15.202 immagini riprodotte in tre anni

Giacomo Leopardi, gli autografi online alla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III
Giacomo Leopardi, gli autografi online alla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III
Maria Pirrodi Maria Pirro
Giovedì 19 Ottobre 2023, 11:00
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«E il naufragar m'è dolce in questo mare». Di carte favolose. I manoscritti di Giacomo Leopardi, custoditi nella Biblioteca nazionale di Napoli motore dell'intera operazione, si trovano on line per favorirne la consultazione da parte di studiosi e studenti o semplici curiosi.

A partire dai versi più famosi, finalmente si può navigare alla scoperta dell'officina letteraria, soffermarsi su cancellature e correzioni. E notare che il poeta di Recanati aveva l'abitudine di cassare le parole, lasciandole comunque visibili in modo da rivedere sempre la versione precedente. Si può rileggere così lo Zibaldone, indici, schedario e polizzine. Una trascrizione delle opere poetiche e in prosa. E i discorsi, le prefazioni, i saggi, uno minore sugli errori popolari degli antichi.

Con traduzioni e frammenti, sono a portata di clic tracce autobiografiche come gli elenchi di letture. «Appunti e annotazioni attestano il lavoro quotidiano allo scrittorio: questi materiali, che hanno riservato negli anni non poche sorprese, restano al centro della ricerca scientifica», fa notare Marcello Andria, docente di Storia della bibliografia e metodologia bibliografica all'università di Salerno. Ma solo adesso tutti gli autografi sono consultabili grazie al lavoro di digitalizzazione del fondo Carte Leopardi donato alla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III. La straordinaria raccolta si deve al lascito testamentario di Antonio Ranieri, come si sa, amico del poeta del dolore universale che ha abitato in città nell'ultima fase della sua vita.

Una targa lo ricorda in via Santa Teresa degli Scalzi, ma quasi non si nota, sistemata tra i balconi. Più fortuna hanno avuto i volumi copiati a mano dallo stesso autore, acquisiti a Palazzo Reale dopo una lunga controversia giudiziaria.

Il corpus è di valore: pressoché completo, con qualche eccezione per l'epistolario, dato che mancano le lettere indirizzate da Leopardi ad altri, tant'è che ultimamente sono state intensificate le ricerche e gli acquisti dagli antiquari nel tentativo di colmare la lacuna. Sei le lettere recuperate dal 2018 al 2023. L'ultima è autografa, datata Recanati 29 agosto 1823 e rivolta al cugino Giuseppe Melchiorri in cui si cita, tra l'altro, la rottura con Visconti, la morte di Papa Pio VII e il successivo conclave, e si riporta una riflessione intima sul valore dell'amicizia e il suo legame indissolubile.

Il documento è tra i pochi non ancora sul web, dove ci sono invece ben 15.202 immagini riprodotte in tre anni, tra volumi rilegati e carte sciolte pubblicate e indicizzate nell'ambito della complessa operazione compiuta in collaborazione con la società Inarte, in parte finanziata con l'8 per mille e sostenuta dal ministero della Cultura in modo da tutelare e valorizzare l'intero, prezioso patrimonio librario.

 

Difatti, il fondo non è l'unico inserito nei progetti finanziati da Roma, cui si aggiungono fondi europei e regionali e collaborazioni con aziende informatiche del calibro di Google Libri. Altri manoscritti, testi a stampa e materiali iconografici sono accessibili attraverso la teca digitale sulla piattaforma open source DSpace-GLAM. 

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