Nel mondo di Lovecraft un bazar delle meraviglie

L'horror si mescola al fantastico al poliziesco al fantascientifico al sensazionale al fantasy al weird e a molto altro

Howard Phillips Lovecraft
Howard Phillips Lovecraft
di Giuseppe Montesano
Domenica 3 Dicembre 2023, 08:00 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 07:10
4 Minuti di Lettura

Un tardo pomeriggio invernale degli anni Settanta con ancora con un po' di luce un ragazzo tra i diciassette e i diciotto anni, che leggeva in maniera smodata Flaubert e Dostoevskij e Poe e Rimbaud ma in realtà qualsiasi cosa che potesse sembrare un libro, prese in prestito in casa di un parente un libretto di pessima qualità che era un pocket Longanesi con un titolo che al ragazzo sembrò poco raffinato, ma che lui prese lo stesso forse perché il parente annoiato non era andato oltre le tre quattro pagine, o forse perché in fondo il titolo La casa delle streghe lo attraeva, o forse per uno dei motivi più o meno dissennati che lo spingevano a letture improbabili, e, una volta a casa, il ragazzo cominciò a leggere senza poter smettere, fino a tarda ora, inchiodato al cono di luce della lampada e sentendo sibili e fruscii di innominabili cose striscianti e viscide dietro le spalle, cose oscenamente e orrendamente insopportabili che aspettavano solo che lui si voltasse per risucchiarlo o farlo impazzire: insomma, quella strana sera di terrore e stupore, incontrai una delle tante e troppe ossessioni letterarie dei miei vent'anni, e leggendo in una specie di stupefatta idiozia La casa stregata, La chiave d'argento, Attraverso le porte della chiave d'argento e Il miraggio dello sconosciuto Kadath, feci la prima conoscenza con le ossessioni di quell'Howard Phillips Lovecraft (1890-1937) che lessi a lungo, abbandonai di colpo, e poi ritrovai diverso.

E oggi abbiamo il gran divertimento di scoprire un libro appena uscito che si intitola Il grande libro di H.P.Lovecraft, lo ha scritto Sebastiano Fusco e lo ha pubblicato Mondadori electa: e ci si entra come in vero bazar delle meraviglie.

Sebastiano Fusco, profondo conoscitore di Lovecraft e di esoterismo oltre che di letteratura «fantastica», intreccia nelle quasi seicento pagine del libro brani dalle lettere di Lovecraft a scrittori come l'autore di Conan il Barbaro e ad amici, lettere in cui Lovecraft disquisisce competente dello spaziotempo di Einstein, parla dei suoi precursori nella letteratura del «terrore», del suo materialismo ateo, dell'Unione Sovietica e di quasi tutto; e intanto Fusco fornisce interpretazioni sempre attente dei testi e del progetto letterario di Lovecraft traducendo tra l'altro poesie inedite di H.P., ma insieme si addentra nella biografia dell'uomo di Providence e del suo scarsissimo successo in vita; e arricchisce il volume con molte immagini che schiudono il mondo tra il 1890 e il 1937 non solo con fotografie di Lovecraft e suoi disegni e manoscritti, ma con una serie mai vista in Italia di copertine di riviste di «Weird Tales» che pubblicavano Lovecraft, riviste che sono un favoloso spaccato sociologico della letteratura di serie B dell'epoca, dove l'horror si mescola al fantastico al poliziesco al fantascientifico al sensazionale al fantasy al weird e a molto altro, compreso il kitsch: un molto che è riemerso dopo qualche tempo di inabissamento, e che da qualche decennio è tornato con grande successo nel cinema e senza vergogna in letteratura, con autori tra i quali Stephen King e Angela Carter.

Eppure più si avanza nell'epoca bene evocata da Fusco in cui visse Lovecraft, e più appare evidente che Lovecraft non somigliava e non somiglia a nessuno, e che in lui c'era e c'è qualcosa che colpirà tanti autori contemporanei, come l'insospettabile Houellebeq: qualcosa che, attraverso l'esagerazione smisurata e l'uso della categoria dell'«indescrivibile», su cui Borges ironizzò pur dedicandogli come omaggio un proprio racconto, parlava della grande spaccatura aperta dalla Modernità nelle nostre vite.

Lo spavento di Lovecraft nasce dalla realtà in cui il centro, se forse a volte è esistito, è perduto e niente lo restaurerà; nasce dalla rivelazione che dietro la crosta sottile di una modernità dei doppi servizi e del consumismo c'è altro, e questo altro è l'arcaico orrore sacrificale; nasce dalla sua idea che il Mito non è nulla di «bello», ma cela solo sciagura, terrore e divinità disgustose, idiote e implacabilmente predatrici; e nasce, dal punto di vista letterario, dal modo in cui Lovecraft lascia affluire l'inconscio, un inconscio che travolge e sconquassa corporalmente e mentalmente lui stesso per primo con esondazioni e geyser, ma che Lovecraft riesce a organizzare in una coerentissima rete narrativa. 

E tanto ci sarebbe da dire su Howard Phillips e la sua letteratura, ma lo spazio è tiranno, e conviene smettere e andare a leggersi questo bel libro di Fusco insieme a tutti i libri del signore di Providence. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA