Wilbur Smith, HarperCollins ristampa Il dio del fiume 30 anni dopo

Schietto e trasgressivo, Smith celebra nei suoi libri la sua visione di un mondo che ha bisogno di eroi per sopravvivere

Wilbur Smith
Wilbur Smith
di Santa Di Salvo
Domenica 26 Novembre 2023, 08:00 - Ultimo agg. 27 Novembre, 07:25
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Nomen omen, dicevano i latini. Un destino tracciato di banalità per uno che di cognome fa Smith. Con buona pace dei nostri padri spirituali, c'è un signore dell'avventura che questo luogo comune lo ha stracciato con 55 anni di bestseller, una cinquantina di titoli all'attivo e 140 milioni di copie vendute. «Non sarò un mai un Nobel, ma come artigiano sono piuttosto ricco», diceva beffardo. È Wilbur Smith, autore di saghe travolgenti dedicate a famiglie coraggiose, epiche come i suoi romanzi ambientati prevalentemente nel «suo» Sudafrica e in Egitto, dove si aggirava con amici archeologi per studiare l'antica civiltà dei faraoni.

Morto due anni fa a 88 anni a Città del Capo, zambiano nato nell'allora Rhodesia del Nord da genitori inglesi, quattro mogli amatissime, tre figli e un'inesausta voglia di raccontare, Smith assomiglia terribilmente ai personaggi dei suoi romanzi, perché al contrario della celebre massima di Pirandello lui ha saputo vivere e scrivere senza negarsi mai nulla.

Compresa una riserva di caccia e un'isola tropicale alle Seychelles. Dovendo scrivere solo di cose «che conosceva bene», secondo il precetto hemingwaiano, ha girato e viaggiato in ogni luogo a caccia dell'ispirazione giusta. 

I suoi libri, editi allora da Longanesi, continuano ad affascinare i lettori di tutto il mondo, e dunque appare opportuna la scelta di HarperCollins, che ne ha raccolto l'eredità, di celebrare i trent'anni del primo libro della saga egizia con un'edizione speciale, nuovamente tradotta da Seba Pezzani.

Uscirà dopodomani Il dio del fiume, primo di otto romanzi dedicati a questa antica civiltà. I più giovani che non conoscono il ciclo hanno l'occasione di intraprendere un viaggio affascinante nel regno d'Egitto, attraversato da intrighi e lotte intestine. Protagonista è l'eunuco Taita, medico inventore e poeta, custode dell'amore segreto tra la bella principessa Lostris e il giovane guerriero Tanus Harrab. Quando la giovane donna viene data in sposa al faraone Mamose VIII, Lostris chiede come dono di nozze a suo padre Intef lo stesso Taita, che sarà mentore e occulto ispiratore delle gesta di Tanus. Nel romanzone non manca la guerra contro gli Hyksos, la prigionia di Taita presso gli etiopi e le campagne di spedizione del nuovo faraone per la riconquista dell'Alto Egitto. Una storia complessa, resa vivace e attuale dai personaggi che lo scrittore mette in scena. Gli amanti del genere apprezzeranno la verosimiglianza della ricostruzione e la sapienza narrativa. Già desiderosi, proprio come accade nelle serie tv, di seguirne la prossima puntata. Perché Smith è stato anche questo, l'inventore di una serialità che solo molto dopo di lui si è espressa in forma televisiva. 

Schietto e trasgressivo, politicamente scorretto, cacciatore di selvaggina grossa come suo padre, bravo sub, esperto pilota, Wilbur Smith celebra nei suoi libri la sua visione di un mondo che ha bisogno di eroi per sopravvivere (da qui il declino della nostra civiltà senza padri) e di passioni forti che diano un senso alla vita. Lui è Wilbur, perché almeno il nome lo ha portato sempre come una medaglia, era quello di uno dei fratelli Wright, «quel» Wilbur che costruì il primo aereo guidato da un pilota. Glielo regalò il padre Herbert, suo eroe personale, l'uomo che in una notte indimenticabile, nella valle dello Zambesi, riuscì ad abbattere con un fucile un intero branco di leoni che aveva assalito l'accampamento dove c'era la sua famiglia per un safari. A 8 anni, un evento che ti segna per sempre.

Infatti di leoni ce ne sono tanti, nei titoli e tra le pagine dei libri di Smith. A partire da Il destino del leone, il suo primo romanzo pubblicato nel lontano 1964. Era il debutto dei mitici Courtney, la famiglia che accanto a quella dei Ballantyne sarà al centro di due saghe africane che sono considerate le più longeve nella storia dell'editoria moderna. Protagonista un giovane cresciuto come lui in un immenso ranch sudafricano. È una scorribanda nei secoli che pare non avere mai fine, dall'Africa coloniale all'apartheid, dalle miniere d'oro ai pirati dell'Oceano Indiano, dal commercio dei diamanti alla caccia grossa nella giungla. Con una batteria infinita di prequel e sequel da capogiro. La formula vincente resta sempre la stessa. Prendi un eroe forte, gettalo nella mischia, scatena la tua immaginazione. E tutto andrà per il meglio. Ma sia chiaro: «perché il leone viva, qualcuno deve morire». 

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