“L'amore poderoso” di Oria Gargano compie un viaggio nella storia dell'Italia attraverso la relazione tra Linda e Leandro

Un romanzo politico, storico, familiare, di formazione

“L'amore poderoso” di Oria Gargano compie un viaggio nella storia dell'Italia attraverso la relazione tra Linda e Leandro
di Alessandra Farro
Giovedì 14 Settembre 2023, 18:57
3 Minuti di Lettura

Un romanzo politico, storico, familiare, di formazione: “L’amore poderoso” di Oria Gargano (Iacobelli Editore) è questo, ma anche di più. L’arco narrativo parte dagli anni ’30, in pieno fascismo, e arriva fino ai giorni nostri. Due voce narranti si rincorrono durante il racconto, mentre a un certo punto la vita di Linda si intreccia indissolubilmente a quella di Leandro, che la travolge in un amore impetuoso. L’autrice, fondatrice e presidente di BeFree, Cooperativa Sociale contro tratta, violenza, discriminazioni, si occupa da anni di sostegno alle donne vittime di violenza e di tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento. Il suo attivismo emerge dalle pagine con forza.

Chi è Leandro per Linda?
«Rappresenta il modo per conoscere se stessa e compiere un cambiamento radicale nella sua vita, disattendendo le aspettative che la sua famiglia riponeva in lei.

All’inizio della storia, ha soltanto 14 anni, proviene da un contesto molto benestante al quale non sente di appartenere o, meglio, da cui si sente distante, diversa. Cresce, quindi, discostandosi dalle idee della famiglia, grazie al supporto di Leandro e delle sue amiche, altrettanto protagoniste della storia quanto Linda. Convinte che la sorellanza tra donne sia un valore assoluto e noi, leggendo, ci ritroviamo immersi in questa comunità di donne che si aiutano a vicenda. Poi, volevo parlare di un amore bello, perché chiunque segua la cronaca oggi ha un’immagine crudele delle relazioni uomo-donna. Io, però, so che un amore in cui si cresce insieme, non ci sono volontà di possesso o gelosie, come nel caso di Linda e Leandro, è possibile. Un amore così forte che neanche la morte l’ha fermato».

Il romanzo, però, non parla soltanto d’amore.
«La relazione copre tantissimi anni, ma attraverso le vicende di Linda viene raccontata anche la storia dell’Italia. È una cosa che ho amato molto fare: ci tenevo a raccontarla dando luce a eventi importanti che non sono stati sufficientemente sottolineati nel tempo. Ad esempio, la nascita del movimento antiviolenza e delle case di rifugio, che, soprattutto in questi giorni, in cui troviamo sul giornale foto, storie e lacrime riguardo a donne ammazzate, mi fa piacere ricordare».

Perché ambientarlo durante il fascismo?
«Mi piaceva l’idea di dare corpo, presenza e vita alla figura di donne, in questo caso inventate ma comunque autorevoli, che rappresentino la storia femminile dell’Italia. Le donne non sono mai raccontante nel grande affresco storico, nonostante la figura femminile non fosse tanto irrilevante al tempo, non come ce la presentano oggi. Le lotte che le donne hanno dovuto compiere, anche perché venisse riconosciuta la violenza di genere, sono state enormi. Nel codice Rocco, in vigore fino al 1996, la violenza femminile era etichettata come semplice offesa pubblica morale, non dimentichiamolo».

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