Premio Strega 2024, otto scrittrici tra i 12 finalisti: di nuovo un’annata al femminile

Dopo l’edizione vinta da «Come d’aria» della scomparsa D’Adamo

Nella combo, i 12 candidati al Premio Strega: (in alto, da S) Daniele Rielli, Sonia Aggio, Antonella Lattanzi, Melissa Panarello, (al centro, da S) Paolo Di Paolo, Chiara Valerio, Raffaella Romagnolo, Donatella Di Pietrantonio, (in basso, da S)...
Nella combo, i 12 candidati al Premio Strega: (in alto, da S) Daniele Rielli, Sonia Aggio, Antonella Lattanzi, Melissa Panarello, (al centro, da S) Paolo Di Paolo, Chiara Valerio, Raffaella Romagnolo, Donatella Di Pietrantonio, (in basso, da S)...
di Generoso Picone
Sabato 6 Aprile 2024, 08:30 - Ultimo agg. 19:15
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Se è vero che, a dispetto di polemiche, strategie e sospetti, nei testi che ogni anno concorrono al Premio Strega c’è – come ha spiegato Melania Mazzucco, presidente del comitato direttivo della manifestazione – «il racconto del nostro tempo», a scorrere i nomi dei 12 semifinalisti di quest’anno si dovrebbe affermare che a narrarlo meglio sono le donne. Non una novità, dal momento che l’edizione 2023 andò ad Ada D’Adamo con Come d’aria.

Ora nella dozzina selezionata tra il numero record di 84 candidature compaiono ben otto autrici. Il gruppo si ridurrà a una cinquina, o forse a una sestina per la presenza di opere pubblicate da case editrici piccole e medie per le quali il regolamento fa scattare la clausola di salvaguardia: si saprà il 5 giugno al teatro romano di Benevento chi e quanti andranno alla serata finale del 4 luglio nei giardini del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, trasmessa in diretta televisiva su Raitre.

Il vincitore sarà scelto da una giuria che da 660 votanti si è ampliata a 700.

Intanto ecco i magnifici dodici: Sonia Aggio con Nella stanza dell’imperatore (Fazi, proposto da Simona Cives), Adrián N. Bravi con Adelaida (Nutrimenti, da Romana Petri), Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli, proposto da Gianni Amelio), Donatella Di Pietrantonio con L’età fragile (Einaudi, da Vittorio Lingiardi), Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica (minimum fax, da Emanuele Trevi), Antonella Lattanzi con Cose che non si raccontano (Einaudi, da Valeria Parrella), Valentina Mira con Dalla stessa parte mi troverai (Sem, da Franco Di Mare), Melissa Panarello con Storia dei miei soldi (Bompiani, da Nadia Terranova), Daniele Rielli con Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale (Rizzoli, proposto da Antonio Pascale), Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo (Mondadori, proposto da Lia Levi), Chiara Valerio con Chi dice e chi tace (Sellerio, da Matteo Motolese), Dario Voltolini con Invernale (La nave di Teseo, da Sandro Veronesi).

Di Paolo, Di Pietrantonio e Valerio si dividono le quote dei pronostici. Nessuno dei sette campani che comparivano tra gli 84 candidati - Peppe Fiore, Eduardo Savarese, Gennaro Serio, Andrea Piva, Giuseppe Mancusi Barone, Raffaele Messina e Carmen Pellegrino – ha trovato posto in quello che Mazzucco ha definito nei termini di un atlante della narrativa contemporanea italiana, composto da scritture «oblique e non finzionali, composite, di taglio saggistico, memoriale o confessionale».

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Tratti che potrebbe essere accertati anche nei versi del 12 finalisti dello Strega Poesia, in mezzo a «quella flottiglia spericolata, sempre in lotta coi marosi della sopravvivenza, che è l’editoria di poesia italiana»: parole di Andrea Cortellessa a nome del comitato scientifico. Per succedere a Vivian Lamarque, autrice di L’amore da vecchia sono arrivate 144 opere: la premiata sarà scelta il 9 ottobre al Tempio di Venere a Roma tra Cioè Quanto di storia di Alida Airaghi (Marco Saya), Terra dei ritorni di Alessandro Anil (PordenoneLegge-Samuele Editore), Discomparse di Gian Maria Annovi (Aragno), Vivi al mondo di Daniela Attanasio (Vallecchi Firenze), Il dio di Norimberga di Alessandro Baldacci (Pequod), Mappe senza una terra di Antonio Bux (Rp libri), Natura di Roberto Cescon (Stampa 2009), Paradiso di Stefano Dal Bianco (Garzanti), Eredità ed estinzione di Giovanna Frene (Donzelli), Tande di Rosaria Lo Russo (Vydia Editore), Cinema di sortilegi di Tommaso Ottonieri (La Vita Felice), L’erba di nessuno di Enrico Testa (Einaudi). Nei dodici c’è la presenza di un autore napoletano di formazione, Tommaso Ottonieri, al secolo Tommaso Pomilio, figlio di Mario e poeta di ottima grana.

Dal canto loro, i cinque autori finalisti del Premio europeo rappresentano altrettanti esempi – lo ha detto Annalena Benini, direttrice del Salone del Libro di Torino – dell’individuazione e della trasposizione letteraria di condizioni di sopraffazione e violenza da cui parte un grido di ribellione e libertà. Chi subentrerà a Emmanuel Carrere e a V13 verrà designato tra Shida Bazyar con Di notte tutto è silenzio a Teheran (Fandango Libri, tradotto da Lavinia Azzone), Paul Lynch con Il canto del profeta (66thand2nd, tradotto da Riccardo Duranti), Tore Renberg con La mia Ingeborg (Fazi, tradotto da Margherita Podestà Heir), Neige Sinno con Triste Tigre (Neri Pozza, tradotto da Luciana Cisbani) e Rosario Villajos con L’educazione fisica (Guanda, tradotto da Roberta Arrigoni). Tutti saranno al Salone di Torino: qui al Circolo dei Lettori il 12 maggio la premiazione. 

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