D'Anna, “geometria della natura” in mostra da FrameArsArtes

Dal 4 al'11 ottobre le opere dell'artista napoletano che intreccia i suoi interessi per le scienze naturali e la teoria del Caos ai suoi percorsi di ricerca creativa

Gianni D'Anna
Gianni D'Anna
di Donatella Trotta
Domenica 1 Ottobre 2023, 21:16
4 Minuti di Lettura

Natura e artificio. Realtà fenomenica e approccio estetico soggettivo, in un’alchimia mediata dal pensiero scientifico che può orientare il gesto artistico. Ma cosa accade quando, nella cosiddetta civiltà (virtuale) “della simultaneità”, del pluriverso e dell’intelligenza artificiale, l’irruzione delle tecnologie può insidiare la creazione dell’homo faber? Gianni D’Anna riflette da anni su questi ed altri temi; e nella sua quest artistica sull’«arte frattale», specchio delle sorprendenti geometrie della natura, ha offerto nel tempo non poche suggestioni estetiche ed evolutive sull’argomento. Si intitola non a caso «Geometria della natura» la personale che D’Anna inaugurerà a Napoli mercoledì 4 ottobre alle ore 19 presso FrameArsArtes, l’accogliente spazio espositivo e crocevia aggregativo di diversi linguaggi artistici gestito da Paola Pozzi, in corso Vittorio Emanuele 525. La mostra, aperta fino all’11 ottobre, parte di un ciclo sul tema «Sotto il segno della Magia Naturalis», in omaggio a Giovan Battista Della Porta e Giordano Bruno, è a cura di Domenico Natale e offre una “magia naturalis” capace di dare corpo identitario alla visione dei due nostri massimi esponenti del divenire del pensiero scientifico e della sua intima libertà espressiva.

Studi di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, già docente di moda e costume presso l’Istituto Statale d’Arte “U. Boccioni” di Napoli, D’Anna è un artista napoletano che sin dagli anni ’70 ha intrecciato il suo percorso professionale con un costante interesse per la natura: appassionato e competente di scienze naturali, dai primi anni ’90 si è interessato anche alla teoria del Caos, incontrando la geometria frattale del matematico polacco naturalizzato francese Benoit Mandelbrot, improntandone nel tempo diversi aspetti della sua attività, sia firmando saggi per prestigiose riviste scientifiche, sia realizzando, con assoluta libertà creativa, manufatti artistici prodotti con le più diverse tecniche artistiche.

L’attenta osservazione della natura, il continuo scrutare al microscopio, la passione per l’entomologia e soprattutto la malacologia (ha collaborato attivamente all’attività di ricerca e di sperimentazione con il gruppo Malacologico Campano-Pugliese), lo studio della geometria frattale si fondono così in D’Anna in una ricerca artistica personalissima che elegge la natura stessa, nei suoi molteplici aspetti, a soggetto artistico privilegiato scuotendo la visione spaziale euclidea.

Spiega l’artista: «Le recenti ricerche scientifiche, avvalendosi delle moderne tecnologie, hanno reso possibile verificare, in tempo reale, fenomeni naturali che in passato apparivano imprevedibili per il loro aspetto “caotico”. Nel dare soluzioni agli assurdi matematici e fenomenici è stato intaccato il concetto euclideo di geometria, sostituito da una nuova idea di spazio ed immagine». Di qui, il senso della sua ricerca: «La geometria frattale, i suoi principi e la sua estetica − aggiunge D’Anna − diventano strumenti di lettura, interpretazione e rappresentazione artistica della natura, una rappresentazione che tuttavia è ben lontana dal ridursi a computer-art come è accaduto per molta arte frattale, ma che invece resta sempre frutto di un’attività manuale che si estrinseca in una varietà di tecniche figurative che vanno dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla grafica, dal patchwork alla pittura 3D».

Chiave di lettura preziosa per apprezzare le opere selezionate per la mostra «Geometria della natura» da FrameArsArtes (orari di apertura: da martedì a sabato, ore 16.00-20.00. Info: 081 3088820 – 333 4454002), in coerente sintonia con quanto dieci anni fa (in occasione della mostra napoletana «Danza di reazioni», 2013), il curatore Domenico Natale ebbe ad osservare:  «In D’Anna l’interesse per l’arte e le scienze della natura appaiono intimamente connessi ma anche svincolati da troppo stretti confini semantici d’attualità, e ricondotti, invece, a livello dell’immaginario, ad una sorta di tempo ancestrale, anteriore certamente al formarsi stesso dei concetti moderni di arte e scienza. Un tempo nel quale recuperare il senso premoderno delle “mirabilia”, cioè di quelle misteriose e quasi magiche virtù per le quali, mediante processi metamorfici, possono essere prodotte cose meravigliose partendo dalla conoscenza della natura e dal rispetto della sua identità». Un approccio attuale, anche, nel suo intreccio tra antico e moderno, che in un’altra mostra di D’Anna, «Iconografia di un gioco tassonomico», fu non a caso definito da Franco Lista una «decostruzione ludica del caos formale e semantico». A offrire nuove prospettive creative alla sfera naturalistica, e alla memoria della natura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA