Pannolini, latte in polvere e assorbenti: aumenti in vista. Ecco come cambiano i prezzi dei prodotti

L'Iva dovrebbe passare dal 5% al 10%

Aumenti in vista su pannolini, alimenti per bambini e assorbenti: raddoppio dell'Iva dal 5% al 10%
Aumenti in vista su pannolini, alimenti per bambini e assorbenti: raddoppio dell'Iva dal 5% al 10%
Mercoledì 25 Ottobre 2023, 18:49 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 16:02
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Il governo Meloni ha deciso di non rinnovare il taglio dell'Iva sui prodotti per la prima infanzia e per l'igiene femminile. A spiegarlo è la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera, affermando che: «Questa misura non ha funzionato, perché io ho monitorato l'andamento dei prezzi e il taglio non ha prodotto quello che speravamo». «Quando le cose non funzionano non si rinnovano», ha aggiunto Meloni, confermando quindi quanto riportato nella bozza della Legge di Bilancio 2024.

Se da una parte il governo concede un aiuto alle famiglie e spera in una spinta alla natalità inserendo nella bozza di manovra di bilancio il bonus asilo nido, infatti, dall'altra faccia della medaglia ci sono alcuni aumenti su molti beni essenziali per bambini e donne con i quali già da gennaio le famiglie potrebbero dover fare i conti.

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Gli aumenti 

Stando alla bozza del Disegno di Legge di Bilancio, infatti, l'Iva subirà un aumento del 100% - passando dall'attuale 5% al 10% - su prodotti dedicati all'alimentazione e alla cura dei neonati. Oltre ai pannolini troviamo in particolare: «latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, condizionato per la vendita al minuto, estratti di malto, preparazioni per l’alimentazione dei fanciulli, per usi dietetici o di cucina, a base di farine, semolini, amidi, fecole o estratti di malto, anche addizionate di cacao in misura inferiore al 50% in peso».

Torna al 10% anche la cosiddetta «tampon tax», che include tutti i prodotti specifici per l'igiene femminile quali «Prodotti assorbenti, tamponi destinati alla protezione dell’igiene femminile, coppette mestruali».

Tutti questi prodotti solo l'anno scorso, ad opera della stessa maggioranza di centrodestra, avevano visto una riduzione dell'aliquota dal 22% al 5%.

Sul punto, il governo opera ora un dietrofront: «Non confermiamo il taglio dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia perché purtroppo il taglio dell’Iva è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena di rinnovare questa misura», ha spiegato la premier Meloni nel corso della conferenza stampa di avvio dei lavori per la prossima Manovra. La responsabilità sembra essere ancora una volta dell'inflazione, che si sarebbe "mangiata il taglio".

L'aumento dell'Iva su questo genere di prodotti avrebbe ovviamente conseguenze sui prezzi finali esposti sugli scaffali nei supermercati già dal prossimo gennaio. Tuttavia, il condizionale resta d'obbligo, essendo l'iter per l'approvazione della Legge di bilancio ancora agli inizi.

Contro lo scenario sono comunque insorte numerose associazioni di consumatori e cittadini. Restando in tema "tampon tax", d'altronde, un confronto con la situazione europea è d'obbligo. Come sono messi gli altri Paesi europei?

Lo scenario in Europa

In Scozia dal 2020 gli assorbenti sono completamente gratuiti: si tratta dell'esempio più virtuoso in assoluto, seguito dall'Irlanda, l'unico altro Paese dell'’Unione Europea  dove attualmente non esiste alcuna tassa sui prodotti per l'igiene femminile. 

Altrove, l’iva sugli assorbenti è stata ridotta al 5% in Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Lituania e Cipro. In Germania si attesta al 7%, Paesi Bassi e Belgio 6%, mentre la Spagna l'ha recentemente ridotta dal 10% al 4%. Ma c'è anche chi fa peggio: in Grecia l’Iva sugli assorbenti è al 23%, al 20% in Bulgaria, Albania e Moldavia. Male anche l'Ungheria - ben il 27% - e Danimarca e Croazia, con un'Iva assestata al 25%.

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