Flat tax, Irpef e sconti sulle tredicesime: ecco la riforma fiscale del governo Meloni (col nodo coperture)

Riforma fiscale, dall’Irpef agli sconti sulle tredicesime. Ecco la strategia del governo Meloni
Riforma fiscale, dall’Irpef agli sconti sulle tredicesime. Ecco la strategia del governo Meloni
Giovedì 31 Agosto 2023, 15:27 - Ultimo agg. 1 Settembre, 10:51
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Una revisione del fisco a 360 gradi. Tasse, imposte, controlli e burocrazia. La riforma fiscale del governo Meloni prende forma ed entrerà presto nel vivo. Dal cambiamento dell’Irpef alla flat-tax fino alla stretta sull’evasione e il superamento di Irap e Ires.

Una revisione tout-court del fisco italiano a cui hanno lavorato alacremente questa estate gli uffici del Ministero dell’economia (Mef) alla ricerca delle risorse. Un nodo non facile da sciogliere. Da dove si parte? 

La revisione dell’Irpef

In cima all’agenda della legge delega fiscale c’è la rimodulazione dell’Irpef e la riduzione degli scaglioni di reddito, dossier seguito da tempo dal viceministro di Fratelli d’Italia Maurizio Leo. L’obiettivo come annunciato è passare dalle attuali quattro a tre aliquote, riducendo di conseguenza i corrispondenti scaglioni di reddito. Come? Due le opzioni in campo ancora da vagliare. La prima: accorpare il secondo e il terzo scaglione lasciando invariati il primo e l’ultimo. La seconda, più accreditata: ampliare il raggio del primo scaglione di reddito per comprendere anche il secondo in modo da tassare al 23 per cento tutti i redditi fino a 28mila euro.  

Il nodo delle coperture

Ovviamente serve prima trovare le coperture. Il vero totem che guida le proposte del governo alla vigilia di una manovra dai margini strettissimi, e la legge fiscale non fa eccezione. Per ridurre gli scaglioni dell’Irpef il governo potrebbe decidere di razionalizzare detrazioni, deduzioni e crediti di imposta. Senza però toccare i crediti di imposta “primari” come le detrazioni per la previdenza complementare, le spese sanitarie, per la scuola, o i bonus edilizi. È in ogni caso certo che si procederà a un taglio deciso delle detrazioni in essere.  

Il riordino del calendario

Un altro fronte su cui interverrà la riforma è il calendario fiscale. La promessa, sulla scia delle richieste delle associazioni di professionisti, è di razionalizzare le scadenze che attualmente segnano il calendario del fisco italiano, circa 1500. Un’ipotesi è quella di anticipare le dichiarazioni dei redditi prima dell’estate, a maggio e giugno (oggi la scadenza per il 730 è il 30 settembre, mentre quella per il modello Redditi è il 30novembre), in modo da concentrare in questa fase il versamento delle imposte legate alla dichiarazione.

D’altra parte, l’intenzione è quella di “liberare” da tutte le scadenze fiscali il mese di agosto. La bussola del governo, nella revisione del calendario, è comunque quella di coinvolgere i titolari di partite Iva nel processo di semplificazione. Su questo fronte potrebbero intervenire il prossimo anno uno o più testi unici. 

Gli sconti sulle tredicesime

È ancora in dubbio invece se rientrerà nella riforma fiscale una promessa scandita dalla premier Giorgia Meloni questa estate: la tassazione delle tredicesime. Inizialmente gli sconti fiscali dovevano rientrare nella manovra d’autunno. Ma le tempistiche potrebbero suggerire un cambio di strategia: se rientrasse nella finanziaria infatti la detassazione mostrerebbe i suoi primi effetti solo a dicembre del 2024. Mentre inserendola nella riforma si potrebbe provare a fare entrare in azione lo sconto già sulle tredicesime del prossimo dicembre, dando sollievo immediato ai lavoratori (una mossa dettata anche da ragioni di opportunità elettorale, in vista delle europee del 2024).  

La lotta all’evasione

Un pilastro della riforma fiscale è poi la lotta all’evasione. Da un lato il governo promette di promuovere un “fisco amico”. Come? Facilitando già a partire dal 2024 il concordato preventivo così come l’adempimento collaborativo tra le parti. È questa una priorità assoluta della maggioranza – nella caccia all’evasione entrerà in campo l’intelligenza artificiale, grazie a una convenzione siglata tra Mef e Agenzia delle entrate – con l’obiettivo di recuperare il tesoro nascosto dei contribuenti. Di quanto si parla? Poco più di 18 miliardi di euro entro il 2023, 19,3 miliardi nel 2024, 19,6 nel 2025 secondo le stime dell’Agenzia. 

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