Flat tax al 21% per negozi e uffici nella riforma fiscale. Nei piccoli centri prelievo ancora più basso (15%)

L’estensione della cedolare secca nei decreti attuativi della delega fiscale. I fondi da stanziare nella Manovra

Flat tax al 21% per negozi e uffici nella delega fiscale. Nei piccoli centri prelievo ancora più basso (15%)
​Flat tax al 21% per negozi e uffici nella delega fiscale. Nei piccoli centri prelievo ancora più basso (15%)
di Andrea Bassi
Giovedì 5 Ottobre 2023, 00:12 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 12:53
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 Una “tassa piatta” del 21 per cento per le persone fisiche proprietari di negozi e uffici affittati a commercianti, artigiani e professionisti vari. Con un’aliquota più bassa, che potrebbe essere fissata al 15 per cento, se la proprietà si trova in un centro abitato con meno di 5 mila abitanti. L’eterna promessa (incompiuta) della cedolare secca sugli immobili commerciali potrebbe finalmente vedere la luce. Entrerà in uno dei decreti attuativi della delega fiscale del vice ministro dell’Economia Maurizio Leo. Per ora il problema, come per altre parti della riforma, sono le coperture. Ma non è escluso che già con la manovra possano essere trovate le risorse necessarie ad attuare la riforma.

Che partirebbe con alcuni paletti in grado di ridurne l’impatto finanziario. Innanzitutto il diritto a poter beneficiare della “tassa piatta” spetterebbe soltanto alle persone fisiche. Si premierebbero insomma, i piccoli proprietari di immobili che oggi pagano sugli affitti l’aliquota marginale dell’Irpef, chdae non di rado è la più alta, quella del 43 per cento.

Il secondo paletto, più importante, è che il nuovo regime si applicherebbe soltanto ai nuovi contratti, lasciando esclusi quelli in essere. Un sistema analogo era già stato sperimentato nel 2019, ma poi era stato fatto decadere. Per nuovi contratti si intenderebbero anche i rinnovi per scadenza di quelli in essere. Nel provvedimento ci sarebbe poi una clausola per impedire un’elusione di questa regola. La cedolare secca non potrebbe essere applicata dal proprietario ad un affittuario con il quale ha disdetto il contratto per poi rifirmarlo dopo qualche tempo. 

Stipendi, aumenti in busta paga con l'estensione della prima aliquota Irpef fino a 28mila euro: le simulazioni

Toccherà adesso alla Ragioneria generale dello Stato stimare quali sono gli effetti concreti di questa norma sui conti pubblici. Nel 2019 la perdita di gettito fu stimata in 320 milioni di euro, a fronte di incassi per nuovi contratti per 1,1 miliardi. Attualmente, secondo le statistiche del Fisco, ci sono circa 1,3 milioni di persone che affittano immobili commerciali: quasi 800 mila sono negozi e 170 mila uffici. 

LE PRIORITÀ

Bisognerà attendere comunque ancora qualche settimana per sapere quali saranno le misure che alla fine vedranno la luce con la manovra. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha ricordato che il sentiero è stretto. Le risorse sono poche e ci sono delle priorità già fissate nell’agenda del governo. La prima è la conferma del taglio del cuneo contributivo. L’intenzione è confermare la riduzione dei versamenti all’Inps di 7 punti percentuali per i redditi fino a 25 mila euro e di 6 punti per quelli fino a 35 mila euro. Questa misura da sola assorbirà oltre 10 dei 15 miliardi di euro di maggior deficit decisi dal governo con la Nadef, la Nota di aggiornamento del Def. Poi potrebbe essere approvato il primo modulo della riforma Irpef, con l’accorpamento dei primi due scaglioni dell’aliquota, quello del 23 per cento e quello del 25 per cento, creando un unico maxi-scaglione del 23 per cento pe ri redditi fino a 28 mila euro. Inoltre ci sarà un consistente pacchetto di aiuti alle famiglie numerose. Tutte le altre misure dovranno trovare spazio tra questi provvedimenti ritenuti prioritari.

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