Nuova Irpef e taglio cuneo, come cambiano gli stipendi nel 2024. In busta paga aumenti fino 1.298 euro l'anno

Nuova Irpef e taglio cuneo, come cambiano gli stipendi nel 2024. In busta paga aumenti fino 1.298 euro l'anno
Domenica 31 Dicembre 2023, 12:51 - Ultimo agg. 2 Gennaio, 09:16
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Stipendi. Come cambiano nel 2024? Gli effetti della Manovra si sentiranno nelle buste paga a partire da gennaio. Cosa prevede la legge di bilancio - la seconda del governo Meloni, che mette a terra circa 28 miliardi, compresi i 4 miliardi per la nuova Irpef, di cui oltre la metà, quasi 16 miliardi in extradeficit -?

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Conferma il taglio del cuneo già in vigore da luglio (6 punti in meno per i redditi fino a 35mila euro e 7 per quelli fino a 25mila), che non si applicherà però alle tredicesime ed è rifinanziato solo per il 2024. Per rafforzarne l'effetto arriva anche la nuova Irpef, che passa da quattro a tre aliquote con l'accorpamento dei primi due scaglioni (il 23% sarà applicato sui redditi fino a 28mila euro): l'effetto abbinato di cuneo e Irpef, secondo il Tesoro, rimpinguerà le buste paga dei dipendenti fino 1.298 euro annui.

 

Giù le tasse sul lavoro, +100 euro in busta paga

Giù le tasse sul lavoro per 14 milioni di dipendenti con vantaggi medi di circa 100 euro al mese: in manovra il governo conferma il taglio del cuneo, rafforzato con il decreto del primo maggio, di 7 punti per i redditi fino a 25mila e 6 punti per quelli fino a 55mila euro.

 

Irpef, gli effetti del taglio delle aliquote

Con la manovra parte il primo modulo della riforma fiscale: per il 2024 le aliquote Irpef si riducono da quattro a tre accorpando i primi due scaglioni con un'unica aliquota al 23% per i redditi fino a 28.000 euro; al 35% per i redditi fino a 50.000 euro e al 43% oltre i 50.000.

Inoltre si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area. Secondo le stime delle associazioni, la riforma garantisce un beneficio massimo di 260 euro annui, pari a circa 20 euro al mese se consideriamo 12 mensilità.

 

Il reddito imponibile

Quali effetti sul reddito disponibile dalla rimodulazione delle aliquote e della detrazione per lavoro dipendente?  Il beneficio è pari a 75 euro per i redditi fiscalmente capienti fino a 15.000 euro, per effetto dell’incremento della detrazione (pannello in alto a sinistra). Per i redditi immediatamente superiori a tale soglia il beneficio si riduce, dato che non si ha più diritto all’incremento della detrazione, e l’effetto della riduzione dell’aliquota da 25 a 23 per cento opera in misura limitata. Al crescere del reddito la riduzione dell’aliquota produce un beneficio crescente: a partire da circa 18.700 euro il beneficio torna a superare 75 euro, per raggiungere 100 euro attorno a 20.000 euro e attestarsi a 260 euro per i redditi superiori a 28.000 euro, soglia a partire dalla quale si beneficia appieno della riduzione dell’aliquota. I contribuenti diversi dai lavoratori dipendenti sono ovviamente coinvolti esclusivamente dalla riduzione dell’aliquota. Per i contribuenti con reddito superiore a 50.000 euro il vantaggio derivante dalla riduzione dell’aliquota può azzerarsi per effetto del taglio alle detrazioni per oneri di pari importo.

L’incidenza dei benefici sul reddito imponibile (la variazione dell’aliquota media) è massima e pari a circa lo 0,9 per cento in corrispondenza delle soglie di 15.000 euro e di 28.000 euro (pannello in alto a destra); oltre i 28.000 euro scende progressivamente, a fronte di un beneficio che rimane costante a 260 euro; attorno ai 50.000 euro l’incidenza del beneficio connesso con la riduzione dell’aliquota è pari a circa lo 0,5 per cento del reddito imponibile. L’intervento produce dunque un ridisegno del profilo dell’aliquota media di imposta (pannello in basso), comportando un incremento del reddito minimo imponibile che, se si considera anche l’effetto del trattamento integrativo di 1.200 euro (il precedente “bonus Irpef”), passa da circa 13.400 a 13.700 euro (da 8.173 a 8.500 euro per chi non beneficia del trattamento integrativo31). La nuova aliquota media risulta inferiore al 10 per cento per redditi da lavoro dipendente fino a circa 20.200 euro (prima della riforma la soglia era pari a 19.800 euro), raggiunge il 20 per cento a 32.800 euro (era 31.700) e supera il 30 per cento per redditi superiori a 56.700 euro (era 54.700). 

Per quanto riguarda le aliquote marginali si registra una riduzione di due punti percentuali (dal 34,2 al 32,2 per cento) nell’intervallo tra 15.000 e 28.000, mentre il salto di aliquota marginale sulla soglia di 28.000 euro incrementa di due punti (dal 9,5 all’11,5 per cento).

Le risorse

Il ddl Bilancio vale circa 24 miliardi di euro dei quali oltre 15 miliardi finanziati in deficit e destinati al taglio del cuneo (quasi 11 mld) e alla riduzione delle aliquote Irpef (poco più di 4 mld). Le due misure insieme portano un vantaggio in busta paga per i contribuenti coinvolti di circa 120 euro al mese, e sono finanziate solo per il 2024.

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