Suicidio in metro, la testimone: "È stato l'inferno,
correvano tutti tra urla e sangue" -Foto

Una testimone del suicidio in metro
Una testimone del suicidio in metro
di Marco De Risi
Sabato 14 Giugno 2014, 14:36
2 Minuti di Lettura


ROMA - «Quando il macchinista ha aperto le porte dei vagoni, fuori c’era solo il buio del tunnel. Decine e decine di passeggeri si sono messi a gridare. Si è creata una ressa incredibile e i soccorsi non c’erano».



Siham, 31 anni, commessa a Termini, ieri pomeriggio ha preso come tutti i giorni la linea B della metro per tornare a casa. «E’ stato l’inferno. Ho visto una donna anziana - continua Siham - che fuggendo è caduta dal convoglio sotto i binari. Di colpo non si è più vista. Cinque ragazzi l’hanno soccorsa. Aveva il viso insanguinato. Madri con i bambini che arrancavano lungo i binari e poi lungo i ballatoi. Gente che sveniva».







Mancavano pochi minuti alle sette di sera. «Ero chiusa come tutti gli altri passeggeri nel tunnel a circa 500 metri dopo la fermata. Ho visto un addetto alla metro, credo il macchinista, che nell’oscurità passava lungo i vagoni. Poi l’uomo ha gridato che c’era un morto sui binari e ha aperto le porte - prosegue Siham - Ho creduto di morire. Una ressa di persone ha raggiunto i binari senza nessuno ci indicasse un percorso. Ognuno si arrangiava come poteva arrampicandosi su ballatoi a quasi due metri d’altezza. Dopo avere vagato per mezzo chilometro mi sono arrampicata sulla banchina di Quintiliani dove mi aspettava il mio fidanzato».







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