Stop ai lidi che fanno pagare i bimbi
Pugno di ferro della Regione/Commenta

Stop ai lidi che fanno pagare i bimbi Pugno di ferro della Regione/Commenta
di Gerardo Ausiello
Lunedì 23 Luglio 2012, 12:47 - Ultimo agg. 24 Luglio, 09:46
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NAPOLI - Stop alla concessione per gli stabilimenti balneari che faranno pagare l’ingresso ai minori fino a 12 anni. Il giro di vite stato deciso dal consiglio regionale che, nella legge Campania zero (proposta da Pd, Pdl e gruppo «Caldoro presidente» e approvata all’unanimità), ha previsto una misura ad hoc, contenuta in un emendamento presentato dal capogruppo del Pdl Fulvio Martusciello.



Le sanzioni riguardano sia i dirigenti dell’ente, che vengono valutati negativamente se non esercitano fino in fondo le proprie funzioni, sia i privati, ai quali viene tolto il beneficio concesso: «La mancata applicazione delle disposizioni previste dalle leggi - è scritto nel testo - costituisce la perdita di qualsiasi diritto possa discendere direttamente o indirettamente dalle norme violate».



È il caso, appunto, dei gestori dei lidi: qualora non vengano rispettate le disposizioni contenute nella legge 10 del 2012, varata dall’assemblea nel maggio scorso, non scatteranno ammonizioni o multe; si avvierà direttamente il procedimento amministrativo per la revoca dell’autorizzazione a seguito della comunicazione ai diretti interessati. Una stangata in piena regola, insomma, che arriva nel bel mezzo della stagione estiva. Ma qual è la ratio del provvedimento? Si tratta - hanno affermato il governatore Stefano Caldoro, il presidente del consiglio regionale Paolo Romano e lo stesso Martusciello - di una «battaglia di civiltà»: l’obiettivo della legge è infatti consentire alle famiglie, specie a quelle più numerose, di andare al mare; molti gestori di lidi, tuttavia, hanno fatto finta di nulla e la misura «salva-bambini» è stata disattesa.

Nelle scorse settimane sono giunte al Mattino numerose segnalazioni da parte di genitori costretti a pagare anche per i figli con meno di 12 anni.



I trasgressori erano presenti un po’ a macchia di leopardo: in Costiera sorrentina, nelle isole del golfo, nel litorale domitio-flegreo nonché in Cilento. Ciò ha provocato la dura risposta della Regione: in un post su Facebook Caldoro ha chiesto agli stabilimenti balneari di «allinearsi alla legge».



Dello stesso avviso Romano e i rappresentanti delle forze politiche presenti in aula che pure hanno stigmatizzato il comportamento degli imprenditori del settore. La mobilitazione ha prodotto i primi risultati: gli stabilimenti hanno iniziato ad applicare le disposizioni prevedendo ad esempio braccialetti per i bambini in modo da garantire l’ingresso gratuito (mentre tutti i servizi sono regolarmente a pagamento). Ora che è scattato anche il pugno di ferro - è il ragionamento che si fa negli uffici del Centro direzionale e a Palazzo Santa Lucia - la percentuale di «furbi» dovrebbe scendere drasticamente: del resto, osservano, non conviene a nessuno rischiare di dover chiudere i battenti per guadagnare di più.



Ne è convinto Martusciello: «Siamo certi che non si dovrà revocare alcuna concessione perché d’ora in avanti i cittadini avranno un’arma in più per ottenere il rispetto della legge - spiega il capogruppo regionale del Pdl - È un momento difficile e, oggi più di prima, alle famiglie potrà essere garantita qualche ora di mare con costi ridotti. Un traguardo che abbiamo centrato con l’impegno di tutti e grazie a uno sforzo che ha coinvolto il governatore Caldoro e il presidente Romano. È stata utile, in questo senso, la campagna d’informazione avviata dal Mattino.



Nella spending review della Campania, oltre a una drastica riduzione delle spese, abbiamo dunque inserito norme concrete che rispondono ai problemi quotidiani e ai bisogni del territorio. Questo - aggiunge - è il compito dell’assemblea campana e noi vogliamo assolverlo fino in fondo».





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