Le nuove tecnologie, un nuovo modo di lavorare e una nuova concezione sempre più flessibile e variegata di impiego hanno trasformato la nostra società. Talvolta generando paura e incertezza su come affrontare il quotidiano. Nicolas Colin, imprenditore e imprenditore e investitore con un passato nell’alta amministrazione francese ha fatto un'analisi della situazione nel suo libro «Hedge: A Greater Safety Net for the Entrepreneurial Age», ovvero «La siepe: una maggiore rete di sicurezza per l'età imprenditoriale».
Colin ha iniziato la sua carriera nel servizio civile francese per poi trasferire la sua esperienza al servizio del suo lavoro di imprenditore tecnologico. Nel 2013 è diventato co-fondatore e direttore di The Family, una società di investimento paneuropea che supporta imprenditori in fase iniziale, che ad oggi dispone di ora con un portfolio di oltre 150 startup in rapida crescita.
«Ho scritto questo libro su come si può reinventare la rete di sicurezza nell'ambiente digitale - ha detto - Nel secolo passato in effetti vivevamo nell'economia fordista, caratterizata dalla produzione delle automobili, la produzione di massa e quindi la maggior parte degli istituti che furono creati all'epoca erano stati progettati per proteggere e dare sicurezza agli operai di una fabbrica. Oggi l'economia è cambianta profondamente. Non è più fordista ma digitale. Questo vuol dire un nuovo tipo di produzione e di concezione e anche le modalità sono cambiate profondamente. Questo vuol dire che le persone sono esposte a rischi diversi, hanno problematiche diverse, In effetti gli istituti del passato non sono più una buona soluzione per i problemi di oggi. Ecco perchè la gente soffre e crescono le disuguaglianze».
Secondo l'analisi di Colin è questo il motivo per cui le persone sono sempre più arrabbiate e finiscono per votare per partiti populisti e in tutto il mondo ci sono tensioni politiche. Come risolvere la situazione e soprattutto chi potrebbe creare la «rete di sicurezza» adeguata ai tempi moderni? Per Colin la strada da percorrere è ancora molto lunga. «Credo che dovrebbe essere fatto sia dal settore pubblico che dal privato - ha spiegato - I privati hanno sicuramente un interesse ad avere una società che sia più competente ma anche più serena. Gli imprenditori e gli startupper possono mettere l'innovazione al servizio delle soluzioni che sono necessarie. È importante che i governi si rendano conto che sono queste le persone che possono esplorare nuovi territori. Verrà un momento in cui i governi si ispireranno proprio a queste nuove soluzioni».
Colin, da «coltivatore» di startup a livello internazionale è a Napoli per conoscere l'ecosistema cittadino dell'innovazione. Ospite dell'incontro mensile di NaStartup, la palestra delle startup, ha incontrato alcune piccole aziende che potrebbero avere apertura e successo anche in Francia.
«Incoraggerò le startup napoletane a creare una comunità ancora più vivace - ha concluso Colin - perchè sono gli imprenditori a poterla costruire e non si devono appoggiare soltanto a quello che fanno i governi. Poi bisogna continuare a far salire il livello di ambizione e fare tutto il possibile per creare collegamenti con altri startupper e altre città. Questo in un'ottica di lungo periodo».