Agricoltori tentano di bloccare (di nuovo) il casello di Orte sull'A1. In Germania bloccati i porti, tensioni in Francia

«Chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti. Vogliamo un'agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata» si legge in una sorta di manifesto del coordinamento nazionale.

Agricoltori tentano di bloccare (di nuovo) il casello di Orte sull'A1. In Germania bloccati i porti, tensioni in Francia
Agricoltori tentano di bloccare (di nuovo) il casello di Orte sull'A1. In Germania bloccati i porti, tensioni in Francia
Lunedì 29 Gennaio 2024, 14:40 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 10:05
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Nuove manifestazioni in Italia e all'estero. Gli agricoltori tentano di fermare il casello nei pressi di Orte sulla A1. In Germania, i trattori hanno bloccato oggi l’accesso ai porti di Amburgo e di Jade-Weser, presso Wilhelmshaven.

Le proteste in Italia

Il movimento Riscatto Agricolo, che si professa autonomo, spontaneo e apolitico, formato da giovani agricoltori aveva confermato già ieri la volontà di proseguire con la protesta e di dar vita a una nuove manifestazioni con i trattori in varie zone d'Italia. In particolare, sono interessate le seguenti regioni: Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna con presidi a Brescia, Bergamo, Alto lago di Como-Valtellina, Mantova, Melegnano, Voghera, Navacchio (Pi), Val di Chiana e ancora in prossimità del casello di Orte sulla A1 (dove già sabato c'era stata una manifestazione, con blocco temporaneo del casello), Valle del Salto, Orvieto, e anche a Olbia, Cagliari, Oristano Porto. I coltivatori si sono imposti di sfilare solo con le bandiere d'Italia.

Le motivazioni

«Chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti.

Vogliamo un'agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata» si legge in una sorta di manifesto del coordinamento nazionale. «Oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è sottopagato, i ricavi sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione e questo, purtroppo, perdura da decenni: non vogliamo contributi, chiediamo solo dignità del giusto prezzo» sostengono gli agricoltori che ribadiscono di essere «i custodi della natura, non soggetti che inquinano».

Chiedono dunque al governo che «sostenga la produzione agricola come unica fonte di produzione di cibo e di vita, abolendo ogni forma di speculazione chimico - industriale delle multinazionali farmaceutiche, che dietro una finta e indegna sostenibilità, vogliono distruggere l'agricoltura mettendo mano sulle nostre terre».

Le proteste sono scaturite da cause legate al Green Deal europeo, un insieme di politiche  volte a minimizzare l'impatto ambientale della produzione energetica e a promuovere uno stile di vita più sostenibile.

Il Green Deal impegna i membri dell'Unione Europea a tagliare del 55% le emissioni nette entro il 2030 e a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Tuttavia, le azioni richieste per conseguire questi obiettivi hanno un'influenza significativa sulla vita degli agricoltori: essi sono tenuti. ad esempio, a convertire almeno un quarto delle loro terre coltivate in agricoltura biologica entro il 2030. È inoltre in discussione una normativa per limitare drasticamente l'uso di pesticidi.

Oltre a queste cause comuni, in ogni Paese emergono ulteriori motivazioni più strettamente legate al contesto nazionale.

Manifestazioni in Europa 

Prosegue la protesta degli agricoltori tedeschi contro il governo: i trattori hanno bloccato oggi l’accesso ai porti di Amburgo e di Jade-Weser, presso Wilhelmshaven. Circa 100 mezzi hanno impedito l’ingresso nel principale scalo portuale della Germania. La polizia ha ingiunto ai manifestanti di disperdersi, dal momento che il loro assembramento non era autorizzato. 

La situazione è particolarmente tesa in Francia: i sindacati di categoria hanno infatti annunciato che dal primo pomeriggio daranno inizio ad un assedio di Parigi per un "per impedire l'ingresso di qualsiasi fornitura di prodotti alimentari nella capitale. 

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