La battaglia continua. «Il picco non si è ancora esaurito, la tendenza in calo a cui stiamo assistendo è il frutto di quel che è accaduto nelle ultime tre settimane», mette in chiaro il direttore della terapia intensiva del Gemelli Massimo Antonelli. I dati di ieri sull'evoluzione dell'epidemia di Covid-19 lo confermano: l'aumento dei malati resta stabile a 2.339 persone, dalle 2.107 di giovedì, e purtroppo il numero di vittime non accenna ancora a rallentare, con 766 decessi (760 il giorno prima). I guariti sono 19.758, in ventiquattr'ore 1.480 in più. E il Sud resiste, le misure di contenimento di sono rivelate un efficace scudo contro il virus.
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FENOMENO EPOCALE
Per l'epidemiologo Giovanni Rezza, dell'Iss, senza lockdown in sei mesi avremmo avuto un'immunità di gregge a costo di un altissimo numero di morti. «Se avessimo mollato al Sud - afferma - avremmo avuto tante Codogno». Adesso, invece, è possibile guardare al Mezzogiorno con un «moderato ottimismo». Ma non è ancora il momento di chiederci quanto tutto questo durerà. Di certo ci sono «zero possibilità» che il coronavirus scompaia con l'estate, «è un fenomeno di portata epocale. Siamo di fronte a una emergenza sanitaria, ma non è un tunnel senza fine. Ne usciremo, anche se saremo tutti diversi», dice la virologa Ilaria Capua. «Non possiamo escludere origine e durata perché conosciamo questo virus solo da quattro mesi. E non possiamo escludere il propagarsi dai condizionatori. La Sars 1, nel 2002, si è diffusa dai sistemi di aerazione e riscaldamento di un hotel», ricorda. L'allerta dunque resta massima, perché se in Puglia l'andamento è in calo, con una media di cento casi al giorno, nel resto d'Italia l'infezione è un flagello. Le Marche registrano 17 nuovi decessi, in Trentino una bimba di cinque anni è stata ricoverata, la Lombardia conta 1.455 positivi in più e in un giorno sono morti 351 i pazienti.
TASSO DI MORTALITA'
I virologi mettono in fila i numeri, gli ultimi sono quelli di uno studio su 1.310 pazienti gravi: il 90% ha subito ventilazione invasiva con intubazione e il 10% non invasiva, la mortalità è stata intorno al 15% e concentrata tra i 65 e 90 anni. Il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro rimarca come «non c'è nessuna zona del Paese dove il virus non circoli, sebbene ci siano delle differenze da zona a zona». Senza dubbio «la partita è ancora aperta e le misure di contenimento continuano a essere la principale arma per contrastare l'epidemia. Se non saremo efficaci nel mantenere il distanziamento, la discesa potrebbe interrompersi e la curva tornerebbe inevitabilmente a crescere».
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