«C'è chi nega la pandemia da coronavirus, serve una legge per chi nega evidenze? Io sono per la libertà di pensiero, ma c'è un limite oltre il quale non si può andare. Chi nega cose come i campi di concentramento commette un reato, punto. È pieno di terrapiattisti, di gente che nega la Shoah». Così Luca Zaia, presidente della regione Veneto, durante la trasmissione Agorà, riferendosi alla protesta dei gilet arancioni a Milano. Intanto, l'epidemia da SarsCov-2 sembra essersi fermata in Veneto. I dati odierni sono tra i più bassi da tre mesi a questa parte: solo 2 i nuovi casi di positività nelle ultime 24 ore, per un totale di 19.154 infetti dal 21 febbraio scorso, e nessuna nuova vittima rispetto a ieri mattina. Il numero dei decessi resta stabile a 1.918, tra ospedali e case di riposo. Lo riferisce l'ultimo bollettino della Regione. Sale ancora il numero dei pazienti dimessi dai reparti Covid, 3.380 (+3), e decresce invece quello dei ricoverati, 382 (-3); stabile, 29, quello dei malati nella terapie intensive.
Protesta Gilet Arancioni a Milano, in centinaia assembrati in piazza Duomo e senza mascherine
Zaia: credo che Zangrillo abbia ragione. «Penso che Zangrillo abbia ragione. Noi in Veneto abbiamo oggi un'incidenza dei contagi che è sotto lo 0,6 per mille, cioè se avessimo una piazza con 1.000 persone, non ne avremmo neanche una contagiata. Il contagio sta crollando, anche se non bisogna abbassare la guardia». Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, intervenendo ad «Agorà», su Rai3. «Probabilmente sono i fattori climatici, o qualcos'altro, lo faremo dire agli scienziati. Io guardo i dati - ha aggiunto Zaia - e questi ci dicono che il virus sta scomparendo. Ovvio, non va abbassata la guardia. Ma il lockdown ci ha permesso di far ritrovare il virus da solo, senza più ospiti da colonizzare. Noi nostri dati l'effetto del lockdown lo vediamo, perchè ha dato una flessione alla curva».
Zaia contro la Grecia: «Dal Veneto non ci vedono più»
«Ora si parla di quarantena per persone provenienti da Paesi a rischio. Quando lo chiedevamo noi per le persone provenienti dalla Cina ci davano dei razzisti». Zaia poi sostiene che le «le riaperture tra Stati debbano essere vincolate da tamponi, come ad esempio in Grecia. Il tampone trova il contagio 6-7 giorni dopo il contatto col virus. E' una foto istantanea che non ci dà tranquillità rispetto al futuro. Non si può pensare gestione in Europa a macchia di leopardo».
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— Agorà (@agorarai) June 1, 2020
«Nessuna limitazione a chi viene in Veneto, penso sia fondamentale la libera circolazione , con le regole da rispettare, l'utilizzo dei dispositivi di protezione. Ricordo che nella mia ordinanza riprende in toto il Dpcm: utilizzo della mascherina al chiuso o all'aperto in presenza di assembramenti. Quindi da parte mia nessuna volontà di prove di forza o di voler fare i primi della classe».
«La Grecia tolga questa idiozia delle limitazioni». È la richiesta del governatore Luca Zaia sulle limitazioni per alcune regioni italiane, tra cui il Veneto, decise dalla Grecia per le riaperture ai turisti. Zaia ha ricordato che il paese ellenico «prima aveva chiuso all'Italia, dopo ha ristretto la limitazione a quattro regioni, poi ha prospettato l'apertura a fine luglio. Un passetto alla volta tornerà sui propri passi». «La Grecia - ha sottolineato - è in area Schengen ed è incomprensibile questo atteggiamento. Siamo in Europa, fermo restando la decisione dei singoli Stati, l'Ue dovrebbe gestire anche questa partita».
«Abbiamo chiuso tutte le linee guida, anche su teatri, discoteche, cinema, casinò e sale giochi.Attendiamo la convocazione del Governo per capire cosa fare», dice ancora Zaia, precisando tuttavia che «è ancora in piedi la 'partità dei centri per i bimbi da 0 a 3 anni». «Noi vorremmo dare seguito. È scandaloso che a distanza di 10 giorni con le linee guida approvate all'unanimità da tutte le Regioni, non ci data ancora una risposta» ha concluso Zaia.