Josh Bett, il telecronista con origini napoletane che ha fatto divertire tutti ai Mondiali di basket U16

Dalla «Pasta fagioli e cozze» a «molto bravissimo», l'inglese ha dato spettacolo dietro al microfono

Josh Bett, il telecronista con origini napoletane che ha fatto divertire tutti ai Mondiali di basket U16
di Ferdinando Gagliotti
Mercoledì 16 Agosto 2023, 07:32 - Ultimo agg. 14:56
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La Nazionale italiana under 16 di basket, pochi giorni fa, ha sfiorato uno storico traguardo, arrivando in finale agli Europei di categoria, a Skopje, e arrendendosi soltanto a una più pronta Spagna. Gli azzurrini avevano strappato il pass per l’ultimo atto del torneo dopo aver battuto in semifinale i pari età della Francia (77-63).

Chi ha assistito da casa al match contro i transalpini si sarà senza dubbio divertito moltissimo, non soltanto per i canestri dei ragazzi di coach Giuseppe Mangone (nel suo staff anche Alfredo Lamberti, responsabile del settore giovanile della GeVi Napoli). A dare spettacolo, con cuffie e microfono, è stato anche Josh Bett, telecronista internazionale incaricato dalla Fiba per commentare il match.

A primo impatto, il profilo di Bett sembrerebbe quello di un normalissimo commentatore sportivo: britannico, viso simpatico, tipico accento british, profonda conoscenza del gioco. I telespettatori di Italia-Francia, però si sono ritrovati ad ascoltare una serie di perle degne del miglior Dan Peterson: «Frutti di mare! (così ha deciso di soprannominare uno degli azzurrini)», «Adesso Italia va a giocare contro Frances, Franci, Francias... vabbé avete capito», «Questo ragazzo è molto bravissimo! (in riferimento a Maikcol Perez, ndr)». E ancora: «Adesso ho messaggio per tutti i tifosi di Italia: la mia nonna di Napoli faceva sempre pasta, fagioli e cozze!».

Josh Bett ha infatti origini napoletane, di cui va estremamente fiero. Anzi, più precisamente: origini di Bagnoli, da parte materna. «Mia nonna è di Napoli!», afferma con orgoglio il 33enne nativo di Southampton. «Lei ha tre sorelle e due fratelli. Alcuni si sono spostati a Milano, altri sono andati a vivere negli Stati Uniti. Mia zia, Maria Del Monte, si spostò a Palermo. Ogni estate io venivo in vacanza in Italia, a Napoli e in Sicilia. Mia madre, Michele, invece è originaria di Bagnoli (sul suo profilo Facebook c’è una foto di lei, da bambina, che la ritrae sul balcone di casa in via Silio Italico). Come mi ritrovo ad avere mezza famiglia italiana? Mio nonno, inglese, combattè in nord Africa e dopo si spostò verso il Sud Italia».

Regno Unito, Italia, Stati Uniti e Canada.

C’è tanto nella vita di Josh, verrebbe da dire tante vite in una, con la pallacanestro come costante: «Mio padre, inglese, è stato un giocatore e un allenatore professionista di basket ad alti livelli. Sfortunatamente però non guadagnava tantissimo, quindi ha dovuto fare altri lavori. Mia madre invece faceva l’insegnante in una scuola internazionale, a Londra, che ho frequentato anche io. In classe avevo compagni provenienti da un gran numero di paesi diversi: per questo spesso mi sentite commentare le partite in lingue differenti».

Il suo rapporto con la palla a spicchi, però, non gli ha sempre regalato gioie, anzi. «Ho giocato anche per la nazionale del mio paese, con la fiormazione under 16. Ammetto di aver visto poco il campo, sono stato perlopiù in panchina, ma al tempo l’unica cosa che mi interessava era diventare un giocatore professionista. Dopo mi sono spostato negli Usa per frequentare l’università, ma lì ho accusato un bruttissimo infortunio che mi ha costretto a tornare nel Regno Unito per sottopormi a un intervento. Quell’episodio ha ovviamente condizionato in materia negativa la mia vita, perchè mi ha precluso la possibilità di giocare a livello professionista. È stato un periodo molto duro. La svolta è arrivata quando mio padre ha smesso di allenare ed è diventato un telecronista. Il suo migliore amico faceva il direttore media della Fiba. Ricordo di aver guardato praticamente tutte le partite commentate da lui, così mi sono avvicinato più al basket europeo che a quello Nba. La partita che ricordo di più? Quell’amichevole dell’agosto 2004, in cui l’Italia battè gli Stati Uniti di LeBron James».

Seguendo le orme del padre, Bett inizia a commentare le gare per la Fiba nel 2016, quando viene creata la Champions League. Parte da una sola partita alla settimana, ma anno dopo anno si guadagna sempre più match da raccontare. Nel 2019, in occasione dei Mondiali in Cina, commenta anche l’Italia di Meo Sacchetti, allenatore che stima molto. Oggi Josh è uno dei telecronisti di punta dei canali Fiba e, dopo aver commentato gli Europei under 16, volerà nelle Filippine per raccontare i Mondiali di basket 2023. Tutto, sempre, con Napoli nel cuore: «Se conosco qualche parola in dialetto? Uhm, vediamo... quando facevo qualcosa di sbagliato, mia nonna mi sgridava dicendo “guagliò!”. Oppure, quando dovevo sbrigarmi: “fa ambress!”».

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