«Lavoro 7 giorni su 7 con 10 giorni di ferie pagate all'anno: è saltato l'equilibrio tra vita privata e professionale ma non me ne pento»

Lena racconta che a New York il lavoro non si ferma per nessun motivo e nessun impegno personale è abbastanza da metterlo in pausa

«Lavoro 7 giorni su 7 con 10 giorni di ferie pagate all'anno: è saltato l'equilibrio tra vita privata e professionale ma non me ne pento»
«Lavoro 7 giorni su 7 con 10 giorni di ferie pagate all'anno: è saltato l'equilibrio tra vita privata e professionale ma non me ne pento»
Sabato 24 Febbraio 2024, 20:02
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Lavoro e vita privata dovrebbero essere in equilibrio in modo da assicurare il benessere delle persone e sono sempre di più coloro che sono disposti a lottare per questo, disponibili persino a ricevere uno stipendio più basso pur di avere del tempo da dedicare a se stessi, alla propria famiglia, agli impegni quotidiani e ai vari interessi. 

Eppure, si sa che se c'è una regola, allora c'è anche un'eccezione, e lo stesso vale in questo caso: Lena Frechen ha abbandonato l'equilibrio tra lavoro e vita privata che aveva a Colonia, in Germania, per abbracciare la frenesia e l'ambiente di New York, dove tutti sono costantemente online, pronti a partire al primo squillo del capo. 

Il passaggio non è stato di certo facile, ma ora è felice di affermare: «Ce l'ho fatta». 

@lyf____ Good Morning NYC🤍 I hope eberyone finds their happy place because the way I feel just by waking up in my dream city everyday is unmatched 🥹🥲 #livingabroadalone #movingtonyc #movingabroadalone #nyclife ♬ origineel geluid - ☆

​Come riporta il Business Insider, Lena Frechen era stata avvertita riguardo la vita a New York prima ancora di partire da Colonia, dove aveva vissuto fino a quel momento.

Infatti, ricorda ancora bene una conversazione avuta con un collega: «Oh mio Dio, voglio proprio vedere cosa ne pensi di New York, non è di certo per tutti. Solo alcuni ce la fanno».

Forse le recensioni negative avrebbero avuto un effetto diverso su qualcun altro, ma Lena non si è sentita affatto scoraggiata e forse il desiderio di essere una tra pochi le ha dato ancora più carica, più energia: «Sono sempre stata motivata a partire, volevo sperimentarlo con i miei occhi, dalla mia prospettiva». Così, dopo due anni dal primo passo nella Grande Mela, Lena ce l'ha fatta: ha un lavoro a tempo pieno come social media marketer, ha avviato il suo business, ha molti amici, una relazione e nessuna intenzione di andarsene.  

Eppure, ha subito notato l'enorme differenza tra la vita a New York e quella in Germania, in particolare per ciò che riguarda la cultura del lavoro e un elemento da considerare per capire di cosa si parla è la quantità di ferie pagate: «In Germania avevo 30 giorni all'anno, che sono poco di più del minimo nel paese, vale a dire 20, ma comunque il doppio rispetto a quelli che ho ora». Quando Lena lo ha fatto presente ai colleghi di New York, dicendo che si sentiva stanca e aveva bisogno di una vacanza, «uno mi ha risposto tipo “Ah, ma come mai? Abbiamo tutti soltanto 10 giorni...” sembra come se qui non ci sia comprensione in proposito».

Inoltre, non si stacca mai davvero: «In Germania la gente è tipo “Ok, sono le 17 o le 18, vado a casa, non mi cercate sul telefono o altro, va bene?”, mentre qui sono tutti sempre, sempre disponibili». Sembra quasi di vedere una scena de Il Diavolo Veste Prada, con l'assistente sempre pronta a rispondere al primo squillo per portare gli abiti del capo in tintoria. In effetti, Lena afferma che la gente sembra sempre essere al telefono, a rispondere a una mail o guardare progetti di lavoro, eppure non sembra che la cosa pesi. 

E, di certo, il lavoro non si ferma per nessun motivo: «Mi è capitato spesso di essere a un appuntamento e i ragazzi mi hanno detto “Oh, scusa, devo tornare dal capo, devo controllare le mail di lavoro”, alle nove o alle dieci di sera... durante la cena. E io ero tipo: cosa diavolo sta succedendo?». La sorpresa si è pian piano dissipata quando anche Lena ha iniziato a fermarsi a lavorare ben oltre l'orario: «Ora lo capisco, ha senso». 

Il momento in cui ha realizzato di essersi adattata ai nuovi ritmi è stato in occasione del suo primo compleanno a New York. Aveva organizzato la festa e alcuni amici erano venuti a trovarla direttamente dalla Germania per partecipare. Eppure, alle dieci di sera arriva una chiamata dal capo per una questione di lavoro: «La mia migliore amica mi fa "Non ci credo, siamo tutti qui seduti, tra 30 minuti è il tuo compleanno e tu sei a scrivere sul portatile. Sei così diversa rispetto a quando vivevi in Germania».

Eppure, Lena è contenta della vita che ha costruito e la preferisce a quella che aveva prima perché New York è perfetta per gli imprenditori e finché non si è trasferita non aveva idea di volerlo diventare: «Quando ero in Germania non mi era neppure venuto in mente di aprire un business, ma qui la gente è così d'ispirazione». Oggi, lavora sette giorni su sette e al suo tempo pieno si aggiunge la gestione del business, Lyfsocials, ma è contenta della sua decisione. 

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