Le nuove regole Agcom per gli influencer: quali saranno le conseguenze?

La distinzione proposta dall'Autorità potrebbe creare influencer di serie A che deterrebbero il monopolio del settore

Le nuove regole Agcom per gli influencer: quali saranno le conseguenze?
Le nuove regole Agcom per gli influencer: quali saranno le conseguenze?
di Roberta Avallone
Venerdì 21 Luglio 2023, 14:49 - Ultimo agg. 22 Luglio, 18:48
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Più trasparenza, maggiore riconoscibilità dei messaggi pubblicitari e divieto di messaggi discriminatori, sono solo alcune delle regole che i creatori dei contenuti digitali dovranno osservare nei prossimi mesi. Il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha approvato una consultazione pubblica di 60 giorni riguardante il rispetto da parte degli influencer di misure proprie dei servizi media

«L'influencer marketing è quel tipo di attività in cui alcune persone, che diventano dei veri e propri simboli, utilizzano il proprio potere persuasivo sulla propria fanbase o seguaci per influenzare le loro capacità di acquisto», spiega Pasquale Incarnato, digital strategist. 

«Il settore è in grande crescita già da un paio d'anni, con un +13% nel 2022 Enorme la mole del “pubblico”: si parla di miliardi di utenti in tutto il mondo. Proprio per questo motivo non deve sorprendere che l'Agcom voglia regolamentare il settore affinché ci sia innanzitutto trasparenza. L'Autorità vuole rendere, dove possibile, le attività di influencer marketing assimilabili ai servizi audiovisivi», continua. 

Dopo i 60 giorni di consultazione pubblica, l'Agcom stilerà delle linee guida che i creator dovranno seguire. Ma cosa cambierà in sostanza? «Gli influencer verranno divisi in due categorie: quelli la cui attività è totalmente assimilabile ai servizi audiovisivi, con l'obbligo di rispettare il Tusmar - Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici -. In questo caso c'è bisogno che l'influencer rispetti dei parametri ben precisi, come un numero di dipendenti minimi. C'è poi l'influencer non continuativo che ad oggi non dovrà sottostare a queste linee guida. C'è da chiedersi se il controllore sarà in grado di attuare la distinzione e mantenerla». La differenza introdotta dall'Autorità tra “soggetti che propongono contenuti audiovisivi in modo continuativo” e “soggetti che operano in maniera meno continuativa e strutturata” attualmente potrebbe dare luce a interpretazioni speculative. «Ad oggi non ci sono chiari parametri di distinzione tra l'una e l'altra tipologia. Credo che alla fine della consultazione possa esserci maggiore chiarezza ma il fatto che siano linee guida e non norme dà l'idea che possano essere facilmente interpretabili», prosegue Incarnato. 

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Se prima creare contenuti era uno strumento di socializzazione, il problema è nato dal momento in cui è diventato uno strumento di business. «In questo senso trovo corretto che l'Agcom abbia cercato di mettere ordine nel caos di questo settore.

In questo caso la regolamentazione porta dei vantaggi». 

«D'altro canto ciò potrebbe diventare una soglia di sbarramento in entrata: si verrebbero a creare degli influencer di serie A, che deterrebbero di fatto il monopolio nel settore e degli influencer di serie B, più piccoli e pressocché irrilevanti», conclude. 

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