Afragola, la masseria Antonio Esposito Ferraioli devastata per la quinta volta

«Questi attacchi non fermeranno le nostre attività e la nostra azione contro camorra e malaffare»

Il raid nella masseria Antonio Esposito Ferraioli
Il raid nella masseria Antonio Esposito Ferraioli
di Marco Di Caterino
Venerdì 7 Luglio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 17:02
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Sono entrati in cinque, hanno sfondato le porte di ingresso, sono entrati negli uffici e nello shop e hanno preso di tutto, distruggendo quello che invece non era merce appetibile. La masseria Antonio Esposito Ferraioli di Afragola è stato ancora una volta assaltata. L'ennesimo raid è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza, che a quanto pare non hanno fatto da deterrente per i cinque che hanno preso di mira il bene confiscato alla camorra più grande dell'area metropolitana di Napoli. Il quinto episodio che sta mettendo a dura prova le cooperative del terzo settore che gestiscono il bene confiscato al clan Magliulo di Afragola e hanno subito fin dall'inizio intimidazioni.

«Inutile negare che queste azioni ci fiaccano, sia dal punto di vista economico che morale. Ancora una volta ricordiamo a tutti che qui la camorra ha perso. Questi attacchi non fermeranno le nostre attività, la nostra azione contro camorra e malaffare» ha detto Giovanni Russo, responsabile della struttura. 

Il primo a correre verso l'orto sociale è Salvatore, 9 anni, figlio di professionisti del Vomero, che qualche settimana fa, aveva piantato pomodori, seguito la crescita delle piantine passo passo era impazzito di gioia quando erano spuntati i primi piccoli accenni del frutto.

Si è fatto accompagnare dai genitori dai suoi pomodori e la delusione si è dipinta sul volto.

Tutte le piante sono state distrutte. Calpestate, sradicate, spezzate. Uno choc per Salvatore, che ha pianto in silenzio, accovacciato su quello che restava dell'orto.

«Davanti a quella scena di disperazione, la mia rabbia si è fatta dolore, solo in parte stemperato dai tanti che si sono precipitati nella Masseria in segno di solidarietà, pronti a rimboccarsi le maniche per riparare, riseminare e ricominciare ancora una volta» ha confessato Russo. Quello dell'altra notte è il quinto furto in questo immenso polmone di verde circondato da cemento: 308 orti urbani assegnati ad altrettante famiglie, un frutteto di oltre 8 mila alberi tra ciliegi, peri, meli, le dolcissime albicocche Pellecchielle, e perfino quarantina di alveari. 

Un'oasi felice su cui incombe una sorta di maledizione, con furti davvero strani, come quello degli attrezzi agricoli di due mesi fa, che il giorno dopo sarebbero serviti per la semina degli ortaggi. 

O come quello dell'impalcatura del cantiere nel 2018, con fondi già stanziati per la realizzazione di una struttura polivalente di accoglienza per donne e bambine maltrattate, un chiosco e un'area gioco. Cantiere che procede lento come una tartaruga, tanto da far ritirare a Costa Crociera Foundation «con rammarico» il suo sostanzioso finanziamento destinato a un'altra iniziativa. Senza contare la spada di Damocle che incombe sul futuro, la possibile realizzazione di uno svincolo autostradale sugli orti urbani, contrastata iniziativa presa dall'attuale amministrazione. «Teniamo duro. Il prossimo anno, ospiteremo almeno dieci scuole al mese, e stiamo facendo sforzi immani per aprire un centro di pet therapy con gli asinelli destinati ai bambini disabili. A dispetto dei furti, delle autostrade e di questa regia nera che trama nell'ombra per sfiancarci per farci andare via. Non accadrà mai» ha promesso Giovanni Russo. 

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