Bradisismo Campi Flegrei, le sonde danneggiate dalle barche: in fumo dati e soldi spesi

La Guardia costiera: sanzioni severe a chi si aggancia alle boe

Le sonde danneggiate
Le sonde danneggiate
di Pasquale Guardascione
Venerdì 23 Giugno 2023, 23:44 - Ultimo agg. 24 Giugno, 17:20
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«Medusa» è la prima infrastruttura di ricerca e monitoraggio geofisico marino del bradisismo installata nei Campi Flegrei dal 2015. È stata progettata e messa a punto per integrare le reti di monitoraggio presenti sulla terraferma. Era costituita inizialmente da quattro boe equipaggiate con strumentazione geofisica e oceanografica che trasmettono dati in tempo reale alla sala di monitoraggio di Napoli dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. «Negli ultimi due anni abbiamo purtroppo dovuto più volte constatare il danneggiamento di parte della strumentazione delle “mede elastiche” - ha dichiarato Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano - Abbiamo inviato una nota alla Guardia costiera, che ringrazio per il supporto, un atto dovuto al fine di salvaguardare la rete di sistemi di sorveglianza che ci consente di monitorare la caldera vulcanica nella parte sottomarina che copre la metà della caldera dei Campi Flegrei». 

Una stima del valore economico dell’intero parco strumentale Medusa, sia delle parti emerse sia quello presente sui fondali marini, è un milione. I tecnici e i vulcanologi hanno appurato che i danni sono provocati da natanti che si agganciano o per qualche manovra azzardata. 

«Spiace dover prendere atto che i danni subiti ammontano ad oggi ad alcune centinaia di migliaia di euro - continua Di Vito - Questo oltre alla continua necessità di interventi tecnici, che possono essere resi complessi dalle condizioni meteomarine. Ma che sono necessari per garantire sempre il monitoraggio continuo dell’area. Purtroppo, alla fine dell’anno scorso, una delle quattro mede elastiche ha subito danni irreversibili, a seguito di un probabile impatto, con il suo conseguente affondamento. Ora una delle prossime attività progettuali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riguarderà proprio il ripristino della funzionalità della stazione marina di monitoraggio, boa e modulo sottomarino che, nel corso dei suoi 17 anni di vita operativa, ha fornito un prezioso contributo per il monitoraggio, anche ai fini delle attività del Dipartimento della Protezione Civile». 

La guardia costiera di Pozzuoli in settimana per questo motivo e, a seguito della nota dell’Osservatorio Vesuviano, ha emesso un’ordinanza con la quale ha interdetto in un raggio di 50 metri di ampiezza attorno a ciascuna boa qualsiasi tipo di attività dal transito all’ormeggio, così come anche l’immersione subacquea o la semplice balneazione.

Per i trasgressori sono previste multe di oltre mille euro. 

«Uno degli obiettivi è sensibilizzare la popolazione al fine di tutelare e salvaguardare tutti quegli strumenti e le infrastrutture che costantemente consentono, grazie al paziente e instancabile lavoro di molti ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano, e garantiscono il monitoraggio h24 dei Campi Flegrei, una delle aree vulcaniche più pericolose al mondo», ha affermato Di Vito. Infine, il sollevamento massimo registrato alla stazione gps del Rione Terra ad oggi è di 104 cm da gennaio 2011. 

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«Nei bollettini settimanali e mensili riportiamo buona parte delle misure e delle osservazioni che vengono effettuate sui Campi Flegrei - conclude Di Vito -. La deformazione del suolo che sta interessando la parte centrale dell’area flegrea sta avvenendo ad una velocità massima di 15 mm/mese, con delle oscillazioni, come quella degli ultimi giorni, ma che vanno interpretate insieme a tutti gli altri fenomeni che osserviamo, primo tra tutti la sismicità, ma anche le emissioni idrotermali e tanti altri fenomeni, che non stanno mostrando variazioni significative». 

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