Stupro al parco Verde di Caivano, la mamma della vittima: «Mi hanno portato via gli altri due bambini»

La telefonata della donna all’avvocato: «Sono disperata: portatemi dai miei figli»

Parco Verde
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Maria Chiara Aulisiodi Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 6 Settembre 2023, 23:45 - Ultimo agg. 7 Settembre, 17:10
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La telefonata della mamma di una delle due bambine abusate al parco Verde di Caivano è arrivata al cellulare dell’avvocato Angelo Pisani ieri mattina durante la presentazione del suo ultimo libro “Ho visto Chicca volare”, nella scuola “IC3 Parco Verde”, dedicato alla vicenda della piccola Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni violentata e poi buttata giù dall’ottavo piano dal suo stesso aguzzino. Poche parole, quelle della donna, per comunicare al suo legale che anche gli altri due figli minori le erano stati portati via e affidati a due case famiglia.

Avrebbe dovuto partecipare alla presentazione del libro, organizzata in uno degli istituti scolastici del rione, insieme con la maestra Pina Pascarella che le sta accanto dall’inizio di questa vicenda. È venuta meno “perché - ha detto al telefono - devo capire dove stanno portando i figli miei. Senza di loro non posso campare”. 

Immediata la reazione di Pisani che si sta occupando di tutelare la famiglia di una delle due piccole vittime con l’avvocato Antonella Esposito: «Se è vero che questa donna non ha la capacità genitoriale per occuparsi della crescita dei figli è anche vero che va protetta e aiutata. Abbandonarla a se stessa è la cosa peggiore che si possa fare: per questa ragione da subito avevo chiesto l’allontanamento di mamma e figli dal parco Verde senza mai avere alcun riscontro dalle istituzioni. Perché - si domanda Angelo Pisani - non portano anche lei nella stessa casa famiglia dove attualmente vivono le due figlie? Si tratta di un luogo protetto dove continuare a stare accanto alle bambine in sicurezza.

La soluzione ideale, visto che di figli gliene hanno tolti tre, sarebbe quella di trasferire l’intero nucleo familiare nella stessa struttura, un modo per farli sentire meno soli. Senza contare - aggiunge Pisani - che quella donna ormai vive in un ambiente del tutto ostile: la ritengono responsabile del nuovo clima di legalità che ha bloccato il mercato della droga e ogni altra attività illecita sul territorio di Caivano».

 

Le due sorelline, così come racconta la donna, sarebbero state collocate nella medesima casa di accoglienza mentre il ragazzino in un’altra comunità destinata ai minori allontanati dai genitori. «Esistono le “case madri/figli” - spiega l’avvocato - dove trova ospitalità chi vive situazioni di grave disagio psicologico, familiare o sociale. Si tratta spesso di donne che versano in condizioni di povertà, di degrado socio-culturale e ambientale, di devianza, di malessere psicologico che hanno bisogno di sostegno per ottenere una maggiore autonomia e una crescita individuale. Ecco - aggiunge - mi sembra che questa donna con i suoi figli rientri a pieno titolo in queste categorie». Gli avvocati descrivono una «mamma disperata, certamente problematica ma distrutta da una storia che l’ha colpita due volte. La prima quando è venuta a conoscenza dei molteplici abusi perpetrati sulla figlia e sulla nipote, la seconda quando un po’ alla volta le hanno portato via tre figli su quattro. L’ultimo - aggiungono - è ancora a casa solo perché ha appena compiuto diciotto anni altrimenti anche lui avrebbe seguito le sorti delle due sorelle e del fratello».

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La donna era attesa alla presentazione del libro dell’avvocato. Un momento di confronto su temi di scottante attualità partendo dalla triste storia di Fortuna, per tutti Chicca - Pisani ha difeso la famiglia Loffredo nel processo - attraverso la ricostruzione dell’indagine giudiziaria. Della vicenda si parlato tanto proprio in queste settimane dopo i fatti di Caivano.

Era il mese di giugno del 2014 quando si viene a sapere che una bambina di sei anni è caduta dal settimo piano del palazzo in cui abitava, nel parco Verde, lo stesso dove un paio di anni prima un altro bimbo, Antonio, più piccolo di lei, aveva subito la stessa sorte. Fortuna muore sul colpo ma si capisce quasi subito che non si è trattato di incidente. A intuirlo prima di tutti è una docente della scuola che la bimba frequentava, la prof si rivolge a Pisani affinché si metta al lavoro per non far passare sotto silenzio la tragedia. Il resto è storia nota. 

Ieri, al tavolo dei relatori: il preside della scuola Bartolomeo Perna, l’ex procuratore della Repubblica di Napoli Giovandomenico Lepore, il magistrato Nicola Graziano, l’avvocato Antonella Esposito, la criminologa Francesca Beneduce, in collegamento web la grafologa forense Sara Cordella, il commercialista Ezio Stellato. Su un punto tutti d’accordo: «Fermiamo la strage di bambini, ognuno faccia la sua parte». 

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