Campania, la Costiera ritrova gli stagionali: facchini, camerieri e bagnini

Le modifiche al reddito di cittadinanza ridanno impulso al lavoro nel turismo

Turisti a Sorrento
Turisti a Sorrento
di Massimiliano D’Esposito
Mercoledì 2 Agosto 2023, 23:45 - Ultimo agg. 4 Agosto, 07:04
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Il gran ritorno di facchini, camerieri, bagnini, portieri e addetti ai piani. Il reddito di cittadinanza finisce in soffitta e per le imprese turistiche diventa più facile trovare lavoratori, soprattutto stagionali. Si calcola che, rispetto allo scorso anno, oltre mille addetti in più abbiano cercato e trovato lavoro. La conferma arriva dalla Penisola sorrentina, principale industria dell’accoglienza del Mezzogiorno, che quest’anno veleggia verso il record di tre milioni di presenze. Una marea umana proveniente da ogni angolo del mondo che pretende un’ospitalità all’altezza della fama della Costiera. Non bastano alberghi che offrano tutti i comfort possibili ed immaginabili, servono anche addetti che si prendano cura, fino a «coccolare» gli ospiti.

Negli ultimi anni il turismo ha dovuto fare i conti con la grave mancanza di personale, un’anomalia per un settore che ha sempre attirato manodopera. Alberghi, ristoranti, bar e stabilimenti balneari offrivano lavoro senza che si presentassero candidati. Anche le campagne di recruiting organizzate da società specializzate non avevano fornito gli effetti sperati tanto che, soprattutto nel periodo clou dell’estate 2022, alcuni hotel erano stati costretti a rinunciare a una parte delle prenotazioni non potendo contare su un numero adeguato di lavoratori. Su circa diecimila operatori impiegati nei vari settori del turismo ne mancavano circa mille, più del 10 per cento. A mandare in crisi le aziende era stata soprattutto la mancanza di personale qualificato. Peraltro, lo scorso anno si era appena usciti dal lungo periodo della pandemia e solo quando le restrizioni sono state definitivamente revocate è stato possibile riprendere a viaggiare. Ma c’era tanta incertezza: «C’è il rischio di una recrudescenza del virus?». Dubbi che assillavano tanto i turisti quanto chi si preparava a prendere servizio negli alberghi.

Il risultato? In molti hanno preferito la certezza del reddito di cittadinanza all’incognita di un impiego che rischiava di essere di breve durata. «I soli hotel della Costiera contano normalmente tra i cinquemila e i seimila dipendenti - sottolinea il presidente di Federalberghi Campania e Penisola Sorrentina, Costanzo Iaccarino -.

Prima il reddito di cittadinanza e poi il virus hanno spinto tanti nostri collaboratori ad allontanarsi dal settore del turismo. Complici anche gli incentivi all’edilizia in molti hanno preferito spostarsi verso il settore delle costruzioni, motivo per cui l’anno scorso abbiamo dovuto fare i conti con pesanti difficoltà legate a una carenza del personale pari a oltre il 10 per cento della forza lavoro». 

Discorso ben diverso per la stagione in corso. Già dopo le elezioni dello scorso anno era apparso chiaro che, con la vittoria del centrodestra, sarebbe arrivata una stretta per i percettori del Reddito e per il Superbonus edilizio. E così, ben prima che arrivasse il famigerato sms dell’Inps, molti ex dipendenti del turismo hanno chiesto di poter riprendere il lavoro. «In tanti sono tornati - conferma Iaccarino - ma per coprire i posti rimasti vacanti si è fatto ricorso anche ad extracomunitari che abbiamo inserito nelle nostre aziende».

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Emergenza superata quindi? «Non proprio - chiarisce il numero uno degli albergatori regionali -. Abbiamo ancora qualche problema relativo ad alcune figure: personale di sala, addetti ai piani e alla cucina. Si tratta di professionalità necessarie anche in ristoranti e strutture extra-alberghiere, attività che sono in costante aumento e alla continua ricerca di operatori, tanto che l’offerta non è in grado di soddisfare la crescente domanda».

Senza dimenticare che nell’extra-alberghiero permane una sacca di lavoro sommerso costituita da quanti scelgono di lavorare in nero continuando a percepire i sussidi statali. I controlli sono difficili se non impossibili, basti pensare che solo Sorrento conta oltre mille attività del comparto. Da ciò la necessità per le aziende di puntare sui giovani.

«Bisogna far comprendere ai ragazzi il piacere di lavorare nel settore dell’ospitalità - conclude Iaccarino - Devono capire che mettersi in gioco e imparare un mestiere può rappresentare il loro futuro e noi abbiamo il dovere di offrire una formazione all’altezza delle mutate esigenze della clientela». 

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