Il gesto di puntare una pistola contro la sua vittima e minacce reiterate. «Ti ammazzo di botte», «Ti uccido», parole che avevano lo scopo di terrorizzare. E, ancora, ripetute provocazioni e sguardi minacciosi indirizzati a un piccolo imprenditore di Pozzuoli e ai suoi familiari.
Un incubo iniziato nell'aprile del 2022 a cui hanno messo la parola fine i carabinieri della Compagnia di Pozzuoli che ieri mattina hanno eseguito un'ordinanza di divieto di avvicinamento a carico di Andrea Ferro, 50 anni, cugino del 43enne pentito di camorra Antonio Ferro e del 45enne fratello di quest'ultimo Andrea, condannato a oltre 13 anni durante il maxi processo Iron Men. L'uomo è anche il nipote dei boss Rosario Ferro, detto capatosta, trucidato nel 1988 a sua volta fratellastro dell'attuale boss di Pozzuoli Gaetano Beneduce.
Proprio sul legame di sangue con i due cugini che dal 2010 al 2013 sono stati i capi dell'omonimo clan di famiglia, che il 50enne faceva leva per intimorire l'imprenditore con il quale era nato un astio per motivi personali.
Il 50enne è ritenuto gravemente indiziato di atti persecutori, reato aggravato dal metodo mafioso in quanto, al cospetto della vittima, a più riprese ha sottolineato l'appartenenza ai boss del clan Ferro. Nei guai è finito anche il fratello maggiore dell'uomo, che attualmente è indagato a piede libero. Quest'ultimo, secondo le indagini, avrebbe partecipato all'attività di stalking messa in atto ai danni dell'imprenditore. In alcune occasioni i due avrebbero stazionato davanti al negozio: il 50enne, al cospetto della vittima, l'avrebbe poi provocata con minacce, mimando spesso di impugnare una pistola.