Pompei, cunicoli dei tombaroli: tracce di scavi dal 1987

Nel tunnel una merendina scaduta 37 anni fa e un pacchetto di sigarette

Cunicoli dei tombaroli tracce di scavi dal 1987
Cunicoli dei tombaroli tracce di scavi dal 1987
di Dario Sautto
Sabato 24 Febbraio 2024, 08:29 - Ultimo agg. 12:40
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«Sotto l'abitazione ci sono più punti in cui i tombaroli hanno effettuato saggi e scavi clandestini». Dalla cantina di una casa ampliata abusivamente i trafficanti di reperti archeologici sono riusciti ad entrare più volte nella parte ancora sconosciuta della Villa dei Misteri, uno dei luoghi simbolo degli scavi di Pompei. A spiegare cosa è accaduto probabilmente a partire dal 1985 è stato l'archeologo Angelo Mazzocchi, uno degli esperti incaricati di effettuare i primi sopralluoghi in quell'area dove fino allo scorso mese di ottobre sorgeva la villetta abusiva di proprietà della famiglia Jovanovic.

Da un rudere trasformato in villa con vista sull'area archeologica più visitata d'Italia, i tombaroli sarebbero riusciti per decenni ad entrare ed a saccheggiare l'area ancora sepolta, quella in cui dovrebbero sorgere i locali servili della lussuosa dimora di epoca romana distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo. «Alle spalle dell'edificio ha spiegato il testimone nel corso dell'udienza abbiamo trovato il criptoportico, purtroppo bucato dall'azione dei tombaroli». Tra gli oggetti già recuperati, c'è addirittura un piccone, utilizzato nel corso degli scavi clandestini per forare senza alcuna attenzione i muri di epoca romana, distruggendo per sempre quelle tracce di storia, oggetti ed affreschi. E poi ci sono cocci, frammenti di affreschi, buste di plastica, pacchetti di sigarette e addirittura confezioni di patatine con data di scadenza che risale al 1987, che fa risalire i primi scavi clandestini proprio a quasi quarant'anni fa.

Secondo la Procura di Torre Annunziata, dalla cantina di quella abitazione sarebbero stati realizzati diversi scavi clandestini per raggiungere la parte ancora sepolta della Villa dei Misteri per saccheggiarla. Una tesi che, ora, viene confermata dagli ultimi accertamenti e dal ritrovamento sia dei cunicoli ancora esistenti, che dalle tracce di «altri tunnel richiusi con terriccio e scarti dei precedenti scavi clandestini». Nel corso delle ultime settimane, i carabinieri hanno effettuato insieme al personale del Parco Archeologico e alla presenza dei vigili del fuoco specializzati nelle ispezioni speleologiche diversi sopralluoghi in quell'area, anche con l'utilizzo di telecamere e sonde per verificare la sicurezza per futuri interventi.
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Indagini archeologiche e attività investigative proseguiranno di pari passo, anche nel corso del processo che si sta svolgendo dinanzi al giudice del tribunale di Torre Annunziata Antonello Anzalone, che ha fissato la prossima udienza a inizio marzo. Nel frattempo, però, la difesa della famiglia Jovanovic continua a sostenere che quegli scavi clandestini siano antecedenti al possesso dell'abitazione, ma secondo l'accusa sarebbero stati proprio loro ad aver realizzato i cunicoli. E da quei tunnel sotterranei, secondo gli esperti, sono stati saccheggiati sicuramente reperti archeologici dal valore inestimabile, poi finiti sul mercato nero gestito dai trafficanti d'arte e, di conseguenza, nei musei di tutto il mondo con documenti contraffatti e provenienze «ignote».
 

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