Domenicantonio Vellega bruciato vivo dalla moglie e dal nuovo compagno, gli assassini incastrati dai guanti blu

Resta da chiarire il ruolo rivestito dalla figlia di Francesca e Domenicantonio

Domenincantonio Vellega tra Maddalena Masi e Francesco Miranda
Domenincantonio Vellega tra Maddalena Masi e Francesco Miranda
di Pino Neri
Martedì 30 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 12:18
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Un omicidio raccapricciante, un delitto atroce scoperto dai carabinieri dopo due anni: Domenincantonio Vellega, 48 anni, di Marigliano, la notte del 3 marzo 2022 fu prima tramortito e poi bruciato vivo nella sua macchina dalla ex moglie e dal compagno di lei per motivi probabilmente legati ai loro rapporti personali. Rapporti che però non sono stati ancora chiariti del tutto e che quindi non sono stati resi noti. Gli investigatori hanno comunque categoricamente escluso sia il movente passionale che quello di camorra dietro l'efferato omicidio. Intanto ieri mattina i militari hanno arrestato e subito dopo portato rispettivamente nel carcere femminile di Pozzuoli e in quello maschile di Poggioreale Maddalena Masi, 39 anni, e Francesco Miranda, 51 anni. Sarebbero stati traditi dal ritrovamento di un paio di guanti blu di gomma e di alcune tracce di sangue rimaste nel loro alloggio. I due convivono da diverso tempo nel rione della ricostruzione di Pontecitra, a Marigliano, un enorme conglomerato povero e degradato, una grande piazza di spaccio della criminalità organizzata legata ai clan di Napoli. Comunque il delitto è ancora avvolto nel mistero. La Masi è la ex moglie di Vellega, dal quale era separata. Dal loro matrimonio nacque una figlia, che ora ha 14 anni. La bambina viveva nella casa della mamma, nel rione Pontecitra, insieme con il compagno della donna, Francesco Miranda appunto. La ragazzina è stata nel frattempo affidata dagli inquirenti ai servizi sociali attraverso l'intervento del tribunale dei minori. 

È una storia da pelle d'oca.

I tre protagonisti di questa brutta vicenda, sia la vittima che i carnefici, risultano tutti pregiudicati per piccoli reati. I carabinieri escludono che il movente dell'omicidio sia legato al passato di Masi, Miranda e Vellega (le indagini sono della compagnia di Castello di Cisterna, diretta dal tenente Alessandro Gagliano, con il coordinamento della procura di Nola ).

Esclusa anche la pista passionale. A questo punto c'è dunque ancora da chiedersi che cosa abbia potuto spingere Francesco Miranda e Maddalena Masi a tramortire Domenicantonio Vellega nel loro alloggio di Pontecitra, caricarlo nella sua auto, una Fiat 600, per poi dare fuoco alla vettura nella campagna di Acerra mentre la vittima era ancora viva, stando almeno ai risultati dell'autopsia effettuata sul cadavere carbonizzato. Tutto da chiarire anche il ruolo rivestito dalla figlia di Masi e Vellega. 

In base alle indiscrezioni Vellega andava spesso a trovare sua figlia recandosi a casa della ex moglie e del convivente. Ma non si sa che cosa sia successo esattamente la sera del 3 marzo 2022. Quel che è certo, secondo gli inquirenti, è che il 48enne quella sera incontrò la ex consorte e il compagno nell'alloggio di Pontecitra. Qui Masi e Miranda avrebbero improvvisamente colpito Vellega lasciandolo tramortito (il tipo di arma usata per colpire la vittima non è stata rivelata dagli investigatori).

Subito dopo i due decisero di caricare l'uomo, ormai privo di sensi, nella sua stessa vettura, la Fiat 600, parcheggiata sotto il palazzo. Una volta alla guida della vettura Francesco Miranda guidò l'auto fino ad una zona di campagna, in via Torricelli, ad Acerra. Maddalena Masi giunse sul posto a bordo di un'altra macchina. Infine, il gesto orribile: Francesco Miranda e Maddalena Masi incendiarono in pochi secondi la Fiat 600 con a bordo Vellega ancora vivo. Subito dopo si diedero alla fuga con la seconda automobile portata dalla Masi. Ma un testimone assistette alla scena terribile. Sempre secondo i carabinieri un passante vide Miranda mentre usciva dalla 600 indossando dei guanti blu di gomma. 

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I carabinieri trovarono dei guanti blu durante una perquisizione domiciliare nell'alloggio di Pontecitra, all'interno del bidone dell'immondizia piazzato su un balcone. Inoltre i militari rinvennero nell'appartamento tracce di sangue. Delitto e depistaggi. Gli inquirenti accusano Maddalena Masi e Francesco Miranda di aver tentato di far credere in un primo momento che Vellega si fosse suicidato e, in una fase successiva alle prime indagini, che dietro quello che iniziò a profilarsi come un omicidio in piena regola ci fosse la camorra. Per far avvalorare questa falsa pista la coppia piazzò di nascosto in casa di Vellega una pistola. L'arma, che durante una prima perquisizione non fu trovata dai carabinieri, fu poi rinvenuta in una seconda perquisizione sollecitata dagli stessi amanti. 

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