Antonella Di Massa morta a Ischia: «Aspettava qualcuno», c'è la pista dell’omicidio

I testimoni: «Passeggiava nervosamente, forse si nascondeva»

Antonella e i suoi movimenti
Antonella e i suoi movimenti
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 29 Febbraio 2024, 23:48 - Ultimo agg. 1 Marzo, 19:59
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Da che cosa o da chi si sentiva inseguita Antonella? Quali fantasmi la perseguitavano? Perché si è improvvisamente allontanata da casa? Ed ancora, quando e come è morta? La scoperta del corpo senza vita di Antonella Di Massa - 51 anni, una vita familiare senza scossoni, un sorriso solare e quell’impegno quotidiano sempre dalla parte dei più deboli - si perde in un labirinto di misteri. Dopo il ritrovamento del suo cadavere in un aranceto di Succhivo, piccola frazione di Serrara Fontana, a Ischia, la Procura attende i risultati dell’autopsia, e non esclude alcuna ipotesi: compresa quella dell’omicidio.

Il giorno dopo la tragica scoperta fatta da due inviati di “Chi l’ha visto?” nell’Isola Verde regnano sgomento e sconcerto. E la famiglia si chiude in un comprensibile riserbo. Nella villetta di via Pio Monte della Misericordia, Casamicciola, la sorella della vittima chiude la porta ai giornalisti: «Ci avete già coperti di fango, andate via di qua e rispettate il nostro dolore. Adesso vogliamo solo sapere che cosa è successo». 

Venti chilometri più a sud, nel Comune di Serrara Fontana, l’ultima meta di Antonella - come confermano numerose immagini delle telecamere di videosorveglianza - la stradina di campagna che costeggia il terreno agricolo che per la 51enne si è trasformato in una tomba è deserta. Sull’arco in pietra che introduce all’aranceto di proprietà di due anziani contadini ci sono ancora i sigilli posti dai carabinieri mercoledì pomeriggio, dopo la macabra scoperta.

Il medico legale ha avanzato l’ipotesi che il decesso della donna risalirebbe a circa 24 ore prima del ritrovamento. Il che schiude le porte a nuove incongruenze, a nuovi dubbi. E a nuovi misteri. Ma la notizia filtrata ieri dal più stretto riserbo degli inquirenti è un’altra: sul corpo di Antonella sarebbero state riscontrate delle ecchimosi. Lividi compatibili con una caduta, sì, ma molto più probabilmente con una violenza commessa da qualcuno. Per questo il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli titolare del fascicolo - Gloria Sanseverino - professa massima cautela: prima di sbilanciarsi verso qualunque ipotesi investigativa vuole attendere i risultati dell’autopsia. 

Al centro del mistero resta un interrogativo. Antonella Di Massa - sposata da anni con un dipendente dell’Esercito che lavora nell’area dei radar di Monte Epomeo ed è madre di due figlie che studiano all’Università - esce di casa sabato 17 febbraio per non farvi più ritorno. Le telecamere la inquadrano all’esterno della Pro Loco di Succhivo, mentre imbocca via Caravano, la stessa che porta al podere rustico dove poi verrà ritrovata morta mercoledì scorso. Tutti gli ultimi suoi movimenti (come ricostruisce la grafica in pagina) sembrano contenersi ad uno spazio relativo, meno di un chilometro quadrato. E allora, se è vero che la sua morte risale a lunedì-martedì scorsi, dove ha trovato riparo negli oltre dieci giorni di totale scomparsa? 

Non solo le telecamere. Ci sono anche due testimoni che ieri abbiamo incontrato nella zona di via Caravano, i quali giurano di averla vista, sabato 17 febbraio intorno a mezzogiorno, passeggiare nervosamente lungo l’arteria stradale dalla quale si dipana quel viottolo di campagna.

«Ho riconosciuto Antonella quando, dopo la denuncia di scomparsa, furono mostrate le sue fotografie», dice Giovanni Mattera: Mattera è il volontario che intuì la possibilità che la donna non si sarebbe mai allontanata da quell’area, al punto da indicare ai volontari e alle unità cinofile molecolari un’area di potenziale ricerca. In quella circostanza i cani diedero segnali chiari di nervosismo, come se avessero fiutato qualcosa, ma non si arrivò ad alcun risultato.

Poi c’è Giovanni Iacono, che racconta: «Sabato 17, verso la mezza, ero nei pressi della Pro Loco e ho notato la sagoma di una donna che indossava il cappuccio di un trench, e appariva agitata. Quando sono state mandate in onda le immagini dei sistemi di videosorveglianza mi sono detto: “Ma allora quella donna era lei, Antonella!”. A un certo punto fa per nascondersi dietro a un muro, e assume un atteggiamento guardingo: quasi come se volesse nascondersi da qualcuno; oppure come se attendesse l’arrivo di qualcuno».

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Luci, poche, e ancora tante, troppe ombre. Perché Antonella aveva quell’atteggiamento guardingo che non le apparteneva normalmente? Doveva realmente incontrare qualcuno, oppure qualcosa la spaventava al punto da coprirsi parzialmente il viso, nonostante la calda giornata quasi estiva? E ancora: può reggere l’ipotesi che dal 17 a quando è stata ritrovata senza vita sia rimasta sempre in quelle campagne? Un fatto è certo: allo stato delle cose la sua morte non si può liquidare come un semplice suicidio.