Il ministro Zangrillo torna a Caivano: «Voce a bambini e imprese per la ripartenza»

«Se vogliamo fare di Caivano un modello esportabile in altre realtà difficili è necessario mirare alto»

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo
Il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo
di Marilicia Salvia
Mercoledì 6 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 07:30
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Non una semplice messa a punto della macchina comunale ma un intervento profondo e innovativo, che dovrà assicurare ai cittadini, da parte del loro Municipio, servizi del massimo livello di qualità raggiungibile: a un mese di distanza dalla sua prima visita, quando presentò la task force di funzionari del Dipartimento della funzione pubblica e del Formez che da allora affianca il lavoro dei dipendenti comunali, il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo torna oggi a Caivano per alzare l'asticella di quella sfida. «So che tutte le persone coinvolte nel nostro progetto - afferma Zangrillo - hanno compreso il senso d'urgenza, e si sono mosse nella direzione di garantire che alla progettazione segua da subito la capacità di far accadere le cose. In questo senso rivivo l'esperienza del piano casa dopo il terremoto dell'Aquila, e degli interventi successivi al crollo del Ponte Morandi. C'è la stessa necessità di fare presto e bene, di ricostruire soprattutto il senso della comunità».

Come può farlo la pubblica amministrazione?
«Nell'attività amministrativa la comunità, i cittadini, le imprese devono trovare un riferimento sicuro e qualificato.

Un Comune che funziona bene è uno strumento capace di migliorare anche le relazioni e le condizioni del contesto economico e sociale: può favorire quelle contaminazioni capaci di innescare una crescita organica e serena. È per questo che nel Piano che presenterò stamattina, elaborato con i commissari straordinari che reggono il Comune e con il commissario di governo per la riqualificazione, abbiamo tra l'altro dato spazio a un progetto che riguarda i bambini».

La fascia di popolazione, cioè, che i fatti tragici del Parco Verde hanno dimostrato vivere in una condizione di degrado e di rischio? Cosa prevede il piano?
«L'istituzione di un Consiglio delle bambine e dei bambini. Vogliamo coinvolgere gli alunni delle quarte e quinte delle quattro scuole primarie di Caivano: 700 bambini tra gli 8 e i 10 anni da rendere protagonisti della crescita del loro territorio».

In che modo?
«Entro Natale avvieremo un primo contatto con i dirigenti scolastici. Abbiamo previsto tempi serrati, per marzo il Consiglio sarà insediato: i bambini di Caivano devono avere finalmente voce, e soprattutto ascolto. Stesso obiettivo intendiamo raggiungerlo attivando un tavolo con le associazioni, i giovani, i diversamente abili, per favorire l'inclusione sociale e, attraverso di essa, la crescita culturale».

Da zero a mille: è un obiettivo realistico per un motore inceppato da molte incrostazioni, dovute non solo a carenze numeriche, come quello del Comune di Caivano?
«Se vogliamo fare di Caivano un modello esportabile in altre realtà difficili è necessario mirare alto. Nel nostro Piano la prima linea d'intervento riguarda non a caso il capitale umano. Avevamo la necessità di comprendere, nel quadro di fragilità strutturale della pubblica amministrazione, il livello di competenza ed esperienza dei dipendenti, un lavoro preliminare che è stato affidato ai trenta dipendenti del Dipartimento e del Formez, che vedrò stamattina. Allo stesso tempo, abbiamo avviato subito le procedure per nuove assunzioni».

I due bandi riguardano l'assunzione di 31 unità, di cui 15 vigili urbani e 16 funzionari: sono già arrivate circa 1,100 domande. Si aspettava una simile risposta?
«Considerata la realtà complessa per la quale ci si candida a lavorare, sono tantissime. Per la maggior parte sono arrivate dalla Campania e dalla provincia di Napoli in particolare, ma ce ne sono a un po' tutte le regioni, soprattutto Lazio, Sicilia e Lombardia. Mi sembra un dato due volte significativo: da una parte smentisce il luogo comune sulla scarsa attrattività del lavoro nella pubblica amministrazione, e dall'altra, mettendoci nelle condizioni di selezionare candidati all'interno di un bacino più ampio, ci garantirà assunzioni di un livello qualitativamente più alto».

L'alto numero di candidati rallenterà i tempi della definizione del concorso?
«I bandi si chiuderanno il 16 dicembre, dunque è probabile che il numero delle domande aumenterà ancora. Ma in ogni caso prevediamo le immissioni in servizio per l'inizio di marzo. Nel frattempo l'attività di supporto e formazione del personale esistente da parte della task force andrà avanti, e si arriverà alla predisposizione del Piano integrato attività e organizzazione del Comune, quello che consente di definire il modello di governance, lavoro agile, pari opportunità, misure anticorruzione».

I Comuni di solito lo stilano ogni anno.
«Caivano non l'aveva mai fatto. E non solo quello».

Banali lacune burocratiche?
«Naturalmente no. Il Comune è il cuore di una comunità: a Caivano lo hanno dimenticato. La terza linea di intervento del nostro Piano, quella che prevede la definizione di un tavolo per il rilancio economico, lo dimostra chiaramente. I soggetti istituzionali, Comune in primis, devono saper coinvolgere i soggetti economici locali in una strategia che porti il territorio a crescere. A Caivano il nostro personale sta realizzando la digitalizzazione dello Sportello unico delle attività produttive e dell'edilizia, che dovunque in Italia rappresenta un importante interfaccia tra un Comune e il suo territorio».

Peraltro Caivano conta un'area industriale tra le più attive e produttive del Sud: un paradosso?
«L'area Asi è un punto di riferimento essenziale. Nel nostro Piano abbiamo previsto un tavolo per progetti finanziabili con fondi europei. Le imprese locali hanno i numeri per intercettare questi finanziamenti: vanno sostenute dalla pubblica amministrazione, i benefici arriveranno a cascata sull'occupazione, e quindi sulla collettività». 

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