La sfida del ministro Piantedosi: «Con i fondi del Pnrr Napoli sarà più sicura»

Il ministro: «Già rinforzati alcuni presìdi, stiamo blindando strade, ospedali e stazioni»

Il ministro Piantedosi
Il ministro Piantedosi
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 3 Dicembre 2023, 23:30 - Ultimo agg. 5 Dicembre, 07:04
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La sicurezza dei cittadini, la tutela delle fasce sociali più vulnerabili, ma anche il futuro del Paese per come lo ridisegnerà il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono questi i temi discussi ieri nel Teatro di Corte di Palazzo Reale nell’ultima delle tre giornate di “Casa Corriere”, a Napoli. “La politica? Il coraggio delle scelte”: sul tema hanno discusso - moderati dal vicedirettore del Corriere della Sera Venanzio Postiglione - il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro, Costanzo Jannotti Pecci, presidente Unione Industriali di Napoli, il sindaco Gaetano Manfredi, e due ministri: Matteo Piantedosi (Interni) e Raffaele Fitto (Affari Europei).

Piantedosi torna in città per la seconda volta in tre giorni (venerdì aveva consegnato in Prefettura la medaglia d’oro al valore civile ai genitori di Giovanbattista Cutolo). Impossibile non parlare di sicurezza urbana, partendo da Caivano. E rilancia il concetto: grazie anche ai fondi del Pnrr avremo città più sicure. E Napoli sarà tra le prime a beneficiarne. «Caivano è molto importante per noi - risponde il ministro - ma il nostro impegno non finisce lì, ci sono tante realtà analoghe, e vogliamo fare di Caivano un laboratorio da proiettare in altri contesti. L’obiettivo è quello di garantire sempre una presenza più massiccia sugli scenari. Ho sempre detto, e ne sono testimoni i sindaci quando ci incontriamo nei comitati provinciali, che non dobbiamo illudere che esistano fenomeni risolvibili con la bacchetta magica. Però dobbiamo dare la risposta di sicurezza ai cittadini, rispondendo alla domanda quando dicono che “lo Stato non c’è”, che secondo me la sconfitta peggiore». 

La strategia del Viminale resta una: più presìdi di legalità laddove se ne sente più il bisogno: «Per fare questo - sono sempre parole di Piantedosi - soprattutto nelle grandi città abbiamo rafforzato la presenza delle forze di polizia e della sicurezza, anche della polizia locale, nei luoghi dove viene avvertito maggiormente il bisogno perché c’è la maggiore circolazione di persone, come le stazioni ferroviarie.

Abbiamo incrementato di quasi il 60% i presìdi ospedalieri nei pronto soccorso dei più grandi nosocomi. Stiamo riportando i servizi di polizia lì dove c’è bisogno che siano visti per rispondere a un’esigenza di sicurezza». 

Ma ricostruire Caivano dalle macerie del degrado ambientale e morale non può bastare. Nei giorni scorsi era intervenuto il procuratore Nicola Gratteri: «Noi tutti abbiamo visto in tv la struttura sportiva abbandonata che è costata migliaia di euro, ma vogliamo capire: a chi è stata consegnata? Perché è stata ridotta così? Qualcuno prima o poi dovrà pagare sul piano politico, morale ed etico». Piantedosi ha assicurato l’impegno a ricostruire cosa è successo negli anni scorsi: «Stiamo ricostruendo ciò che è accaduto in passato. Gratteri partecipò, e lo ringrazio, a un importante appuntamento qualche settimana fa. Si rese conto, me lo disse personalmente, che ci occupiamo di tante piccole grandi cose. Contesti come quello devono partire da una ricostituzione delle piccole cose per poi proiettarle verso il grande».

Quando il dibattito passa sui temi del Pnrr, scendono in campo Jannotti Pecci, i sindaci e Fitto. Non ci sta, Gaetano Manfredi, ad essere messo con gli altri primi cittadini sul banco degli “imputati”: «Tutti stanno a fare quasi un esame ai sindaci su cosa fanno o non fanno con i fondi del Pnrr. Le scelte non le hanno fatte i Comuni, i Piano prevede 150 miliardi di infrastrutture, tutti parlano di quello che faranno i Comuni ma gli altri 130 miliardi che devono spendere i ministeri, le partecipate, cosa stanno facendo? Forse il problema non sono i Comuni ma gli altri, visto che non si sta muovendo nulla. Serve onestà intellettuale». Manfredi ha confermato le linee direttrici per Napoli: riqualificazione di Scampia (con abbattimento delle Vele), di Ponticelli e dell’area ex industriale di San Giovanni a Teduccio (con abbattimento e rifacimento del rione Taverna del Ferro). 

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Sulla stessa linea anche il sindaco di Bari, Decaro, che domanda: «Ci sono i 10 miliardi per sostituire, dopo la revisione, quanto era previsto nella prima versione del Pnrr? Meglio capirlo prima di andare avanti con opere pubbliche che altrimenti diventeranno debito fuori bilancio». Replica a stretto giro il ministro Fitto: «Non è stato definanziato alcun intervento. Il decreto del Mef che finanzia il Piano non è stato mai messo in discussione. Come sanno i sindaci, abbiamo avviato una verifica sullo stato di avanzamento delle opere ed esiste un confronto costante con gli attori sociali e le categorie professionali». Per il presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Jannotti Pecci, «questo è il momento delle scelte. Bisogna superare la logica delle polemiche per le polemiche e capire che il Mezzogiorno oggi è la vera locomotiva sulla quale puntare».

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