Grandi pulizie nel porto di Torre del Greco: via la discarica delle reti

Un piano per restituire decoro all'area degli imbarchi molto affollata d'estate

Grandi pulizie nel porto via la discarica delle reti
Grandi pulizie nel porto via la discarica delle reti
di Francesca Mari
Mercoledì 21 Febbraio 2024, 08:17 - Ultimo agg. 11:20
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Se da decenni l'asso nella manica di ogni campagna elettorale è la riqualificazione del porto, attualmente l'intera area non può dirsi progredita. Anzi, salvo qualche minuscolo miglioramento, le due banchine (quella di Ponente con il molo e la passeggiata e quella di Levante dove è sito il Circolo Nautico) riversano spesso in condizioni di degrado, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto igienico-sanitario. In particolare, l'area di Levante all'inizio di via Spiaggia del Fronte, dove attraccano tutte le barche dei pescatori locali e dove c'è la biglietteria che da qualche anno collega Torre del Greco alle isole del Golfo, si trova spesso in condizioni pietose.

Proprio ieri mattina l'amministrazione comunale, alla guida del sindaco Luigi Mennella, ha svolto un'ampia attività di pulizia e diserbo nell'ambito della macro-operazione avviata da mesi per ripristinare il decoro di aree da tempo non interessate da iniziative volte alla riqualificazione ambientale.

Nello specifico, la pulizia della zona posta in prossimità della biglietteria degli aliscafi che in estate partono dal porto corallino per dirigersi verso Capri e Ischia, ha fatto emergere la presenza di reti da pesca dismesse e abbandonate da ignoti, reti che costituivano non solo l'ennesimo esempio di «smaltimento sommario» di rifiuti ingombranti, ma anche un evidente pericolo per i cittadini e più in generale per l'intero sistema eco-ambientale della zona.

Oltre alle erbacce, ai rifiuti lasciati dagli avventori del porto (tra lattine, cartacce, scarti di cibo, bottiglie etc), i turisti che si dirigono nell'area portuale per prendere l'aliscafo, o anche per visitare la zona, si trovano davanti uno spettacolo indecente. Così, o qualche volontario (come l'attivista Andrea Speranza che più volte ha ripulito la banchina dai rifiuti spontaneamente) interviene per disperazione, o il Comune avvia un'opera di pulizia straordinaria. Ma il problema è che, a parte i rifiuti, quelle reti da pesca non dovrebbero stare lì: oltre ad una questione di immagine, esse costituiscono un rischio per l'ambiente e la salute, deteriorandosi col tempo ed emanando anche cattivo odore, anche per le alghe ed altri elementi organici impigliati nelle trame. I pescatori le abbandonano per terra, ma nessuno controlla o sanziona I responsabili degli sversamenti. 

Basterà, quindi, solo un'operazione di diserbo e pulizia occasionale a risolvere questo annoso problema? Sarebbe opportuno che si creasse un tavolo tecnico tra Capitaneria, Comune e polizia Municipale affinché si trovasse una soluzione per arginare il fenomeno. Alla rimozione dei rifiuti depositati illegalmente e alle attività di diserbo, ha preso parte anche l'assessore all'Ambiente Antonio Ramondo.

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«Purtroppo ha commentato siamo di fronte ad un problema, quello legato all'abbandono di rifiuti speciali legati alla pesca, che troppo spesso caratterizza la zona del porto. È una cosa inconcepibile, come se tutti i lavoratori (fabbri, fornai, muratori etc) lasciassero i propri attrezzi in mezzo alla strada perché non sanno come disfarsene. Anche per questo, insieme al sindaco Mennella, abbiamo deciso di chiedere un incontro con i vertici della Capitaneria, ma anche con i rappresentanti delle cooperative di pescatori che operano in città. Con loro valuteremo il da farsi e cercheremo di adottare una strategia comune, che abbia come scopo principale quello di evitare il ripetersi di analoghe situazioni».

La speranza è che questa amministrazione continui ad avere, tra le priorità il rilancio del porto. Tra le prime azioni, la richiesta e poi l'ok dalla Regione, a novembre scorso, per il conferimento delle funzioni amministrative relative al rilascio di concessioni di beni del demanio marittimo nell'ambito portuale. 

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