Napoli, nel Centro direzionale un tappeto di micro-discariche

Napoli, nel Centro direzionale un tappeto di micro-discariche
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 31 Agosto 2022, 00:00 - Ultimo agg. 14:40
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Centro direzionale assediato dal degrado. Tappeti di immondizia nei passaggi pedonali, dissesti a palazzi, fioriere, piante ingiallite e ingolfate di carte, scale mobili e pavimenti devastati quanto sporchi: la city, che pure in queste ore di rientro dalle vacanze torna ad animarsi di lavoratori, manager e baristi, si presenta in queste condizioni. Eppure è la sede partenopea del tribunale, delle Università, di aziende prestigiose e attività imprenditoriali che hanno scelto di restare. Il degrado è dappertutto, tra i palazzi liberty e lo skyline dei grattacieli. Qui non c’entrano le intenzioni di Vincenzo De Luca, né la nuova torre da 300 milioni ipotizzata dal governatore a Gianturco, a poche centinaia di metri da queste del Centro direzionale.

Qui c’entra solo l’incuria, un muro di incuria che produce un muro di rifiuti. Come quelli che trasbordano dalle scale, o dai pacchi di cartone che bloccano letteralmente l’accesso nell’area di parcheggio di un passaggio pedonale, non lontano dal cantiere della metro in lavorazione (da anni). A terra, a lato dei marciapiedi nei pressi della fermata dell’autobus, c’è poi la sagra dei copertoni abbandonati. Saltano agli occhi le fioriere che ospitano pezzi di pavimento saltato e mai sostituito. Rifiuti anche nei giardini, sistematicamente ingialliti. La vegetazione della city ha i colori ufficiali del Brasile. Bottiglie di plastica o birra ovunque, tra le foglie secche, anche nelle aiuole alle spalle dell’Uomo Vitruviano. Che sarebbe la misura di tutte le cose, e invece lo è di tutte le cartacce.

L’immondizia si è a tratti confusa col verde. Si pensa di essere nella city, ma le enormi erbacce tra i marciapiedi rimandano immediatamente alla savana. In giro per l’Europa si organizzano giardini verticali per abbellire le zone degli uffici. Qui nascono spontanei, per via dell’incuria, e in ogni direzione. Chi ha la responsabilità a ripulire? Ai privati spetta la manutenzione delle aree interne, quelle tra i palazzi della city, per intenderci. 

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Tutte le aree sopraelencate, però, fronte strada o nel cosiddetto Asse Verde, sono di competenza di Palazzo San Giacomo: «Il Comune è responsabile e gestisce la parte centrale della city - spiega Alessandro Gallo, presidente del Comitato Civico Centro direzionale - Come da delibera della giunta de Magistris, dal 2015 Palazzo San Giacomo dovrebbe occuparsi della manutenzione del verde, della pulizia e della pavimentazione che si trovano nei vialoni dell’Asse Verde, una doppia croce latina che comprende tra l’altro largo Kagoshima, la giunta regionale, la scultura dell’Uomo Vitruviano e la chiesa. La pulizia quotidiana è però sommaria: avviene con una spazzatrice elettronica, che serve fino a un certo punto. L’immondizia spesso si concentra nelle aiuole, nelle fioriere, nei sottopassi, nell’anfiteatro: e in tutti questi posti la spazzatrice non può di certo arrivare. Quanto alla manutenzione del verde, - aggiunge Gallo - viene eseguita una volta all’anno, con ripercussioni gravissime su tutto l’ambiente. La cura della pavimentazione spetterebbe a Napoli Servizi: le mattonelle di granito rosse e bianche, difficili da reperire, sono state sostituite in molti punti con colate di cemento che hanno rovinato l’aspetto iniziale della city. Non è in questo modo che si rilancia il Centro direzionale e si invitano nuovi imprenditori a investire in zona. Un intervento del Comune contro il degrado sarebbe il primo passo verso la riqualificazione della city». 

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