Napoli, Capodanno in piazza del Plebiscito con The Kolors, Avitabile e Iodice

Trattative con Arisa, Cicchella e Jimmy Sax. Rose Villain protagonista dell'antivigilia con le nuove leve del rap napoletano

The Kolors
The Kolors
di Gennaro Di Biase
Sabato 2 Dicembre 2023, 23:33 - Ultimo agg. 3 Dicembre, 19:40
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The Kolors, il ritorno di Peppe Iodice e, subito dopo la mezzanotte, la musica di Enzo Avitabile. Questi i nomi sicuri del concertone di Capodanno ’23-’24 in piazza del Plebiscito. Un grande evento, per il saluto all’anno che sta per arrivare, anche se con qualche soldo in meno rispetto a dodici mesi fa, quando la festa iniziò con ben due giorni d’anticipo con l’omaggio del 29 dicembre a Pino Daniele, in una Galleria Umberto allestita per l’occasione. Da tre giorni di concerti, probabilmente, quest’anno si passerà a due. Ma i nomi e le attese per lo show restano di qualità. A commentare una fine d’anno «nello spirito di Napoli» (citando il titolo del documento Unesco appena siglato in città) è stato ieri anche il sindaco Gaetano Manfredi, nel corso di un’intervista a Radio Kiss Kiss.

La scorsa vigilia di Capodanno, al Plebiscito, andò in scena il «Peppy night show». Peppe Iodice, dunque, bisserà l’evento anche allo scoccare del 2024. A darne conferma è stato lui stesso in un’intervista rilasciata al Mattino nei giorni scorsi. Allora si salutò il 2022 davanti a una folla di 50mila persone - secondo le stime di Palazzo San Giacomo - tra napoletani e turisti. Quest’anno il format sarà analogo. Oltre ad Avitabile e ai The Kolors autori del tormentone estivo «Italodisco», si lavora ancora per implementare lo show. Trattative aperte con vari nomi, tra cui Jmmy Sax, Arisa e Cicchella

Ci sarà musica al Plebiscito anche il 30 dicembre (data in cui l’anno scorso si esibì Rkomi): per l’antivigilia ’23 è previsto un concerto delle nuove leve della scena rap napoletana, tutti della stessa scuderia. L’headliner sarà Rose Villain, protagonista tra l’altro del secondo «Red Bull 64 Bars» andato in scena poche settimane fa a Scampia. Dodici mesi fa, tra gli ospiti figurarono Belen Rodriguez, Stefano De Martino, Biagio Izzo, Gianni Simioli, Lina Sastri, Clementino, Andrea Sannino, Rosario Miraggio, Gianluca Capozzi, dj-set dello speaker del Maradona Decibel Bellini, Lucariello e Franco Ricciardi. Tornando al presente, dovrebbe essere riconfermato, come 12 mesi fa, per il primo gennaio, l’omaggio al maestro Roberto De Simone, che quest’anno ha compiuto 90 anni. 

 

Una tre giorni ricca, dunque, anche se con un budget lievemente ridotto. È saltato infatti il bis dell’omaggio a Pino Daniele, l’anno scorso intitolato «Qualcosa arriverà» e allestito in Galleria Umberto col patrocinio del Comune. Alessandro Daniele, per il prossimo 29 dicembre, aveva lavorato all’allestimento di uno show più easy, in piazza Mercato.

Il progetto, però, non è andato in porto. Anche se, naturalmente, sono all’orizzonte altri omaggi al grande Pino. L’accoglienza resta un tema cruciale del tramonto del ’23, come sottolineato da Manfredi: «Aver chiamato il documento della politica che l’Unesco farà a livello mondiale “lo spirito di Napoli” significa che l’esempio che stiamo cercando di portare avanti, con la valorizzazione dei beni culturali e della cultura come grande strumento di inclusione sociale, è un messaggio molto forte. E sta diventando un messaggio mondiale. Ne sono orgoglioso come napoletano e come sindaco». Da fronteggiare, però, c’è l’arrivo di centinaia di migliaia di visitatori nei prossimi venti giorni. «Cercheremo di reggere l’urto dei tanti turisti che arriveranno in città - aggiunge il sindaco - e anche del rientro di tanti napoletani che vivolo altrove ma che arriveranno in città per trascorrere qualche giorno in famiglia. Anche mia figlia, che vive fuori Italia, tornerà per passare qui le feste. La ricomposizione delle famiglie è un momento bellissimo. Ce la stiamo mettendo tutta: quest’anno abbiamo messo in campo più persone e più risorse e cercheremo di essere all’altezza di questa sfida. Accogliamo tutti: chi viene a Napoli si sente a casa. In un mondo pieno di scontri, guerre e violenze, mai come ora abbiamo bisogno di un luogo in cui ci si sente tutti fratelli. E Napoli è stata sempre così».

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E poi subito aggiunge: «Il mio luogo dell’anima - spiega il sindaco - è Santa Chiara: quando si entra nei giardini e nel chiostro, anche se si è nel centro della città, si viene avvolti da silenzio e spiritualità. Questa è Napoli: siamo nella bolgia e nella confusione del popolo napoletano, ma ci sono luoghi dell’anima a distanza di pochi metri. Questa è una città in cui ci vuole un’anarchia regolata: se perdiamo il nostro spirito anarchico, perdiamo la nostra anima. Però dobbiamo avere le regole delle grandi città europee: se mettiamo insieme le due cose non ce n’è per nessuno. Questo diventa un luogo fantastico, di grande accoglienza e grande amicizia. Napoli è una città di tutti, e non solo dei napoletani. A casa faccio sia il presepe che l’albero di Natale. Il primo lo facciamo a dicembre. Il presepe, invece, resta per tutto l’anno. E ci viviamo tutti i giorni». 

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