Un impianto fotovoltaico per un condominio di 5 piani, con dentro 10 famiglie e un costo da 12.000 euro, dopo 4 anni ogni famiglia intasca 300 euro all'anno per il risparmio energetico del palazzo.
E' questo l'esempio da cui si parte a Napoli per portarlo nelle discussioni delle assemblee condominiali, per spingere ogni cittadino a produrre con il tetto del suo palazzo l'energia elettrica fotovoltaica in Italia, contribuendo allo stop del cambiamento climatico e aiutando il Paese a essere più indipendente in tempi difficili come dimostrato da tensione con la Russia. Parte da qui la discussione finale de «Il caro energia: come affrontarlo», promossa a Napoli dalla Camera di Commercio di Napoli e organizzata dalla sua Azienda Speciale Unica «Si Impresa» nell’ambito del programma Enterprise Europe Network in collaborazione con Unioncamere Campania e Anea. «È un grande paradosso - spiega Fabrizio Luongo, vicepresidente della Camera di Commercio e presidente di Si Impresa - che l’Italia, Paese del sole, non sfrutti appieno il fotovoltaico e che l’Italia Paese bagnato per 3/4 dal mare con grandi laghi e fiumi abbia oggi carenza idrica. Il presidente Fiola e la giunta da sempre sensibili ai temi green sono già al lavoro affinché la Camera di Commercio possa dare il suo contributo affinché sia affrontato seriamente un cambiamento di rotta vero, una politica energetica seria che soddisfi imprese e rassicuri i cittadini».
Cittadini che puntano ora al fotovoltaico a casa: «Lavoriamo in questo periodo - spiega Nicola Ricci, presidente dell'osservatorio nazionale dei condomini - dal costituire gruppi determinati nelle assemblee dei condomini, per gestire l'energia ognuno del proprio palazzo.
Situazione facile a cui i condomini cominciano a guardare anche uscendo dal periodo del superbonus per la ristrutturazione, ma per aumentare i tetti con fotovoltaico serve anche una forte partecipazione della politica come ha spiegato al convegno Pasquale Luca Giardiello, presidente dell'osservatorio nazionale efficienza e transizione energetica: «il grande assente su questa sfida energetica è la politica che prende sottotono il tema della transizione ecologica. Siamo in un Paese che esce da due anni di pandemia e affronta ora l'aumento delle bollette e invece sento parlare solo di autonomia differenziata, di reddito di cittadinanza. La transizione è decisa dall'Ue che ha lanciato ora il Repower Ue con miliardi per il fotovoltaico obbligatorio entro il 2025 sugli edifici pubblici e entro il 2029 in quelli residenziali nuovi. Ma l'Europa sa anche che noi in Italia abbiamo la peggiore burocrazia del continente, che se manca un documento tutto slitta di cinque-sei mesi e invece l'Ue ha deciso che il percorso documenti non deve superare i tre mesi».
Oltre ai singoli edifici, si lavora anche sulle comunità energetiche, come quella nata al quartiere di Napoli di San Giovanni a Teduccio che porta ora un incasso a 50 famiglie. «Le Comunità - spiega Fabio Schisa, responsabile dell'area efficientamento Unica Spa - sono la possibilità per decentralizzare la produzione di energia in un Paese che per dipende molto dall'estero. Per renderci indipendenti serve decentrare la produzione, fare in modo che imprese e cittadini insieme possano portare energia elettrica a interi quartieri». Ma al convegno si è parlato anche dei problemi dei singoli comuni che in Campania hanno forti difficoltà ad assegnare bandi alle aziende: «Le grandi aziende - spiega Giovanni Mellino, manager di Clp Concordia che si occupa di efficientamento energetico, pubblica illuminazione, nuovi impianto per il consumo - prima di approcciare i Comuni controllano il loro rating e in Campania sono zero in lettera A, cinque in B e tutti gli altri nel predissesto e dissesto alle porte. Quindi l'azienda ci pensa mille volte e lavora solo chi ha interesse speculativo oppure chi vuole lavare i soldi criminali. I Comuni che mi avrebbero accolto sono tanti, ma ora serve un fondo di garanzia da Cassa Depositi e Prestiti o da Invitalia che possa garantire il pagamento da parte del Comune».
La due giorni a Napoli ha fatto emergere «che siamo in un momento di svolta fondamentale - spiega il direttore di Anea Michele Macaluso - finalmente per le scelte energetiche del Paese per l'ambiente. In tutti i seminari, anche se partiti con target diversi da imprese ai condomini agli enti locali, il comune denominatore restano l'efficienza energetica con le tecnologie esistenti e l'uso delle rinnovabili, con particolare rilevanza al fotovoltaico. Il terzo fattore che emerge è la scelta degli strumenti finanziari disponibili che accelerano la spinta verso efficienza energetica ed energia solare».