Salerno, Intertrade prescritti i reati nel processo che non è mai realmente andato in dibattimento

Al centro dell'inchiesta vi erano progetti fantasma: riformati i titoli di reato per i due imputati, ora solo falso e peculato

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale
di Viviana De Vita
Giovedì 22 Febbraio 2024, 06:35 - Ultimo agg. 11:33
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Redigevano progetti inesistenti per ottenere finanziamenti pubblici. Cancellato quasi integralmente dalla prescrizione il processo frutto dell’inchiesta del pubblico ministero Silvio Guarriello che, culminata nel dicembre 2016 con l’arresto del vicesegretario generale vicario della Camera di Commercio di Salerno Antonio Luciani, travolse l’Intertrade, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Salerno costituita con lo scopo di favorire la competitività e l’internazionalizzazione delle imprese salernitane. La sentenza, che chiude un processo apertosi solo formalmente con il rinvio a giudizio del gennaio 2020 ma privo di ogni attività istruttoria, è stata pronunciata dai giudici del primo collegio della seconda sezione penale (Lucia Casale presidente, a latere Giovanni Rossi e Tiziana Santoriello) che, dopo aver accolto la derubricazione di alcune ipotesi di peculato in truffa aggravata, hanno dichiarato l’estinzione dei reati ascritti agli imputati accusati, a vario titolo, di far parte dell’illecito accordo finalizzato alla spartizione di fondi pubblici “drenati” con la presentazione di progetti di sviluppo “fantasma”. Escono dal processo Enzo Galiano, ex presidente dell’azienda; Guido Arzano, ex presidente della Camera di commercio di Salerno, costretto a dimettersi proprio per questa storia; l’imprenditore Renato Aliberti; il commercialista Franco Risi; Luigia Barra; Caterina D’Onza e Mario Luciani, beneficiari di alcune somme di danaro e le tre componenti del collegio dei revisori dei conti di Intertrade, le romane Anna Andreozzi; Alice Sette e Giuseppina Lingetti (gli imputati erano assistiti dagli avvocati Giovanni Sofia, Lucio Basco, Nicola Naponiello, Michele Tedesco, Roberto Lanzi, Marco Salerno e Federico Conte). Il dibattimento prosegue solo per Antonio Luciani, 49 anni, accusato originariamente di truffa, peculato, falso ideologico e falsità materiale e per l’ex direttore e dominus di Intertrade Innocenzo Orlando per il quale ora restano in piedi solo due ipotesi di falso e una di peculato, in concorso con Luciani (i due imputati sono assistiti dagli avvocati Michele Tedesco ed Ida Coraggio). Era il 15 gennaio 2020 quando il gup D’Agostino rinviò a giudizio gli imputati. Nella fase iniziale il processo subì un duplice rinvio a causa delle misure straordinarie dovute al Covid: ulteriori slittamenti furono causati da ripetute omesse notifiche. Il primo a uscire dal procedimento, per avvenuta prescrizione, è stato l’ex presidente dell’associazione cristiana Artigiani italiani Demetrio Cuzzola. Secondo la tesi della Procura gli imputati avrebbero dirottato per scopi personali fiumi di contributi destinati invece a favorire l’espansione delle aziende locali sui mercati esteri. Sotto accusa era finita la relazione del febbraio 2015 redatta da Orlando: in essa erano sintetizzate tutte le attività progettuali della società tra il 16 ottobre 2013 e il 31 dicembre 2014.

Il progetto finito nell’occhio del ciclone era “Salerno incontra Bacco” attraverso il quale l’Intetrade avrebbe dovuto favorire la produzione dei vini locali: secondo l'accusa, invece, quel progetto sarebbe stato solo uno dei tanti espedienti attraverso il quale “drenare” fondi pubblici utilizzati poi per scopi privati.

Altri due progetti finiti nel fascicolo investigativo erano “Promozione delle eccellenze enologiche della provincia di Salerno sui mercati internazionali” e “Shoes and leather – Campagna promozionale europea del settore calzaturiero campano”. L’ultimo filone investigativo, l’unico sopravvissuto alla scure della prescrizione, è quello culminato con l’arresto di Luciani per la somma di 30mila euro, prelevata da un conto dedicato alla promozione all’estero dei vini salernitani d’eccellenza e che sarebbe stata utilizzata da Luciani per pagare le rate del mutuo di un appartamento.

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