Caro energia, il forum a Napoli:
«Tutti avranno impianto fotovoltaico»

Caro energia, il forum a Napoli: «Tutti avranno impianto fotovoltaico»
di Alessio Liberini
Mercoledì 29 Giugno 2022, 17:56
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Le ripercussioni del caro energia su imprese e consumatori, il processo di transizione energetica, mai come oggi necessario, le prospettive future con la grande opportunità del Pnrr ma, allo stesso tempo, i timori dell’odierna guerra nel cuore dell’Europa. Sono questi i temi caldi, posti sotto la lente di ingrandimento, del forum «Il caro energia, come affrontarlo». La due giorni, al via questa mattina, partorita dalla Camera di Commercio di Napoli – dove fino a domani (30 giugno) si svolge il summit - insieme a Unioncamere Campania, SI Impresa e in collaborazione con Anea, nell’ambito del programma Enterprise Europe Network.

Il forum, articolato in 4 workshop, focalizza difatti la sua attenzione sugli effetti, e tutto ciò che gli concerne, del caro energia attraverso le testimonianze dirette di numerosi relatori, di primissimo piano, provenienti dal panorama istituzionale e imprenditoriale.

«Negli ultimi vent'anni - racconta Michele Macaluso, direttore di Anea (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente) - sono state ritardate le scelte sulle fonti energetiche puntando sulle rinnovabili, pur sapendo che le fossili creano problemi al clima e sono ad appannaggio di pochi Paesi e di grandi aziende che ne fanno profitti incredibili. Ora siamo all'occasione per accelerare questo processo puntando sull'efficienza energetica e sulle rinnovabili. Noi al Sud abbiamo condizioni molto favorevoli perché un nostro chilowatt di fotovoltaico produce più di un chilowatt al nord Italia o in Germania, ma lì ci sono maggiori installazioni che da noi».

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Un paradosso che però, a poco alla volta, si sta cercando di ribaltare. Solo negli ultimi tempi, come evidenziato dalle prime strade tracciate nel corso del convegno, in Campania si è registrato - per quanto riguarda le aziende - un vero e proprio boom di installazioni del fotovoltaico. Mentre, parallelamente, si comincia a vedere la partenza del cammino delle comunità energetiche sulle abitazioni. Un modello innovativo per la produzione, la distribuzione e il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili che proprio a Napoli ha trovato una lodevole applicazione per contrastare, a tutto tondo, la povertà energetica. È il caso del progetto nato a San Giovanni a Teduccio, promosso da Legambiente e la Fondazione Famiglia di Maria, dove lo scorso anno è nata la prima comunità energetica e solidale d'Italia. La stessa che oggi coinvolge circa 40 famiglie del popoloso quartiere posto nella periferia orientale della città.

Un primo passo che potrebbe portare ad un drastico cambio di tendenza dal momento che su questo fronte c’è ancora tanta strada da fare e per raggiungere la transizione, come chiariscono gli stessi partecipanti del forum, è necessario avere una dedizione collettiva.

«Ci dobbiamo impegnare tutti insieme – chiarisce Antonio Marchiello, assessore regionale per le Attività̀ Produttive, Lavoro, Demanio e Patrimonio - Nella prossima programmazione sicuramente troveremo degli spazi per aiutare le piccole e medie industrie ma credo che vanno aiutati soprattutto i consumatori perché la bolletta è quella che pesa nella tasca e nella casa di ognuno di noi».  «Siamo di fronte – precisa l’assessore di Palazzo Santa Lucia - a un problema serio e sentito e di non facile soluzione, c'è ora una forte povertà energetica che prima era del Terzo Mondo e ora tocca anche alle nostre famiglie, soprattutto al Sud, che hanno meno illuminazione, riscaldamento, perdita di principi di dignità e salute.

Ci lavoriamo in Regione partendo dai condomini e ragionando sulle comunità energetiche: c'è una norma nazionale del 2019 che prevede la possibilità per privati e pubblici di mettersi insieme e fare le comunità, producendo l'energia che si consuma. I costi di partenza sono notevoli e ora pensiamo a cominciare dagli edifici pubblici con il fotovoltaico. In Regione nel 2019 eravamo già partiti con il Pear (Piano Energetico Ambientale Regionale) ma ora sappiamo di dover dare una mano alle piccole e medie imprese ma soprattutto alle famiglie».

Nel mentre le aziende cominciano ad investire sul fotovoltaico: «Nei prossimi due anni probabilmente tutti i capannoni d’Italia avranno un impianto fotovoltaico» ad osservarlo è l’amministratore delegato della 3E e membro di Italia Solare, Illuminato Bonsignore. «Siamo in pieno boom del settore – evidenzia - e ci avviciniamo agli obiettivi Ue del 2030. Nel primo trimestre del 2022 abbiamo già installato il doppio degli impianti rispetto al primo trimestre del 2021 in cui avevamo già fatto il doppio di quel periodo 2020. I prezzi dei componenti stanno aumentando visto il mercato in ebollizione, ma un impianto fotovoltaico si ammortizza in tre anni e ne dura trenta: questo vuol dire che in 25 anni oltre al rientro dell'investimento il guadagno è cinque volte l'investimento stesso. Se ci fossero incentivi come prestiti di fondo di garanzia per chi non ha soldi per investire oggi, la spinta sarà ancora maggiore».

A descrivere, al meglio, questa “lotta” delle aziende è stato direttamente Ciro Fiola, il presidente della Camera di Commercio di Napoli: «Le imprese – racconta Fiola - sono danneggiate dagli aumenti e non possono ribaltarli sui prezzi, per evitare una doppia crisi. Il ragionamento deve partire dalla scelta dell'Italia di non effettuare insediamenti nucleari per arrivare oggi alle centrali francesi a pochi chilometri da noi, ma ora andiamo avanti, per la guerra in Ucraina che sta mettendo in evidenza le carenze dell'Europa. Noi ora cercheremo qui di fare un bando per aiutare le imprese sul caro energia, ma il vero problema resta da dove prendiamo l'energia, ricordando anche che non possiamo sfruttare il gas naturale o il petrolio italiano perché non ci permettono di trivellare».

Allo stesso tempo nel Mezzogiorno proseguono i lavori nel campo delle energie rinnovabili. «Il Sud – fa sapere Filippo De Rossi, esperto energetico e docente all'Università Federico II di Napoli - sta andando avanti con una forte copertura di eolico sulla catena dell'Appennino, in Calabria, Campania, Abruzzo, ma c'è anche un fotovoltaico che si diffonde ora su abitazioni e su grandi edifici, centri commerciali. C'è una grande sensibilità anche aiutata dal superbonus, in linea con il comportamento molto virtuoso dell'Italia, che ha colto nel 2018 l'obiettivo del 2020 e oggi siamo al 50% degli obiettivi previsti per 2030».

Progressi che si evidenziano anche tra la cittadinanza, guardando i cantieri delle abitazioni private. «I cittadini più attenti, preparati economicamente ma anche culturalmente, stanno capendo che questa è una soluzione, specialmente in un Paese come il nostro: ricco di sole e ricco di vento” racconta il presidente dell'ordine degli architetti della Campania, Leonardo Di Mauro che però, contestualmente, avverte: «Sono cose che bisogna fare senza devastare paesaggio e ambiente. Non è che tutti i tetti di tegola possono diventare impianti fotovoltaici sennò, se cambiamo troppo la faccia del Paese, non vengono più turisti. Allo stesso tempo è evidente che ci sono infinite aree dove si può potenziare questa risorsa andando in questa direzione perché è chiaro che al combustibile fossile si può ricorrere in una situazione di emergenza ma alla lunga deve essere eliminato».

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