L'esperto: «Nelle vittime di mobbing
si evidenzia una modifica della corteccia cerebrale»

L'esperto: «Nelle vittime di mobbing si evidenzia una modifica della corteccia cerebrale»
Giovedì 12 Ottobre 2017, 13:14 - Ultimo agg. 14:08
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«Negli ultimi anni gli studiosi della medicina e della psicopatologia del lavoro si sono concentrati sugli effetti negativi del mobbing sul funzionamento cognitivo e sulla stessa struttura cerebrale dei lavoratori. Uno studio svedese di alcuni anni fa, il Kungsholmen Project, mise in evidenza che i soggetti esposti ad uno stress lavorativo prolungato avevano un rischio maggiore di sviluppare, nel corso degli anni, una patologia dementigena. Risultati che furono confermati da altri ricercatori (Andel, 2012). Altri autori hanno poi riscontrato modificazioni di alcune zone del cervello (amigdala, sistema limbico) associati agli stress psicosociali nei luoghi di lavoro. Sulla scorta di questi dati, abbiamo provato a verificare se il mobbing producesse modificazioni della morfologia cerebrale confrontando, con l’uso della risonanza magnetica, i nostri pazienti a lavoratori non sottoposti a tali fenomeni. I risultati, attualmente sottoposti alla review di riviste internazionali, hanno messo in evidenza che nei pazienti vittime di mobbing si osserva una riduzione del volume degli ippocampi (zone del cervello coinvolte nel fenomeno della memoria) e di alcune aree della corteccia cerebrale. Naturalmente, si tratta di risultati ancora preliminari e che devono essere assunti con una certa prudenza (soprattutto dovrà essere verificato se, e quanto, tali modificazioni siano reversibili) ma che sottolineano la grande importanza che la qualità e il benessere organizzativo nei luoghi di lavoro assumono per la salute e l’integrità psicofica, compresa quella neuropsicologica». Giovanni Nolfe, psichiatra, responsabile 
 della Struttura centrale di psicopatologia da mobbing e disadattamento lavorativo della Al Napoli 1.

La storia

La struttura fu istituita nel 2001e la sua direzione affidata a  Claudio Petrella, che nel corso degli anni si è avvalso di diversi collaboratori. Tale struttura diviene il Centro di Riferimento della Regione Campania. La recente legge regionale (n°29/17) la conferma in tale ruolo. Nel 2010, la responsabilità dell’intera Struttura (Centro di Riferimento Regionale) è svolta dal dottor Giovanni Nolfe. La sede è in via della Croce Rossa 8 a Napoli.

La funzione sanitaria

La struttura opera per la prevenzione, la diagnosi e la cura del disagio psicologico e delle psicopatologie lavoro-correlate. Ha trattato nel corso degli anni quasi 3000 pazienti provenienti per il 45% circa dall’area metropolitana della città di Napoli. Il resto della popolazione trattata proviene dalle altre aree della regione Campania, e per circa l’8% da altre regioni italiane. Costituisce il centro che nel territorio regionale integra la cura farmacologica, il trattamento psicologico e la valutazione medico-legale. Il numero complessivo delle prestazioni oscilla intorno alle 1200/anno. I pazienti vengono seguiti lungo un percorso di 6-12 mesi (in qualche caso per periodi più prolungati), un tempo necessario per poter realizzare quelle strategie di trattamento psicologico e clinico, particolarmente complessi nei casi delle psicopatologie lavoro-correlate, in cui l’elemento stressogeno (o talvolta traumatico) tende a perpetuarsi in forma prolungata nel tempo. Sul piano epidemiologico, abbiamo potuto riscontrare che il sesso femminile (al netto dei differenti tassi di occupazione) è divenuto quello sempre più maggiormente colpito dal fenomeno del disagio lavorativo (dati del Centro di Riferimento Regione Campania per il Mobbing e il Disadattamento Lavorativo)


Produzione scientifica e formazione

La Struttura è stata componente del “Network Nazionale per la Prevenzione del Disagio Psicosociale nei Luoghi di Lavoro” dell’ Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) contribuendo alla produzione delle linee-guida nazionali in tale ambito e delle metodologie per la valutazione dello stress lavoro-correlato (DL 81/2008) assunto come riferimento valutativo nazionale dal Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro e dall’INAIL. Ha prodotto numerosi articoli scientifici (citati da riviste internazionali di almeno 20 paesi stranieri) e collaborato con: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Seconda Università di Napoli, Università Federico II, Università di Salerno, Università del Sannio, ASL RMD, Progetto Mattone Internazionale del Ministero della Sanità, DSM Modena, ecc. Recentemente ha prodotto uno studio scientifico che ha messo in evidenza, nei soggetti sottoposti a forme di mobbing, modificazioni cerebrali in determinate aree della corteccia cerebrale e degli ippocampi. Tali dati, che trovano conferma in analoghi studi condotti da altri gruppi di ricerca internazionali, sottolineano l’importanza della qualità degli ambienti di lavoro per la salute mentale e il benessere psicofisico dei cittadini. Non a caso la Comunità Europea, già nel 2008, nella definizione del patto Europeo per la Salute Mentale, individua nella salute mentale nei luoghi di lavoro una delle 5 arre di intervento e programmazione prioritaria. La Struttura ha condotto attività formative, tanto all’interno della nostra regione (ASL, Università, Organismi Sindacali) che su invito di agenzie di altre regioni italiane. Ha ottenuto nel 2015 il “Premio Buona Sanità”-


Attività istituzionali e legame con il territorio

La Struttura ha stabilito rapporti di collaborazione con numerose agenzie e associazioni attive nel territorio, è membro della Associazione Italiana per il Benessere Lavorativo.
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