Le edicole votive sono sempre più numerose tra le strade della città. Manufatti in cemento e marmo che, spesso, celebrano vittime della strada o, come evidenziato in queste settimane, sorgono per omaggiare persone vicine agli ambienti criminali. Altre, invece, raccontano la storia della città. A Ponticelli, nella zona orientale di Napoli, esistono diverse edicole storiche in via Principe di Napoli, strada che taglia la trafficata via Argine. Due sono totalmente abbandonate e a rischio crollo. Il rischio più grosso, però, è la perdita di una testimonianza del passato che mostra tutti i segni dell’usura e del disinteresse.
Le edicole erano costruite solitamente all'ingresso delle “curtine” o di altri edifici caratteristici del centro storico di Ponticelli, prima Comune autonomo e dal 1925 quartiere di Napoli.
Realizzate nella prima metà dell’Ottocento, hanno resistito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale anche grazie alle attenzioni dei residenti. Difatti, per il “tempietto” con la Croce era stato realizzato un tavolato in legno che aveva permesso di proteggere la struttura realizzata nel 1833 come testimonia Nicola Franciosa nel libro che ricostruisce la storia dei manufatti, punti di preghiera dei contadini che si dirigevano verso l'attuale centro di Napoli e simbolo di identificazione del luogo per i “forestieri”, ovvero per coloro che arrivavano da altre città. Alla fine degli anni Settanta del '900 l'edicola col crocifisso - che insisteva a ridosso dell’alveo Pollena, poi “seppellito” sotto via Argine - fu abbattuta da un pesante autoveicolo. Successivamente è stata ricostruita sulla stessa strada ma a qualche metro di distanza, ovvero a ridosso della scuola: recentemente restaurata, è in buone condizioni manutentive così come quella posta di fronte raffigurante Santa Caterina Volpicelli, fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore.
Completamente nel degrado e necessarie di restauro sono, invece, le edicole che insistono proprio ai due lati di via Argine. Esse presentano diverse crepe nella muratura e distacchi, aggravati dalle importanti vibrazioni cui è soggetta la strada. Per una di queste - quella che insiste a ridosso della fabbrica «ex Fiammante» - è prevista una operazione di recupero e restauro a cura dei privati che hanno proposto il piano urbanistico attuativo dell’area retrostante che ospiterà un centro commerciale e un parco pubblico.
Consolidamento delle parti murarie, ripristino della muratura in tufo, ricomposizioni delle cornici e delle modanature. Sono gli interventi previsti per il manufatto la cui proprietà «non è rintracciabile»: insistendo sul marciapiede pubblico «va considerata di proprietà comunale» si legge negli atti del progetto di recente approvazione. L’altra, posta di fronte al cortile del parcheggio comunale, è attraversata dai cavi, con un gancio che ha forato la struttura portante. Esse sono testimonianza della «cultura devozionale e contadina del quartiere» che rischiano di scomparire sotto il peso dell’usura, totalmente esposti alle intemperie e senza alcun segno di intervento.