Napoli Est e la costa dimenticata: si sognano mare pulito e turisti

Napoli Est e la costa dimenticata: si sognano mare pulito e turisti
di Alessandro Bottone
Sabato 20 Marzo 2021, 18:39 - Ultimo agg. 19:03
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Gli scarichi in mare, lo specchio d'acqua non balneabile, il degrado dell'ex fabbrica Corradini, l'abbandono del Forte di Vigliena, il depuratore dismesso, i rifiuti sulla spiaggia. I cittadini attendono da tempo il recupero della costa orientale di Napoli per la quale non sono mancate promesse importanti.

Nella forte speranza di ricucire presto il legame del quartiere col mare, tanti residenti di Napoli Est hanno pienamente condiviso la recente decisione dell'Autorità Portuale di revocare le delibere sull'ampliamento della banchina di Levante del porto di Napoli mediante «cassa di colmata», ovvero la “piattaforma” che avrebbe portato al tombamento dello specchio di mare per ospitare container commerciali. Una scelta che riapre la discussione sul destino del litorale del quartiere San Giovanni a Teduccio per il quale si immaginava una vocazione turistica con la realizzazione di Porto Fiorito e di spazi per l'accoglienza nei capannoni dell'ex complesso industriale della Corradini. Oggi, però, turisti e bellezza sono lontani anni luce dalla costa orientale messa in ginocchio da lentezza e burocrazia.

«Cosa sarà di questi spazi?» è la domanda che cittadini e attivisti si fanno più spesso mentre si ragiona anche della possibile realizzazione del deposito costiero GNL nel Porto di Napoli e, in particolare, nell’area della darsena petroli del “molo Vigliena”.

In quest’area, già ordinariamente utilizzata per scopi industriali, si prevede lo stoccaggio del gas naturale liquefatto all’interno di un serbatoio di 20mila metri cubi. Difatti, Napoli è uno degli otto porti nazionali per i quali è prevista la realizzazione di un deposito di stoccaggio di GNL secondo il piano energetico nazionale. Da tempo viene evidenziata l'importanza del ruolo del gas naturale liquefatto nel settore dei trasporti che favorisce la transizione verso economie a basso tenore di carbonio. Nello studio di fattibilità delle società proponenti il progetto - Edison e Kuwait Petroleum Italia - si sottolineano i benefici nella costruzione dell'impianto quali la riduzione delle emissioni in atmosfera e le ricadute positive in termini economici: «Il deposito a Napoli consentirà la costruzione di nuove stazioni di servizio di GNL nel Sud Italia e il rifornimento di quelle già esistenti» si legge nel documento. Inoltre, «la disponibilità di un'infrastruttura di approvvigionamento di GNL consentirebbe al Porto di Napoli di posizionarsi in vantaggio competitivo per attrarre i traffici dei mezzi navali più puliti che transitano nel Mediterraneo». 

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Un progetto che non convince cittadini e comitati del quartiere di Napoli Est. «Sappiamo che l'area è oggetto di un apposito protocollo relativo al “rischio di incidente rilevante” predisposto dalla Prefettura e nel quale si delineano scenari estremamente pericolosi, aggravati dell’alta densità abitativa della zona» evidenzia Enzo Morreale del comitato civico di San Giovanni a Teduccio che spiega: «Il PRG vigente prevede, tuttora, la delocalizzazione degli impianti petroliferi che di fatto sono in funzione in regime di proroga da decenni». L'attivista auspica una analisi di tutti i fattori e il coinvolgimento della cittadinanza nelle future decisioni sull’area.

Sulla stessa lunghezza d'onda il ragionamento di Marco Sacco dell'associazione 'Voce nel deserto' che spiega che «l'area in questione è sito di interesse nazionale» e densamente popolata «e a ridosso della centrale turbogas e della darsena container e petroli», chiedendo di fare attenzione alla sicurezza dei cittadini e alla necessità di una discussione pubblica sulle scelte e decisioni future. Di riconversione della costa con un'unica passeggiata a mare dal Forte di Vigliena fino al museo di Pietrarsa parla Antonio Vitolo del 'comitato storico 2003'. «ll mare è l'unica vera nostra grande risorsa che può dare occupazione e sviluppo della nostra martoriata terra di Napoli Est» spiega Vitolo evidenziando l'abbandono del litorale e la contrarietà all'utilizzo della costa per il deposito dei container e del GNL. 

Rispetto alla sicurezza dell'impianto sono previste - si legge nel piano di fattibilità - «soluzioni progettuali che eliminino i pericoli e prevengano l’accadimento di un evento accidentale» con particolare riguardo agli aspetti di prevenzione, controllo e mitigazione prevedendo l'implementazione migliori pratiche del settore. L’impianto ricadrebbe nel SIN “Napoli Orientale” che perimetra un territorio di circa 830 ettari tra cui la fascia litoranea del quartiere di San Giovanni a Teduccio. Affinché l’infrastruttura possa essere realizzata è necessario l’esito favorevole del complesso iter amministrativo delle necessarie autorizzazioni.

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