Napoli, strisce pedonali umane contro i pirati della strada: «Serve più sicurezza»

Centinaia di ciclisti e cittadini sono partiti dalla Galleria Principe di Napoli

La manifestazione contro i pirati della strada
La manifestazione contro i pirati della strada
di Alessio Liberini
Martedì 24 Gennaio 2023, 22:59 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 07:03
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A Napoli attraversare una strada, anche sulle strisce pedonali, non è un gesto semplice o scontato. Anzi a volte si può persino rischiare la vita. Lo sanno bene i tanti ciclisti partenopei che questo pomeriggio hanno promosso un particolarissimo flash-mob per chiedere all’amministrazione comunale più sicurezza lungo le arterie cittadine. Partendo dalla richiesta di limitare la velocità dei veicoli in città a 30 chilometri orari, così come accade già in tante altre città italiane ed europee, e la riapertura della Ztl di Piazza Dante.

Intorno alle 18 e 40 circa un centinaio di ciclisti e cittadini si sono mossi dalla Galleria Principe di Napoli – cuore della Bicycle House – per raggiungere le vicine strisce pedonali che si affacciano verso l’ingresso del Museo Archeologico nazionale di Napoli, una delle strade cittadine maggiormente toccate dal caos veicolare che quotidianamente si registra lungo le numerose arterie del centro cittadino.

Qui, armati di bici, striscioni e pettorine catarifrangenti, gli attivisti hanno aiutato pedoni e ciclisti ad attraversare la carreggiata tra il frastuono degli automobilisti che sfrecciavano, completamente ignari delle strisce pedonali, lungo il percorso.

 

La mobilitazione, dal nome emblematico «strisce pedonali umane», si è svolta in contemporanea con analoghi flash mob tenuti nelle più grandi città del Paese. Ma a Napoli è sotto gli occhi di tutti che la questione sicurezza, per semplici pedoni o amanti delle due ruote, probabilmente è persino maggiore di altrove, vista anche l’inciviltà di tanti automobilisti. Solo lo scorso 21 gennaio un uomo di nome Angelo, di anni 47, è stato travolto mentre era in sella alla sua bici ed ora lotta, tra la vita e la morte, all’ospedale del mare di Ponticelli. La storia di Angelo è però solo l’ultima, cronologicamente, registrata in una città dove, troppo spesso, gli automobilisti ignorano totalmente qualsiasi articolo del codice della strada.

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«Chiediamo un’inversione di rotta immediata al Comune – spiega Luca Simeone, il Bicycle Mayor di Napoli, letteralmente il sindaco della bicicletta - perché le politiche di mobilità in questa città sono rimaste immutate a quelle di 30/40 anni fa. Innanzitutto costatiamo che la rete di ciclabili a Napoli è esigua: non sono collegate tra di loro ed in molti casi sono oggetto di violazioni del codice della strada, con persone che si parcheggiano sulla stessa con auto e scooter, e poi quando terminano i tratti ciclabili ci si immette nel traffico dove bisogna stare attenti a tantissimi pericoli».

«Il problema della sicurezza è il principale disincentivo alla promozione e diffusione dell’uso della bici – chiarisce Simeone - noi chiediamo ciclabili, zone 30km/h e aree pedonali per dare quella percezione di sicurezza che metterebbe più ciclisti in strada. Ma i segnali che arrivano dal ramo della mobilità infrastrutture del Comune di Napoli sono veramente inquietanti: in queste ore abbiamo saputo della proposta, approvata in Giunta, per realizzare ulteriori tre parcheggi in zone centrali, tra Piazza Vittoria, Fuorigrotta e il Vomero, interventi che ormai non si fanno più in grandi città, come è Napoli: andrebbero fatti interventi di limitazione del traffico e non di incentivazione a continuare ad usare l’automobile».

Napoli, difatti, «non è una città né per pedoni né per ciclisti» osserva a malincuore la consigliera della II municipalità, Chiara Capretti, investita solo qualche mese fa da un motorino che viaggiava a velocità sostenuta tra Piazza Mazzini e il Corso Vittorio Emanuele. «Purtroppo sappiamo quante sono le morti in strada in questo Paese e di come a Napoli non c'è nessun adempimento in questo senso – chiarisce Capretti, ricordando che solo negli ultimi mesi tra Salvator Rosa e il Corso Vittorio Emanuele si sono consumati almeno tre incidenti «quasi mortali»  – Abbiamo chiesto all’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità, Edoardo Cosenza, di mettere più telecamere e dissuasori per limitare la velocità al fine di consentire alle macchine di decelerare: è una sfida che stanno affrontano tutte le città europee in questi tempi e noi chiediamo che anche Napoli sia all’altezza di questa sfida per proteggere finalmente i suoi cittadini».

Ma, per proteggere i cittadini, bisogna difendere anche l’ambiente circostante, favorendo nelle città una mobilità sempre più sostenibile. Ragion per cui al flash mob dei ciclisti hanno aderito anche diverse sigle ambientaliste, come Legambiente e Greenpeace. «Bisogna affrontare con un’ottica diversa le esperienze che arriveranno in futuro – evidenzia Francesca Zazzara, coordinatrice di Greenpeace Napoli – ormai lo sappiamo tutti che c’è il cambiamento climatico. Noi come singoli possiamo fare qualcosa ma il grosso lo devono fare gli amministratori locali e i Governi: chiediamo un cambio di rotta perché è necessario».  

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