Napoli: lo sfregio di Palazzo Orsini di Gravina, sede della facoltà di Architettura

Napoli: lo sfregio di Palazzo Orsini di Gravina, sede della facoltà di Architettura
di Antonio Folle
Sabato 9 Aprile 2022, 17:01 - Ultimo agg. 20:48
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Per strappare la storica fontana di Monteoliveto dal degrado e salvarla per le future generazioni sono stati necessari anni di battaglie da parte di residenti e comitati civici, che hanno più volte puntato il dito contro il Comune chiedendo il restauro ed il salvataggio del monumento. La soluzione adottata - la costruzione di una pesante grata di protezione - se non altro ha arginato il fenomeno del "graffito selvaggio" che aveva quasi del tutto deturpato i marmi della fontana, ma non è mai stata una soluzione veramente apprezzata dai napoletani. Invece per salvare la facciata dell'altrettanto storico palazzo Orsini di Gravina, edificio risalente al primo Rinascimento, con ogni probabilità sarà necessaria una nuova e forse più aspra battaglia.

I residenti del quartiere denunciano come ormai da diverso tempo la facciata dell'edificio eretto nel XVI secolo per volontà di Ferdinando Orsini sia letteralmente ricoperta da orribili graffiti.

Segni, simboli, disegni e scritte realizzati con la famigerata vernice spruzzata dalle altrettanto famigerate bombolette che, nelle mani di writers privi di scrupoli, avevano ricoperto gli storici marmi della fontana di Monteoliveto. E quello che si registra oggi a via Monteoliveto è un vero e proprio controsenso: da un lato una fontana finalmente salvata dal degrado, ripulita e protetta da una recinzione metallica e dall'altro un edificio storico ricoperto di graffiti. 

Il controsenso, denunciato sui social da Gennaro Sanseverino, uno dei tanti residenti della zona che si è più volte battuto contro il degrado della fontana dedicata al re Carlo II di Spagna, è "rafforzato" proprio dall'attuale destinazione d'uso dell'edificio. Il palazzo Orsini di Gravina dal 1936 è sede della Facoltà di Architettura dell'università Federico II e proprio dai futuri architetti partenopei ci si sarebbe aspettata una maggiore sensibilità - o quantomeno una severa "levata di scudi" - contro uno stato di cose intollerabile per l'importanza storica ed architettonica dell'edificio.

 

«Ci troviamo di fronte ad un paradosso incredibile che va avanti da troppi anni - afferma Antonio Pariante, presidente del Comitato Civico Portosalvo -, docenti e studenti di architettura non si sono mai posti il problema e non hanno mai pensato di risolverlo per rispetto dello storico edificio che li ospita, è un vero scandalo. Visto che gli edifici, anche storici, sono oggetto di studio degli studenti della facoltà di architettura - propone Pariante - potrebbero dare vita a qualche bella iniziativa di pulizia. Invece, purtroppo, anche chi dovrebbe mostrare una particolare sensibilità nei confronti del nostro patrimonio storico-monumentale non mostra altro che indifferenza». 

Non sono pochi i residenti del quartiere che puntano il dito da anni - senza prove concrete, è bene sottolinearlo - su alcuni "poco disciplinati" studenti della facoltà di Architettura che, prima, erano soliti "accamparsi" sui marmi della fontana di Monteoliveto per i loro momenti di pausa a base di panini, patatine e birre in lattina, lasciandosi dietro una scia di degrado che ha poi costretto le istituzioni a correre ai ripari "ingabbiando" la fontana monumentale e, in un certo senso, dandola vinta agli imbrattatori seriali.

Quegli stessi imbrattatori che, oggi, sfogano la loro "vena creativa" sulla preziosa facciata di piperno di un palazzo storico per il quale non sembra esserci pace. Finito suo malgrado al centro dell'aspra battaglia del 15 maggio 1848 - culmine del travagliato e discusso esperimento costituzionale napoletano - fu dato alle fiamme e parzialmente distrutto. Ricostruito dall'architetto Gaetano Genovese, uomo di fiducia dei sovrani della dinastia borbonica, ospitò l'ufficio delle tasse del regno delle Due Sicilie. Dopo l'unità d'Italia fu adibito a palazzo delle Poste, vedendo come impiegata telegrafista una giovanissima Matilde Serao. 

Un autentico pezzo di storia della città di Napoli che meriterebbe ben altre attenzioni che la "firma" di poveracci armati di bomboletta spray, consci di una impunità ormai consolidata verso chi deturpa il patrimonio monumentale della città. 

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