Agguato a Napoli, così il boss di Fuorigrotta è riuscito a scampare alla morte

Dodici colpi di pistola tra la folla ma Vitale Troncone riesce a sfuggire ai killer

Nuovo agguato a Fuorigrotta
Nuovo agguato a Fuorigrotta
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 26 Giugno 2023, 11:00 - Ultimo agg. 19:21
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I colpi di pistola esplosi in rapida successione tra la folla, tra le famiglie che rientravano dalla domenica trascorsa al mare. Il terrore, la fuga generale: e sull'asfalto di via delle Legioni, quartiere Fuorigrotta, restano 12 bossoli di una micidiale calibro 9.

Un raid di camorra, nessun dubbio sulla matrice criminale del gesto. E, da quanto emergerebbe nelle ore immediatamente successive alla sparatoria, uno scenario agghiacciante: i killer volevano uccidere Vitale Troncone, nome noto alle forze dell'ordine nella galassia delinquenziale della zona occidentale: l'uomo era già sfuggito alla morte due anni fa, sempre nello stesso quartiere. 

Alle 19,10 squilla il telefono della centrale operativa dei carabinieri: dall'altro capo dell'apparecchio qualcuno segnala una furiosa sparatoria in via delle Legioni, all'altezza del civico 18: poco prima almeno due persone a bordo di uno scooter avevano seminato il panico sparando ad altezza d'uomo contro qualcuno che sarebbe riuscito miracolosamente a schivare la traiettoria dei proiettili.

In zona si sarebbe trovato proprio lui, Vitale Troncone, forse in compagnia del figlio Giuseppe, uscito recentemente (nel mese di maggio) dal carcere dopo un breve periodo agli arresti. Non è chiaro se l'obiettivo dei sicari fosse il padre oppure il figlio.

Indagini in corso da parte dei carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Bagnoli.

Nei primi istanti coincisi con l'intervento sul posto dei militari del comando provinciale guidato dal generale Enrico Scandone si era ipotizzata una stesa. Poi, ricostruendo alcuni passaggi ed acquisendo altre notizie, è spuntata l'ipotesi che si trattasse di una vera e propria spedizione punitiva, con ogni probabilità una missione di morte che aveva come obiettivo i due uomini. Investigattori al lavoro anche per passare al setaccio le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona: l'area in cui si è sparato è quella prospiciente l'imbocco della Galleria Laziale. Zona, inutile aggiungerlo, sempre molto trafficata, soprattutto alle sette di sera. 

Per inquadrare scenari e protagonisti di quell'incubo faida che si riaffaccia oggi dopo quello che è successo occorre riavvolgere il nastro e tornare all'anno 2021, quando nella zona occidentale di Napoli riesplode in maniera inquietante e plateale la violenza camorrista. Si succedono, in rapida sequenza, l'uccisione di Andrea Merolla, nipote di Troncone, avvenuta l'11 novembre; e poi l'agguato allo stesso pregiudicato, oggi 55enne.

Merolla viene freddato in via Caio Duilio alle 22, mentre esce dal bar di proprietà di alcuni parenti. Implacabile, il sicario solitario che entra in azione porta a compimento la sentenza di morte: la vittima tenta inutilmente la fuga verso un distributore di benzina vicino, ma cade sotto gli ultimi colpi.

Non è finita. A dicembre dello stesso anno tocca proprio a Vitale Troncone. I killer gli tendono un agguato, riuscendo a intercettarlo nei pressi della Galleria delle Quattro Giornate, sempre a Fuorigrotta. Gli sparano al volto e alle gambe, in pieno giorno, ma lui non muore. Riuscirà a sopravvivere, dopo un delicatissimo intervento chirurgico e una lunga degenza in ospedale. 

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Se l'indagine dei carabinieri dovesse trovare conferme all'ipotesi che l'obiettivo dell'ultimo raid armato di ieri erano, appunto, Troncone padre e figlio, allora si riproporrebbe il quadro investigativo già emerso due anni fa. Quello che narra di una guerra strisciante e senza esclusione di colpi tra due gruppi che si contendono il controllo del territorio per gli affari legati alla droga e alle estorsioni. Il gruppo dei Troncone, al quale si opporrebbero i clan della zona di Bagnoli che - anche grazie all'aiuto dell'Alleanza di Secondigliano (e segnatamente alla famiglia Licciardi) avrebbero deciso di soppiantare i rivali dalla casa madre di Fuorigrotta.

(ha collaborato Luigi Sabino

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