Beato Rosario Livatino: la reliquia del giudice lascia Napoli

La camicia insanguinata che indossava il giudice nel momento del suo assassinio si sposterà a Castellabate

La camicia insanguinata di Rosario Livatino in Cattedrale
La camicia insanguinata di Rosario Livatino in Cattedrale
di Vincenzo Cimmino
Lunedì 4 Marzo 2024, 21:18 - Ultimo agg. 5 Marzo, 00:58
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«Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili». Questa massima, del giudice Rosario Angelo Livatino, è rimbombata forte nella cattedrale di Napoli. In chiesa, dal 1° marzo scorso, è arrivata una reliquia del Beato. Una camicia insanguinata. Quella che il dottor Livatino indossava nel momento del suo assassinio. Lascerà la città domani, alla volta di Castellabate. 
 
Nato a Canicattì nel 1952, quel «martire della giustizia e indirettamente della fede», come ebbe a dire Giovanni Paolo II, venne assassinato nel 1990. Era il 21 settembre. Il giudice percorre la SS 640 Caltanissetta-Agrigento. In corrispondenza del viadotto Gasena la sua Ford fiesta amaranto è avvicinata dalla vettura dei killer. Quattro assassini. Aveva solo 37 anni quando lo hanno messo a tacere. Quattro uomini che nel tempo si sarebbero pentiti del gesto. Quattro condannati all’ergastolo. 
 
La camicia che il giudice indossava quel giorno è giunta a Napoli il 1° marzo. La “Peregrinatio Rosarii Livatini” è iniziata alle ore 9. Il reliquiario è stato posto a quell’ora sul sagrato della Cattedrale. Nella stessa giornata è stata fatta una Via Crucis presieduta dal cardinale Angelo Comastri, arciprete emerito della Basilica Vaticana. Il 2, sabato, le reliquie sono state portate nell’istituto penitenziario Salvia, e anche a Nisida, per un incontro di preghiera con i detenuti.
 
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Il 3 marzo, ieri, monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli, ha detto messa risaltando il ruolo e l’esempio del giudice Livatino. Nella stessa giornata la reliquia avrebbe dovuto essere portata nella Casa di Vetro, luogo di aggregazione per centinaia di bambini e ragazzi della Napoli più difficile. Alla fine, però, non è stato possibile per mancanza di personale che tenesse aperta la struttura.
 
Oggi, 4 marzo, si sono tenute le attività di chiusura della quattro giorni della reliquia in città. Stamattina sono state accolte diverse scolaresche. I giovani studenti sono stati invitati a riflettere sull’esempio del giudice. Alle ore 17:30 si è poi tenuto un incontro con tutte le forze di polizia e di emergenza impegnate a Napoli. 
 
Tra alti ufficiali e personale di soccorso, era presente anche il prefetto di Napoli Michele di Bari. Alle ore 19:30 circa è infine iniziato il momento di preghiera presieduto dall’arcivescovo Battaglia. Il reliquiario lascerà la città domattina alla volta di Castellabate. 
 
«Con l’arrivo della reliquia del Beato Livatino Napoli accoglie l’ennesimo messaggio di speranza e legalità. – dichiara don Vittorio Sommella, Parroco della Cattedrale di Napoli – In una città in cui a farsi la guerra sono sempre più giovani contro giovani a mano armata, l’esempio del giudice Rosario ci sprona a fare di più, ad ascoltare meglio le esigenze di chi sbaglia, ad impegnarci come Chiesa e come società civile per riscoprire i valori della legalità e della giustizia».
 
«L’accoglienza è stata fortissima e dal momento di gioia si è subito passato al momento di riflessione. – commenta don Gero Manganello, custode della Reliquia – Dinanzi a una reliquia del genere si capisce il senso di sacrificio del Beato Livatino. Dai ragazzi di Nisida la camicia è stata accolta in maniera lodevole. I ragazzi si sono messi in discussione, sicuramente il seme è stato seminato».
 
«Il mondo oggi ha bisogno di testimoni veri, testimoni audaci che sappiano donare la propria vita fino in fondo e senza paura. – aggiunge don Salvo Casà, vice custode della Reliquia – Il giudice Livatino, il beato Livatino ha fatto questo. Ha vissuto intensamente ogni giorno della sua vita. Ha sacrificato tutto fino alla fine senza avere paura. Non ha avuto paura di affrontare la sua situazione. Che il suo esempio possa cambiare la vita di chi vuole migliorare».
 
Papa Francesco, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha dichiarato il 21 dicembre 2020 che: «è provato il martirio e sua causa del Servo di Dio Rosario Angelo Livatino, Fedele laico». Il 9 maggio 2021, nella Cattedrale di Agrigento, è stata celebrata la Solenne Liturgia della Beatificazione di Rosario Angelo Livatino. Primo magistrato beato nella storia della Chiesa.
 
In queste quattro giornate è concessa l’indulgenza plenaria nella forma stabilita dalla Chiesa. Il programma, promosso ed organizzato dalla Cattedrale di Napoli, gode del patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli.

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