Spunta una «Zona di intervento ristretta» all’interno del perimetro dell’area rossa bradisismica tracciato dalla Protezione civile per delimitare la superficie - nell’ambito del rischio sismico e vulcanico - maggiormente esposta al bradisismo. Si tratta di un aspetto incluso nel dossier illustrato ai sindaci martedì scorso a Palazzo Chigi dal ministro della Protezione civile Nello Musumeci: oltre 20 pagine di prospetti e slide che individuano, «per la prima volta - come ha evidenziato il ministro - un piano specificamente incentrato sul rischio bradisismico».
Ebbene, all’interno della zona rossa (nella quale ricadono porzioni dei Comuni di Bacoli e Pozzuoli e altrettante porzioni dei quartieri napoletani di Soccavo, Pianura, Bagnoli, Fuorigrotta e Posillipo, con una popolazione di 84.961 abitanti e 15.516 fabbricati) la Protezione civile, sulla base di precise risultanze geosismiche, ha individuato una «zona di intervento ristretta».
Definito, inoltre, anche il cronoprogramma degli interventi da realizzare nella zona rossa bradisismica alla luce delle indicazioni espresse dal decreto che è in corso di conversione in Parlamento. Gli step individuati dal Dipartimento della Protezione civile e illustrati ai sindaci di Napoli, Pozzuoli e Bacoli nonché alla Regione Campania, sono quattro. Il Piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico, pertanto, si compone di una fase di studio di microzonazione sismica; dell’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia privata, finalizzato all’individuazione di misure di mitigazione e alla stima dei relativi fabbisogni; dell’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia pubblica e, all’esito, di un primo piano di misure per la mitigazione; del programma di implementazione del monitoraggio sismico e delle strutture.
Molto dettagliato anche il sistema di indagine per la caratterizzazione e la valutazione degli edifici che consta di una assegnazione, in via speditiva e preliminare, di una prima classificazione di vulnerabilità sismica delle strutture (A, B, C, D secondo la scala macrosismica Ems ’98) e vulcanica. Successivamente si procederà a una mappatura con celle in termini di maggiore o minore vulnerabilità media. A vigilare sul rispetto dei tempi e a coadiuvare sia le amministrazioni locali, sia i Centri di competenza, sarà l’apposita struttura di missione che il decreto prevede di insediare direttamente a Palazzo Chigi, a stretto riporto del Dipartimento della Protezione civile. Tale struttura di supporto - recita il testo del decreto - dovrebbe essere attivata entro trenta giorni dall’entrata in vigore del provvedimento di urgenza (13 ottobre) ma, allo stato, non è stata ancora né insediata né nominata.
Intanto è scaduto in commissione Ambiente della Camera il termine per la presentazione in modalità digitale degli emendamenti al decreto. In particolare, presentata dal Pd, una proposta di modifica prevede «al solo fine di accedere ai finanziamenti previsti con risorse pubbliche a favore degli enti territoriali in cui ricadono zone colpite da eventi sismici, l’area rossa che delimita il rischio vulcanico dell’area flegrea è equiparata alla zona sismica 1». In particolare, la richiesta di accesso ai fondi - da risorse nazionali e regionali, principalmente Fsc 2021-2027 - è fondata, a parere del Partito democratico, sulla necessità di «recuperare il gap di realizzazione delle opere incompiute considerate prioritarie in relazione al precedente bradisismo di 40 anni fa e ancora non realizzate».